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Cavalli

Come preparare e addestrare un cavallo per le passeggiate e i trek

La passeggiata a cavallo richiede un addestramento specifico: quello che dobbiamo sapere e come prepararlo

Negli ultimi anni si stanno sempre più diffondendo le passeggiate a cavallo. Un’esperienza unica che ha straordinari benefici sulla salute, stando a contatto con l’animale e la natura. A differenza di molte discipline agonistiche, la passeggiata a cavallo richiede alcuni accorgimenti per prevenire rischi sia per l’animale che per il cavaliere. Sono numerose le situazioni di pericolo che si possono incontrare durante un’escursione e in base al contesto ambientale che sia in campagna, in montagna o in riva ad un fiume.

Pericoli in passeggiata

I cavalli sono prede naturali e per istinto si spaventano per qualsiasi cosa. Hanno i sensi molto sviluppati come la vista e l’udito e sono in grado di individuare sfumature minime e movimenti anche insignificanti.

Quando ha paura un cavallo può reagire in diversi modi: sgroppa, scarta, scappa, indietreggia.

Tra gli elementi più comuni che possono spaventarlo: pozzanghere, corsi d’acqua, fossati, tronchi, strade asfaltate, rumori delle auto, delle moto, camion, autobus, trattori, movimento delle foglie, il timore di avvicinarsi a un fontanile, animali sconosciuti come cani, mucche, gatti, asini, pecore, riflessi sui vetri e sugli specchi rifrangenti nelle strade ecc.

A questo si aggiunge l’interazione tra cavalli durante il trek: i cavalli gareggiano tra di loro, non vogliono stare in fondo al gruppo, non vogliono stare davanti oppure vogliono essere indipendenti. In alcuni casi, il cavallo non si vuole più fermare e capita che trotterella in continuazione sul posto, si spinge addosso agli altri cavalli, li morde, tende a calciare per allontanare il cavallo che gli sta dietro oppure si mette di traverso, abbassa la testa violentemente verso il basso per togliere le redini al cavaliere.

Preparare un cavallo al Trek

@iStock

Il cavallo deve essere preparato alle passeggiate. Questo richiede tempo, un buon allenamento associato all’alimentazione e a un addestramento mirato alla desensibilizzazione.

Considerando le problematiche e i pericoli che si possono incontrare in passeggiata, è fondamentale che l’animale sia sicuro, calmo, il più possibile privo di paure e gestibile in ogni contesto.

L’addestramento consiste in una fase in maneggio o nel tondino e in una seconda fase in passeggiata all’esterno.

Desensibilizzazione in maneggio

Questa fase propedeutica mira ad allentare le tensioni del cavallo, insegnandogli nel contempo a gestire lo stress. Si eviteranno in questo modo, reazioni eccessive durante la passeggiata di fronte a situazioni impreviste e improvvise.

Il lavoro di desensibilizzazione porta anche il cavallo a concentrarsi sulle richieste del cavaliere, migliorando l’intesa e la fiducia che ci deve essere nel binomio.

Tecnica di desensibilizzazione

Una delle tecniche più diffuse che offre buoni risultati è la desensibilizzazione con una busta di plastica.

  • appendere una o più buste di plastica colorate -meglio se rosso acceso – ad un’asta o una canna flessibile (bambù) che produce rumore quando viene agitata con l’attrito dell’aria;
  • il cavallo in questo modo viene abituato a rumori improvvisi e a livello visivo alla vicinanza finanche al contatto con oggetti estranei.
Primo approccio

Da terra, tenendo il cavallo a lunghina:

– avvicinare e allontanare senza contatto, ripetutamente e ritmicamente, la busta al corpo del cavallo, partendo dalle parti meno sensibili che rientrano nel suo spettro visivo come le spalle e sui fianchi, in entrambi i lati.

– il ritmo è fondamentale perché consente al cavallo di valutare i tempi di allontanamento e avvicinamento dell’oggetto, dandogli la possibilità di elaborare l’esperienza prevenendola. Riuscendo a prevenirla non andrà in fase di stress. Se il cavallo è stressato non acquisisce e va in difensiva;

– procedere finché il cavallo smetterà di scartare di lato e resterà fermo.

Seconda fase con contatto

Tenendo il cavallo alla lunghina, gli si appoggia la busta addosso, facendo una leggera pressione. Istintivamente tenderà a scappare.

E’ importante continuare a mantenere il contatto durante questa fase di fuga fino a quando il cavallo deciderà di fermarsi. A questo punto, staccare rapidamente il contatto con la busta.

Riavvicinare successivamente con la stessa tecnica, la busta nelle diverse parti del corpo, verificando che il cavallo non abbia reazioni particolari in ogni zona di contatto.

Sequenza da seguire nelle parti di contatto: iniziare dalle parti esterne partendo dai fianchi, per proseguire sulla schiena, scendendo verso le natiche e infine la coscia e gli arti. Lasciando per ultime, la pancia e la parte interna delle cosce.

Se il cavallo dovesse avere reazioni più marcate in una specifica parte del corpo (piedi, gambe, in mezzo alle gambe), si deve insistere su quei punti più sensibili.

Mai sbattere la busta sul muso dell’animale o sulle sue orecchie.

Con questo metodo, il cavallo impara a gestire lo stress, a fidarsi del cavaliere e a non fuggire di fronte al pericolo. Un’esperienza importante con la quale il cavallo supera l’istinto primario di fuga.

Questo lavoro può essere applicato anche in sella con la busta attaccata ad un’asta più corta, compiendo dei movimenti lenti e circolari di polso:

– all’andatura del passo, cominciare dai fianchi, per poi passare alla parte anteriore, anche vicino al muso, in entrambi i lati.

– quando il cavallo si è abituato e non reagisce più alla busta, ripetere l’esercizio nelle altre andature: trotto e galoppo.

Desensibilizzazione in passeggiata

In questa fase di addestramento, è consigliato, soprattutto le primissime volte, di uscire in gruppo o con un altro cavallo, affiancandosi a esemplari esperti, calmi e maturi.

  • è preferibile effettuare la prima passeggiata percorrendo lo stesso sentiero sia all’andata che al ritorno;
  • all’andata è bene restare in mezzo al gruppo, dietro un cavallo esperto e non in coda, per dare al cavallo la possibilità di valutare le reazioni dei cavalli che lo precedono e la tranquillità di avere qualcuno che gli “guardi le spalle”. In questo modo sarà incoraggiato a seguire l’esempio degli altri cavalli. Questa posizione all’interno del gruppo va mantenuta in diverse situazioni e circostanze come ad esempio nel primo attraversamento di un corso d’acqua, così come di un ponte, di una strada asfaltata, un tombino o una pozzanghera ecc.

Quando il cavallo si blocca di fronte all’ostacolo

Gli errori più comuni che non si devono commettere è forzare il cavallo quando si ferma davanti all’ostacolo, frustandolo o incitandolo con le gambe.
Si deve al contrario, rilassare il cavallo, allentando le redini, per consentirgli di conoscere quell’elemento nuovo.
Consentire al cavallo di osservare l’oggetto e di esplorarlo, lasciandolo autonomo nei movimenti conoscitivi che possono essere un passo in avanti, un passo indietro o di fianco, senza richiamarlo ma contenendolo soprattutto con le gambe, evitando che si giri per scappare dal pericolo, mantenendolo il più possibile di fronte a quell’ostacolo.

Nell’80% dei casi, dopo qualche titubanza, con questa metodica, con un piccolo invito ad avanzare, il cavallo risponderà al comando, avanzando senza timore, fidandosi del cavaliere.

Rischio di sgroppate improvvise

Bisogna tenere conto di alcune possibili reazioni del cavallo nel passaggio al primo galoppo in passeggiata o quando s’incontrano dei dislivelli lungo il percorso.

Incorre il rischio di una sgroppata improvvisa:

  • con la partenza al galoppo del gruppo: il cavallo può interpretare il cambio di andatura come una fuga del branco da un potenziale pericolo che lui non ha visto.
  • in prossimità di un dislivello (ad esempio un canale o una discesa ripida): il cavallo sgroppa perché si sente improvvisamente alleggeriti i posteriori e l’eccitazione del momento, della novità del luogo, può spingerlo a rallegrarsi per togliersi il cavaliere di dosso. Questo si verifica soprattutto se gli altri cavalli si sono troppo allontanati da lui.

In queste due circostanze -per le prime partenze al galoppo e per le prime discese-  è bene mantenere la testa del cavallo leggermente più alta, lasciando che si appoggi all’imboccatura, tenendo le redini più alte, sollevando le braccia di almeno 20 cm dal garrese, per impedire al cavallo di abbassare la testa e quindi di sgroppare.

Quando il cavallo si spaventa

In alcuni casi, il cavallo in passeggiata si potrebbe spaventare in maniera repentina e improvvisa e reagire in diversi modi:

  • scartare di lato
  • super indietreggiamento
  • perno sui posteriori e giravolta su se stesso di 180°

Queste reazioni potrebbero essere talmente improvvise che se non vengono anticipate dal cavaliere determinano una caduta.

Durante le prime passeggiate, è bene prevenire possibili scartate del cavallo, chiudendolo con le gambe sui fianchi e tenendo le redini a stretto contatto con il collo.

In nessun caso, di fronte a queste reazioni, si dovrà intervenire tirando le redini. Perché il cavallo potrebbe sbilanciarsi e cadere. Nello scarto improvviso, la pressione delle redini potrebbe provocare una perdita di equilibrio facendo inciampare il cavallo mentre nel caso in cui indietreggia, potrebbe addirittura ribaltarsi.

Quello che si deve fare in queste circostanze è tenersi saldi con le gambe, lasciandolo morbido sull’imboccatura. Nel caso in cui il cavallo sta indietreggiando rapidamente, l’unico modo per fermarlo è farlo girare a destra o a sinistra. Assicurarsi che il cavallo abbia poi ripreso il suo normale ritmo di respirazione prima di spronarlo nuovamente.

Quando è il caso di scendere da cavallo in passeggiata

E’ consigliato scendere da cavallo  in tutte le circostanze in cui di fronte a un ostacolo o in una situazione di pericolo (burrone, strada trafficata, rumori improvvisi forti ecc.), il cavallo mostra uno stato d’ansia eccessivo che si manifesta con irrigidimento degli arti, tremore, soffio dalle narici, scarti ripetuti e soprattutto se a tutto ciò si aggiunge il fatto che si è rimasti lontani dal gruppo.

Camminare davanti al cavallo per qualche chilometro per dare all’animale il tempo e la possibilità di rilassarsi, tranquillizzarsi, riacquistando la fiducia nel rapporto con il cavaliere che farà da capobranco.

Al ritorno della passeggiata si può portare il cavallo in testa, osservando le sue reazioni che saranno sicuramente meno pronunciate. In questo modo s’infonderà sicurezza nell’animale.

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C.D.

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