Quali sono stati gli scienziati più amanti dei cani in assoluto? Scopriamo insieme le storie di alcuni geni e dei loro pelosetti.
Conosciamo la loro incredibile intelligenza, che ha dato vita a scoperte e teorie strabilianti, ma cosa sappiamo sulla loro vita privata? Sveliamo un piccolo ma curioso tassello per conoscere meglio gli scienziati amanti dei cani: ecco il rapporto speciale che li legava al loro amico a quattro zampe.
I nostri pelosetti sono membri della famiglia a tutti gli effetti.
Queste creature straordinarie donano allegria e spensieratezza grazie alla loro presenza. Questo non vale solo per le persone comuni, ma anche per i grandi geni che grazie al loro intelletto hanno portato l’umanità perso il progresso.
In alcuni casi, i loro fedeli amici a quattro zampe li hanno persino ispirati nei propri studi. Di chi si tratta e qual è la loro storia? Scopriamolo insieme.
Tra gli scienziati amanti dei cani non può mancare James Clerk Maxwell, che rivoluzionò la fisica con le sue incredibili riflessioni.
Lo studioso si dedicava a ricerche ed esperimenti all’interno dello studio. A fargli compagnia c’erano Toby e Coonie, i suoi due cani.
I quattro zampe erano così amati dallo scienziato che vengono spesso raffigurati al suo fianco in fotografie e statue a lui dedicate.
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Richard Feynman è stato un fisico e divulgatore scientifico, che ha ricevuto il premio Nobel per la fisica nel 1965.
Lo scienziato godeva della compagnia di Venus, un simpatico cagnolino. Questi animali lo affascinavano particolarmente, in particolare in virtù dei loro straordinari sensi.
Feynman un giorno si chiese se il loro olfatto sviluppato fosse dovuto davvero a un naso migliore rispetto a quello degli esseri umani, o semplicemente al fatto che i quattro zampe trascorrono più tempo ad annusare, avvicinandosi agli oggetti.
Così, trascorse un’intera settimana a comportarsi come un cane, fino a quando decretò ufficialmente che il fiuto di Fido è intrinsecamente più accurato del nostro.
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Ludwing Boltzmann era un fisico australiano che aveva uno straordinario rapporto con un esemplare di pastore tedesco.
L’uomo lavorava come insegnante all’Università di Gratz. Ogni giorno, a mezzogiorno in punto, il suo fedele amico a quattro zampe lo raggiungeva al pub dove pranzava, distendendosi ai suoi piedi.
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