Potrebbe soffrirne anche lui e ci sono dei segnali da notare per capirlo: come diagnosticare l’epilessia del cane dai sintomi alle terapie.
Purtroppo in certi spiacevoli casi cani e umani sono più simili di quanto possiamo immaginare, poiché anche i primi possono vivere le medesime condizioni patologiche dei secondi: stiamo parlando infatti dell’epilessia del cane dai sintomi alle terapie esistenti. Tale condizione può dunque riguardare anche i nostri amici a quattro zampe e che coinvolge il loro apparato cerebrale: vediamo dunque quali possono essere le cause, i segnali e soprattutto le cure possibili per garantire al nostro Fido una vita comunque serena e dignitosa.
Come nell’uomo, anche nel cane l’epilessia è una malattia neurologica che si manifesta solitamente con continui e ripetuti attacchi convulsivi, non derivanti da stimoli esterni bensì da un malfunzionamento del cervello, che non è particolarmente diffusa in ambito canino (pare colpisca meno dell’1% degli esemplari). A differenza di quanto si è stabilito per l’uomo, classificare i segnali che precedono una crisi è molto difficile nei cani.
Per diagnosticare l’epilessia bisognerà osservare attentamente il tipo di crisi che colpisce l’animale, che può essere di tipo generalizzato o focale. Nel primo tipo ad essere coinvolti sono entrambi gli emisferi cerebrali, il che si traduce con movimenti bilaterali del corpo, con aumento o diminuzione del tono muscolare; non sono infrequenti episodi di:
Nel caso delle crisi focali invece, la parte coinvolta del cervello è singola e ben definita: noteremo su un singolo lato del corpo o una singola parte:
Non è escluso che però la crisi focale non diventi generalizzata, coinvolgendo anche l’altro emisfero cerebrale.
In realtà la malattia potrebbe avere tre diverse origini-cause, ovvero:
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>> Cane fiuta l’epilessia: arriva la conferma della scienza
Se un gene dell’epilessia canina è stato individuato nella razza del Lagotto romagnolo, pare che il Boxer abbia una certa predisposizione all’epilessia idiopatica, con maggiore incidenza negli esemplari maschi rispetto alle femmine. Proprio grazie alle ricerche condotte in parallelo sulle cure possibili per l’uomo, si è arrivati a qualche buon risultato anche circa le terapie dei quattro zampe.
Va da sé che tutte queste informazioni non possono e non devono sostituirsi al parere medico, l’unico in grado di formulare una diagnosi certa e individuare la cura più adatta alla situazione. Esistono dei farmaci AED (farmaci anti-epilettici), che inibiscono lo scatenarsi delle crisi, e adottati solitamente non dopo il singolo caso ma dopo più episodi nell’arco di una giornata, dopo 2 casi in 6 mesi o per le conseguenze post-crisi sul cane. Essi si dividono in:
Ma attenzione: i farmaci anti-epilettici non sono tutti uguali e possono avere gravissimi effetti collaterali, per questo è opportuno che sia l’esperto a consigliarli e ad adottarli con estrema prudenza. Infatti le conseguenze legate all’uso di questi medicinali potrebbe causare:
Le ricerche stanno proseguendo con buoni risultati, anche grazie alla somiglianza tra l’epilessia umana e quella animale; tuttavia le due patologie non sono affatto somiglianti per quanto riguarda i farmaci, gli effetti legati ad essi e lo studio delle crisi. Da parte di noi padroni è importante armarci di amore e pazienza, sapere come comportarsi durante le crisi e come garantirgli una vita il più possibile serena.
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