Il tuo cane deve fare una visita? E’ probabile che sia richiesto anche il test delle urine al cane: ecco di cosa si tratta e quando è il caso di farlo.
I nostri animali domestici devono regolarmente sottoporsi a visita dal veterinario e talvolta, esattamente come per noi, è necessario fare analisi più approfondite sulla loro salute con alcuni esami specifici. Uno di questi è il test delle urine al cane, un esame non invasivo e che quindi non provoca a Fido alcun fastidio. C’è un modo preciso per prelevare le sue urine e poi farle analizzare, e tutto ad un costo anche molto ridotto. Vediamo di cosa si tratta.
Certo non si può pretendere che Fido riesca a centrare il contenitore quando fa i suoi bisogni, tuttavia il campione prelevato deve essere frutto di una minzione spontanea. Sta a noi padroni cercare di centrare il flusso nel contenitore sterile che ci saremo procurati, ovviamente facendo attenzione a non sporcarci e non contaminarlo.
Quando il cane urina bisogna raccogliere la pipì e portarla ad analizzare entro 30 secondi; ma se ciò non fosse possibile bisogna metterla in frigo e e poi portarla in laboratorio entro 6 ore.
Se possibile il test sarebbe meglio effettuarlo direttamente in laboratorio, in modo che il campione raccolto sia subito analizzato: ovviamente ciò garantisce un’attendibilità dei risultati ancora maggiore.
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Sebbene non sia un compito del padrone, poiché ci sono esperti specializzati in questo tipo di analisi, è interessante sapere come si valuta la pipì del cane in base a questo esame. Ecco tutti i valori che si analizzano di un campione:
Se normalmente il colore delle urine è giallastro, diventa più scuro quando è più concentrato. Anche l’odore può essere ‘sintomatico’ di qualcosa che non va: ad esempio se sembra di annusare dell’ammoniaca, è probabile che ci sia un’infezione batterica in corso. Anche la limpidezza del liquido è importante per capire la presenza di elementi esterni, e magari nocivi. Il liquido viene poi sottoposto, se necessario, a colture batteriche e altri test specifici per prelevare cristalli, cellule e microrganismi.
Prelevare un campione di urina e farlo analizzare serve a confermare (o escludere) l’ipotesi di malattie che colpiscono il tratto urinario degli animali, e tra queste si annoverano:
In pratica, analizzando il liquido, frutto di un procedimento di scarto del corpo, significa capire come funziona l’apparato che lo espelle. Le urine rivelano il funzionamento dei reni, e in particolare del nefrone, e quindi del metabolismo dell’animale e del suo stato di idratazione.
Si tratta di uno stick che viene appunto immerso nel campione di urina del cane e passato su strisce che cambiano colore, grazie a dei reagenti, a seconda della risposta che daranno. Esso serve a valutare il PH dell’animale sottoposto al test, che è molto legato al tipo di alimentazione a cui lo sottoponiamo e la quantità di proteine.
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La risposta dovrebbe essere: ‘sempre’. Infatti si tratta di un esame di routine, da fare almeno una volta all’anno anche solo per prevenire le malattie e non solo per dare conferma a dei pericolosi sospetti.
E’ ovvio che se notiamo un odore particolare (tipo quello dell’ammoniaca) o un colore giallo intenso o con tracce di sangue (e quindi rossiccio), è il caso di approfondire e capire se c’è qualcosa che non va. Se abbiamo capito come raccogliere la pipì del cane, non perdiamo tempo: portiamolo in laboratorio!
Se saremo fortunati potremmo scoprire (e curare) sul nascere pericolose malattie, o quanto meno cercare di intervenire tempestivamente e far soffrire Fido il meno possibile.
Francesca Ciardiello
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