Cos’è la sterilizzazione chimica nel cane? Scopriamo tutto su funzionamento, efficacia e controindicazioni di questo metodo anticoncezionale.
Scegliere di adottare un cane è una decisione che comporta una grande responsabilità su ogni aspetto della vita di Fido, compreso quello relativo alla sua salute riproduttiva. Vediamo come funziona la sterilizzazione chimica nel cane, quali sono i vantaggi di questo metodo anticoncezionale e quali, invece, i rischi che comporta.
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La sterilizzazione chimica nel cane è un metodo contraccettivo che può essere usato per rendere temporaneamente sterili sia gli esemplari femmine che quelli maschi. Questa procedura prevede l’impiego di ormoni sintetici che interferiscono con il normale funzionamento dell’organismo di Fido.
Nello specifico, il sistema nervoso centrale, una volta captata la presenza di un alto livello di ormoni, inibisce il ciclo ormonale. Nel caso degli esemplari femmine, si fa comunemente ricorso alla pillola anticoncezionale. Oltre alla somministrazione per via orale, i farmaci possono essere assunti per via sottocutanea o intramuscolare.
La sterilizzazione chimica prevede l’assunzione di un farmaco che contiene un derivato sintetico dell’ormone sessuale del cane, chiamato progesterone. In alternativa, si può fare ricorso anche ad androgeni e ormoni maschili.
La pillola contraccettiva viene prescritta dal veterinario per posticipare l’inizio del calore o per interromperlo prematuramente. Nel primo caso, il farmaco deve essere somministrato durante il momento di pausa tra due calori. Nel secondo, invece, va somministrato quando il cane è in calore, all’inizio della fase di proestro.
In questo periodo, infatti, l’animale inizia a perdere sangue, attirando il maschio, ma non è ancora pronto alla fase di accoppiamento. Nel caso degli esemplari maschi, invece, la somministrazione avviene tramite una iniezione intratesticolare. Si può ricorrere alla vasectomia chimica oppure alla orchiectomia.
In alcuni casi, oltre ad iniettare ormoni, vengono immesse sostanze irritanti. Il loro scopo è impedire la mobilità degli spermatozoi, attraverso l’alterazione dei condotti di transito.
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Cosa bisogna sapere prima di ricorrere alla sterilizzazione chimica nel cane? Queste modalità di controllo delle nascite non sono esenti da rischi. Esse, infatti, espongono Fido al rischio di contrarre patologie, tra cui tumore alle mammelle, disturbi uterini, aumento di peso e diabete canino.
Inoltre, si rischierebbe di allungare il periodo di pausa tra una fase di calore e l’altra, noto come anestro. Infine, un utilizzo ripetuto di metodi di contraccezione chimica rischia di compromettere la fertilità di Fido, bloccandone permanentemente l’ovulazione.
Per questo, dovrai valutare attentamente se servirti o meno delle procedure di sterilizzazione chimica nel cane. Consulta il parere del tuo veterinario, che saprà indicarti la soluzione più idonea al tuo caso. Tieni in considerazione, comunque, che tali metodi sono fortemente sconsigliati in determinate situazioni.
Tra queste, ad esempio, se pensi che l’animale sia incinta, se è diabetico o se soffre di una malattia dell’utero. Inoltre, ci sono controindicazioni per i levrieri, in particolar modo per quanto riguarda gli esemplari femmine della razza Greyhound.
Sapevi che, oltre ai metodi di sterilizzazione chimica nel cane che abbiamo elencato, in commercio esiste anche la pillola del giorno dopo? Il suo principio attivo è l’aglepristone, usato come sostanza abortiva negli animali in gravidanza. Questo farmaco non può essere assunto per via orale.
Infatti, attualmente esiste unicamente una soluzione iniettabile. Affinché il rischio di nascite indesiderate sia ridotto a zero, il veterinario deve eseguire una iniezione al cane, seguita da un’altra a distanza di 24 ore.
Antonio Scaramozza
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