La sindrome di Cushing nel cane: come riconoscerne i sintomi, capirne le cause e trattare la patologia per salvargli la vita.
Tra le patologie che colpiscono i nostri amici a quattro zampe, sempre più di frequente, si annovera la cosiddetta malattia o sindrome di Cushing. Eppure si sa ancora poco delle sue caratteristiche e sugli effetti devastanti che può avere su Fido: basti pensare che, se non trattata in tempo, può addirittura portare alla morte dell’animale. Per questo è importante scoprire in che modo è possibile riconoscere in tempo i sintomi per contrastare l’insorgere della malattia. L’articolo di certo non vuole sostituirsi ad un trattato medico, ma vuole fornire spunti elementari a chi si approccia alla patologia per la prima volta.
La sindrome di Cushing: che cosa è
Nota con diversi nomi, quali Sindrome o Morbo di Cushing, ma anche iperadrenocorticismo o ipercorticismo, la malattia è molto frequente sia nei cani che nei gatti ma ancora non tutti i padroni sanno riconoscerla. Questo accade perché probabilmente i sintomi della patologia sono tanti e diversi tra loro, quindi sembra impossibile considerarli frutto di un unico malessere.
In termini semplici la malattia si verifica quando le ghiandole surrenali producono una quantità eccessiva di ormoni steroidei: essi hanno, tra le varie funzioni, anche quella di regolare la quantità di zuccheri nel sangue, creando danni e disagi al funzionamento dell’intero organismo dell’animale che ne è colpito. Questo ormone quindi serve a far rispondere il corpo agli attacchi esterni, attivando le riserve energetiche.
I soggetti più colpiti hanno generalmente vanno dai 6 anni in su e sono di taglia medio-piccola, come ad esempio il Bassotto, il Beagle, il Boxer, il Norfolk Terrier etc.
Sintomi del Cushing
Proprio perché così diversi tra loro potrebbe essere difficile riconoscerli e soprattutto ‘raggrupparli’ tutti sotto un’unica etichetta di malattia. Infatti i segnali che ci invia un cane con questo morbo sono molto variabili, poiché dipendono dagli effetti dei corticosteroidi (ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali) sulle varie zone dell’organismo che colpiscono. Riconoscere i sintomi è fondamentale per accelerare i tempi di una diagnosi, ma la difficoltà sta anche nel riconoscere i periodi di latenza e di evidenza degli stessi nel nostro cane. Infatti quando sembra che i sintomi siano scomparsi, potrebbero ripresentarsi in seguito più evidenti di prima. Ecco quali sono i comportamenti del cane che è il caso di segnalare:
- aumento della sete (polidipsia)
- aumento del rischio di infezioni cutanee (piodermiti)
- minzione eccessiva (poliuria)
- letargia
- fame continua (polifagia)
- obesità e gonfiore
- pelo più rado e ricrescita lenta
- iper-pigmentazione cutanea (ovvero la pelle si scurisce o presenta macchie)
- zone colpite da alopecia
- assottigliamento della cute
- atrofia muscolare.
Inoltre vi sono due sintomi propri rispettivamente del maschio e della femmina del cane: nel primo vi è una atrofizzazione dei testicoli (si restringono); nella seconda invece permane la fase dell’anestro (se vuoi approfondire il ciclo di riproduzione della cagna, clicca qui).
Questi segnali che può inviare un cane malato possono presentarsi da soli oppure insieme, ma vi sono casi in cui l’animale presenta solo uno di essi. Ma generalmente i più comuni della sindrome di Cushing sono il gonfiore addominale e la perdita del pelo (se vuoi approfondire perché un cane perde il pelo, clicca qui).
Le cause della malattia
Purtroppo la risposta al perché un cane viene colpito dalla sindrome di Cushing è quasi sempre il tumore. Esso, nel caso specifico di questa patologia, interessa le ghiandole surrenali o l’ipofisi: quest’ultima è un’altra ghiandola che comanda le stesse ghiandole surrenali di cui sopra. In casi meno comuni però la causa potrebbe essere in una lunga e prolungata terapia a base di cortisone; solo in circostanze molto rare il cane può ammalarsi del morbo di Cushing a causa di una cattiva alimentazione.
Diagnosi
Ecco alcuni degli esami più specifici, cui dovrà sottoporsi il cane. naturalmente non spetterà a noi capire quali siano quelli più adatti al suo caso, poiché sarà il veterinario a prescrivere questi test. In linea di massima gli esami consigliati per formulare una diagnosi di sindrome di Cushing sono i seguenti: analisi del sangue, delle urine e alcune tecniche di diagnostica per immagini. Con un’ecografia infatti si potrà già definire un probabile aumento di volume dei surreni e la presenza di noduli.
Sindrome di Cushing: come si cura
Naturalmente una terapia è possibile, ma bisognerà trovare quella più adatta alla causa che l’ha scatenata. Se infatti il motivo è legato all’alimentazione, sarà necessario modificarla in toto, sempre su consiglio del veterinario. Se la causa invece è legata alla presenza di un tumore, sarà sempre l’esperto a valutare la situazione e capire se è il caso di intervenire chirurgicamente per la sua rimozione e tenere sotto controllo il cane per escludere la presenza di metastasi.
Il farmaco oggi più utilizzato per combattere questa patologia è il Trilostano, o Vetoryl, che abbassa e contrasta la produzione degli ormoni steroidei. Gli effetti collaterali di questo farmaco sono episodi di vomito e diarrea. Esso va somministrato una volta al giorno insieme al pasto, facendo dei piccoli esperimenti iniziali per capire qual è il dosaggio giusto: bisognerà basarsi sui risultati delle analisi del sangue. La cura dovrebbe durare per tutte l’esistenza del cane (se non è possibile asportare il cancro con un’operazione).
Anche l’alimentazione del cane con Sindrome di Cushing dovrà essere rivista: meno carboidrati e più proteine, fibre e vitamine, come accade nei cani magri affetti da diabete.
Data la varietà dei sintomi, è assolutamente tenere il cane sempre sotto controllo per riconoscerne i segnali in tempo. Bisogna non mancare mai alle visite dal veterinario. Purtroppo se la sindrome di Cushing è derivata da un carcinoma, le prospettive di vita sono notevolmente ridotte; ma nel caso delle forme benigne basterà curarlo per evitare che gli effetti dell’alta concentrazione di cortisolo portino alla morte dell’animale.
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F.C.
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