La Piroplasmosi nel cane o Babesiosi è una malattia trasmessa dalle zecche. Vediamo cosa di preciso causa la malattia, i sintomi e il trattamento.
La Piroplasmosi o Babesiosi è una malattia trasmessa al cane dalle zecche. Ciò che causa la malattia è il protozoo Babesia canis, ossia un agente patogeno. Si tratta di un parassita intracellulare dei globuli rossi, che causa anemia ed emoglobinuria.
La causa della piroplasmosi nel cane, è questo agente patogeno, il protozoo Babesia canis. La Babesia canis è diffusa molto in Italia, questo protozoo ovviamente non infetta il cane da solo ma utilizza come vettore le zecche della famiglia Ixodidae.
La zecca nutrendosi del sangue dell’animale infetto, permette il passaggio del protozoo dal cane a essa. Quando in seguito si nutrirà del sangue di un altro cane, infetterà anche il soggetto sano. Successivamente all’entrata in circolo il protozoo s’introduce nel globulo rosso iniziando a moltiplicarsi all’interno tramite scissione binaria.
La membrana del globulo, dopo la moltiplicazione si rompe, mettendo in circolo tutta la nuova prole. La malattia ha un periodo d’incubazione che va dai sette ai quattordici giorni. Quando il corpo riconosce il problema, la milza incamera i globuli rossi e da qui può eliminarli oppure non avere la forza di farlo.
Ciò cambia in base al soggetto e alla sua ipersensibilità. Se il cane è un soggetto resistente, il protozoo viene distrutto tramite una risposta degli anticorpi contro i protozoi presenti sulla superficie dei globuli rossi.
I sintomi della piroplasmosi nel cane, cambiano in base al grado d’infezione, all’età del cane e al suo quadro clinico. Esistono diverse forme di piroplasmosi e in base a queste, i sintomi sono diversi.
I sintomi della malattia non sono sempre facili da riconoscere con convinzione, poiché possono essere riscontrati in altre patologie, solo il veterinario può fare una diagnosi definitiva attraverso un esame del sangue al cane, al microscopio. Se il test è positivo, è necessario procedere con un trattamento di attacco molto velocemente.
Fortunatamente, il trattamento precoce è di solito efficace nel superare la piroplasmosi. Se rilevato anticipatamente, il medico utilizzerà le iniezioni per eliminare il parassita e il trattamento avrà nella maggior parte dei casi successo.
D’altra parte, in caso di trattamento partito tardivamente, può essere necessaria un’intensa terapia complementare, come la reidratazione dell’animale per non disidratare il cane, così come le trasfusioni di sangue per compensare la mancanza di globuli rossi. Più tardi si procederà al trattamento, maggiore è il rischio di complicanze e di danni al fegato e ai reni.
Innanzitutto bisogna dire che esiste anche un vaccino prevenibile contro la piroplasmosi nel cane fino a sei mesi di età, ma la loro protezione non è efficace al 100%. Il trattamento contro questa malattia infettiva si basa sull’iniezione di Imidocarb e da un ciclo di antibiotici come la Doxicilina per almeno 21 giorni.
Nel caso in cui il cane abbia problemi di alimentazione o disidratazione bisogna anche intervenire con terapie di sostegno. Logicamente ci sembra doveroso suggerire la prevenzione, è perciò fondamentale esaminare attentamente il cane una volta rientrati dalla passeggiata.
Utile, sarà poi, rilevare i parassiti e rimuoverli rapidamente con un gancio per le zecche e come sempre in questo caso l’uso di un prodotto antiparassitario, in modo frequente è la prevenzione più sicura contro la piroplasmosi, poiché consente di avvelenare la zecca a contatto con i peli prima che inizi a succhiare.
Raffaella Lauretta
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