Parvovirus: proteggere il cucciolo di cane dal virus della parvovirosi

Parvovirus: proteggere il cucciolo di cane dal virus della parvovirosi

Il tuo cucciolo di cane può essere in pericolo se non viene protetto dal parvovirus. La parvovirosi è una malattia molto grave.

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(Foto Pixabay)

Il parvovirus canino è un virus che infetta soprattutto i cuccioli di cane, perché il loro sistema immunitario è ancora poco sviluppato. I vaccini, se non somministrati in tempo, non sono efficaci del tutto, e la dieta è un fattore molto importante per combattere questa malattia. Scopriamo di più di questa malattia, e come salvaguardare il nostro amato cucciolo dal parvovirus.

Cos’è il parvovirus canino?

Il parvovirus canino è un virus che colpisce in particolare i cuccioli, e che può portare malattie anche molto gravi. Importante è sapere come proteggere il cucciolo di cane.

Cucciolo che dorme (Foto Piaxabay)
(Foto Pixabay)

Il parvovirus è stato diagnosticato a partire dagli anni ’70. Fino agli anni ’80, molti cuccioli purtroppo non sopravvivevano a tale infezione, la cosiddetta parvovirosi.

Il parvovirus si trasmette per via orale, ed è un virus molto resistente alle aggressioni ambientali. Negli adulti è poco comune, perché di solito sono già vaccinati.

Solitamente infetta i cuccioli quando perdono l’immunità della madre, quindi allo svezzamento, intorno alle 6 settimane di vita.

Il parvovirus attacca le cellule con cicli di divisione rapida, per cui di solito causa gastroenterite (nelle cellule intestinali), ma può attaccare anche il midollo osseo.

I sintomi principali dell’infezione da parvovirus sono i seguenti:

  • Anoressia;
  • Vomito;
  • Depressione.

Questi sintomi poi sono seguiti da diarrea emorragica, disidratazione e febbre. I casi più gravi possono arrivare anche all’ittero e coagulazione intravascolare disseminata (CID).

Come viene trattato il parvovirus

Per prima cosa, quando bisogna curare il cucciolo dal parvovirus, bisogna evitare la disidratazione. Per questo, si utilizza la fluidoterapia per ripristinare liquidi.

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(Foto Adobe Stock)

Il veterinario procede poi con una terapia a base di antibiotici (amoxicillina o cefalosporine), per poi curare il vomito con antiemetici (come la metoclopramide).

Bisogna tenere il cucciolo a digiuno assoluto finché non soffre di vomito per 24 ore. Nei casi più gravi potrebbe rivelarsi necessaria anche una trasfusione di sangue al cane.

Di solito, dopo 3-5 giorni inizia un miglioramento. A questo punto è possibile reintrodurre una dieta leggera poco a poco.

Se il trattamento inizia precocemente, la prognosi è eccellente, ai giorni nostri il parvovirus nel cucciolo viene curato con ottimi risultati.

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Come prevenire il parvovirus nel cucciolo

cuccioli cane
(Foto Pixabay)

Per prevenire l’infezione da parvovirus, il modo migliore resta la vaccinazione del cucciolo di cane.

Ci possono però essere dei problemi, perché dopo le 6 settimane di vita del cucciolo, per altre 1-2 settimane resta ancora potente l’immunità materna.

Questo può portare a inattivare i vaccini, ma non a difendere il cane dall’infezione del parvovirus. Come possiamo quindi difendere il piccolo Fido?

Per questo, bisogna necessariamente salvaguardare i cuccioli con altri metodi, come l’immunonutrizione, ad esempio.

I cuccioli hanno un sistema immunitario ancora scarsamente sviluppato, per cui c’è bisogno di una dieta speciale, a seconda delle loro esigenze nutrizionali ed energetiche.

La madre trasferisce la sua immunità in due diversi modi:

  • Attraverso il flusso sanguigno, all’interno dell’utero;
  • Attraverso l’allattamento, dopo che il cucciolo è nato.

Esistono per questo degli alimenti appositamente studiati per questo motivo, in modo da soddisfare ogni esigenza energetica, nutrizionale ed immunonutriente del cucciolo.

Solitamente forniscono nutrienti funzionali quali nucleotidi e immunoglobuline, che stimolano il sistema immunitario per svilupparsi, così da proteggere il cane.

Grazie a queste tecniche preventive (e non) sarà possibile proteggere il nostro cucciolo di cane dal parvovirus, ed evitare una malattia potenzialmente molto grave.

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F. B.

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