Tra le varie malattie genetiche che possono colpire il cane si annovera l’osteocondrodisplasia: scopriamo insieme di cosa si tratta.
La lettura del nome di questa malattia, lungo e piuttosto difficile da pronunciare (e da ricordare), probabilmente non vi suggerirà nulla. Eppure chiunque, almeno una volta nella vita, ha visto un cane affetto da osteocondrodisplasia. Scopriamo allora di cosa si tratta, quali sono le razze canine più colpite dalla patologia, e quali aspettative di vita hanno gli esemplari da essa affetti.
L’osteocondrodisplasia è una malattia genetica, di carattere ereditario, che può colpire anche il cane.
La patologia si sostanzia in uno sviluppo anomalo dello scheletro dell’animale, in particolare per ciò che concerne gli arti: essi appaiono corti e decisamente sproporzionati rispetto al resto del corpo del cane. Non a caso l’osteocondrodisplasia è nota anche come nanismo scheletrico.
In alcuni casi, nel corso dello sviluppo, le ossa interessate possono seguire una curva anomala, apparendo arcuate o angolate. Alcune razze canine sono particolarmente predisposte al problema. Tra esse annoveriamo:
Purtroppo, oltre a quelle naturalmente predisposte all’insorgenza del problema genetico, vi sono altre razze canine che soffrono del disturbo, e per una precisa scelta dell’essere umano.
Parliamo del nanismo selettivo, che ha prodotto razze quali il Bassotto ed il Corgi, frutti di una selezione artificiale, guidata da fini puramente estetici.
I sintomi della patologia sono piuttosto evidenti; d’altronde il cane affetto da osteocondrodisplasia ne porterà i segni sul corpo per tutta la vita. Ma oltre alla conformazione fisica dell’animale, possono presentarsi altri segni clinici, più o meno gravi.
Gli esemplari affetti dall’anomalia genetica sono più inclini ad ammalarsi di artrite. Dolori alle ossa e alle articolazioni, difficoltà di deambulazione possono divenire problemi all’ordine del giorno. Le conseguenze sono facilmente immaginabili.
Un cane che prova dolore sarà più restio al movimento fisico, con prevedibile aumento di peso, che inciderà ancor di più sulla deambulazione dell’animale: un circolo vizioso insomma.
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Quanto vive in media un cane affetto da osteocondrodisplasia?
Non v’è, in verità, una risposta univoca. Il tutto dipende dal caso specifico, e dunque dalla gravità dell’anomalia genetica e dallo stato di salute generale del vostro animale.
Nulla toglie che un cane affetto dalla patologia conduca una vita lunga, senza alcun segno di sofferenza; così come è possibile che l’animale viva a lungo, ma fortemente condizionato dai segni della malattia.
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Dunque, più che chiederci quanto vivrà il nostro cane, sarebbe bene interrogarsi sulla qualità di vita che possiamo offrirgli; una vita libera da dolore e sofferenza.
Certo, non esiste alcuna cura risolutiva per l’osteocondrodisplasia; si può agire con una terapia conservativa, mediante l’utilizzo di farmaci infiammatori e analgesici, affiancati dalla somministrazione di un regime alimentare volto a contenere il peso dell’animale.
Di certo, ciò che possiamo fare è agire in via preventiva, non facendo accoppiare cani affetti dalla patologia (evitando dunque che possano trasmetterla ai propri discendenti) e soprattutto non alimentando il mercato del nanismo selettivo.
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A. S.
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