Come si individua la mastite nella cagna e come è possibile curarla? Tutto quello che c’è di pericoloso e cosa fare in questa situazione.
Non si tratta di un problema così raro purtroppo: la mastite mammaria può colpire facilmente il nostro amico a quattro zampe, sebbene vi siano dei periodi in cui la cagna risulta particolarmente a rischio: vedremo quali sono e in che modo è possibile rimediare a questa situazione. Come sempre accade, l’importante è riconoscere in tempo i sintomi e i segnali che ci invia lo stato generale dell’animale: ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla mastite nella cagna.
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Per capire il problema di salute cui potrebbe andare incontro la nostra cagna, è opportuno indagare prima sulla sua natura. Si tratta infatti di una infiammazione delle ghiandole mammarie, che può portare ad una infezione delle stesse e che può coinvolgere una sola o entrambe le mammelle dell’animale. Dopo il parto le difese immunitarie della madre si abbassano notevolmente e la comparsa di alcuni germi, gli stafilococchi, causano un’infezione alle mammelle.
Attraverso l’anamnesi, ovvero la storia clinica del cane, decorso clinico e alcuni esami specifici, sarà possibile definire se si tratta di questa malattia o di altri problemi che possono rivelarsi nel periodo successivo al parto, dopo lo svezzamento ma anche in caso di gravidanza isterica nella cagna. Un indizio possiamo recuperarlo anche dalla dimensione dei cuccioli: se non crescono vuol dire che il problema è da ricercarsi nel latte materno, privo delle sostanze nutritive necessarie per il loro fabbisogno giornaliero. Sarà possibile definirlo con una coltura microbiologica del latte ed un’ecografia della mammella. L’infiammazione o ascessi vari possono essere dei segnali ma non sono sempre una diretta conseguenza. Vediamo dunque quali sono i sintomi per riconoscere la mastite nella cagna.
Prima si riconoscono i segnali e più facile sarà curare la malattia senza correre rischi inutili non solo per la mamma ma anche per i suoi cuccioli. Vediamo dunque quali sono i sintomi a cui prestare attenzione, sebbene si tratti talvolta di indicazioni ‘generali’ che possono portare a diverse patologie e disturbi (solo test specifici potranno dare conferma alle nostre ipotesi). Il cane presenta:
Qualora i capezzoli fossero duri e provocassero dolore alla cagna, quest’ultima potrebbe anche rifiutarsi di allattare i cuccioli (Leggi qui: Allattamento della cagna: caratteristiche, alimentazione e tutti i rischi). Lo stesso latte materno potrebbe essere fonte di infezione per i cuccioli e per alcuni potrebbe anche essere causa di morte.
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Una volta che la cagna ha partorito non dobbiamo pensare che non abbia più bisogno di noi, anzi. Dobbiamo assolutamente fare attenzione a tutti i segnali che il suo corpo ci invia e intervenire prontamente, per garantire alla cagna e ai suoi cuccioli una vita normale. Infatti il problema non riguarda solo la cagna ma anche la vita stessa dei suoi piccoli appena nati.
Dato che solitamente la malattia si manifesta durante l’allattamento, si potrà optare, su consiglio del veterinario, per l’uso di probiotici, che abbasseranno il rischio di episodi di diarrea legata alla somministrazione di antibiotici. Infatti questi ultimi potranno essere la cura consigliata dal medico, da adottare per almeno due o tre settimane. Allo stesso tempo possono essere utili gli antinfiammatori per sgonfiare la mammella e rendere il dolore più sopportabile. Nei casi estremi sarà la chirurgia il passo decisivo: attraverso un drenaggio degli ascessi ma anche una mastectomia.
Ma si sa, prevenire è sempre meglio che curare: bisogna avere una attenta igiene delle mammelle e dei cuccioli e soprattutto tagliare loro le unghie (Leggi qui: Come tagliare le unghie al cane? Tutti i passaggi da seguire). Infatti con le unghie possono ferire la mammella e dare vita a profonde infezioni, come anche la mastite.
Francesca Ciardiello
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