L’Akita è una razza di cane maggiormente predisposta rispetto ad altre ad alcune malattie. Quali sono e come si possono prevenire?
Come ogni razza, anche l’Akita ha dei punti deboli riguardanti la sua salute. Per cause più o meno note è un cane che risulta più soggetto ad alcune patologie piuttosto che ad altre. Bisogna sapere quali sono le malattie più comuni nell’Akita e cosa fare per prevenirle.
Bello, robusto e con l’aria di un perfetto capo branco, l’Akita sembrerebbe il ritratto della salute, ma anche lui, purtroppo, non è esente dall’avere problemi di salute.
Si presenta come un cane resistente finanche alle più basse temperature, ma alcune delle malattie che potrebbero colpirlo sono genetiche ed a carattere ereditario.
Nonostante le selezioni selettive di alcuni allevamenti, certe patologie possono presentarsi all’improvviso, anche già nei cuccioli di Akita.
Le malattie più comuni per questa razza di cane sono:
Abituato ad un’alimentazione orientale, il cane Akita nell’adattarsi alla nostra dieta occidentale ha riscontrato delle difficoltà.
Spesso si riscontrano, con lo svezzamento, in primis una intolleranza al lattosio, a cui si possono o meno sommare intolleranze ai farinacei, alla carne di pollo ed alla carne di manzo.
La displasia all’anca è una patologia che nell’ Akita può verificarsi già nel periodo dello sviluppo e non solo nel cane adulto o anziano.
L’importante è portare il nostro cane dal veterinario appena lo vedessimo titubante nell’appoggiare la zampa a terra o nel camminare in modo strano, ma anche solo se cambia comportamento.
Il cane, infatti, è in grado di convivere col dolore compensando con le altre parti del corpo: è sempre consigliato effettuare una radiografia già ad un anno di vita perché quando si dovessero manifestare i primi sintomi la malattia potrebbe già essere avanzata.
Le oculopatie sono spesso ereditarie: a qualsiasi età potrebbe svilupparsi una displasia retinica o il glaucoma.
Anche l’entropion, per la caratteristica conformazione degli occhi nell’Akita, è tra i problemi che possono colpire gli occhi di questa razza di cane.
È molto importante premurarsi che il cane sia seguito costantemente dal veterinario: se presa in tempo, il rischio che una oculopatia degeneri causando cecità diminuisce.
Altra malattia che può colpire il nostro Akita Inu è la Sindrome di Vogt-Koianagy-Harada o Morbo di Harada.
Può succedere che, ad esempio dopo un calore molto forte, una giovane Akita inizi a stare male, finché tutti i problemi si concentrano sugli occhi.
Da un veterinario non specializzato in oculistica, i primi sintomi possono essere scambiati per una uveite o una comune congiuntivite.
Le preoccupazioni insorgono quando, dopo il trattamento con antibiotici, la situazione peggiora e, da arrossati, gli occhi arrivano ad avere una patina opaca.
In realtà è una malattia di natura genetica, con epilogo non positivo per il cane: il carattere della patologia è degenerativo e porta a cecità.
Come la sindrome uveo dermatologica, anche il Morbo di Harada è di natura autoimmune: le cellule deputate alla difesa dell’organismo non riconoscono alcuni organi e vanno ad attaccarli.
Non viene attaccata solo l’uvea dell’occhio ma anche la pelle, l’orecchio interno ed il sistema nervoso centrale.
Di conseguenza il nostro cane potrà avere sintomi non solo agli occhi e dunque anche:
Per ridurre la forte infiammazione il veterinario ci prescriverà una potente cura cortisonica e sicuramente si premurerà che per l’igiene del cane andremo ad usare prodotti molto delicati ed idonei alla pelle irritata.
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L’Adenite sebacea è una malattia rara ma alcune razze come l’Akita Inu ed il Barbone gigante ne sono predisposte.
Si tratta di un’infiammazione delle ghiandole sebacee della pelle del cane che può sfociare in infezione.
Le ghiandole sebacee subiscono un processo degenerativo verso la loro distruzione, a causa di:
I primi segnali della malattia si evincono quasi sempre dalle orecchie: i padiglioni si riempiono di croste, che poi possono infettarsi e causare altre problematiche nel cane.
Si presume che questa malattia autoimmune si manifesti dopo un evento scatenante: cure farmacologiche aggressive o una forte infezione stressano il corpo a tal punto da suscitare una reazione autolesionista del sistema immunitario.
All’inizio potrebbe essere confusa con la leishmaniosi ma, attraverso esami più approfonditi, per esclusione si arriva a diagnosticarla, spesso in concomitanza con la Sindrome di Vogt-Koianagy-Harada.
La cura consisterà innanzitutto nel cercare di prevenire le sovrainfezioni o quelle che già hanno colpito la pelle del cane.
Ma senza dubbio una terapia antibiotica andrà a combattere l’infezione subentrata all’infiammazione della ghiandola sebacea.
Maggiore sarà la velocità nella capacità di rigenerare le ghiandole sebacee rispetto alla velocità in cui si distruggono e più probabilità di guarigione avrà il nostro Akita.
Non per tutti i cani di questa stessa razza si ha lo stesso epilogo della malattia: alcuni guariscono, in altri il pelo non ricresce.
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Purtroppo trattandosi per la maggior parte di malattie genetiche ed ereditarie nell’Akita è difficile prevenirle.
Sicuramente portando il nostro cane periodicamente a controllo dal veterinario, eventualmente, si potrebbe diagnosticare una di queste malattie ai suoi inizi e dunque evitarne i rischi peggiori.
Se vedessimo, nel periodo dello svezzamento, sintomi quali gonfiore addominale, vomito e diarrea allora potremmo pensare ad un’intolleranza al lattosio nel cane.
Tuttavia dovrà essere sempre il medico a confermarla: spesso ce ne accorgiamo proprio al cambio di alimentazione da cucciolo ad adulto.
Ma saranno solo dei test allergologici sul cane a rassicurarci che magari il nostro Akita non sia allergico ad altri alimenti.
Per quanto riguarda le malattie autoimmuni, studi sul caso hanno dimostrato che ad un buon sistema immunitario si arriva senza dubbio seguendo un’alimentazione corretta.
Un ottimo livello di vitamina D nel cane lo proteggerebbe dall’esplosione di una malattia a cui potrebbe essere predisposto.
Ad ogni modo, per chi volesse prendere un Akita Inu da un allevamento, è sempre consigliato assicurarsi che fino a tre generazioni precedenti queste malattie non si siano mostrate.
È anche vero che, anche in un cane “sano su carta” qualsiasi evento possa scatenare una risposta immunitaria anomala.
Qualora il nostro cane soffrisse di problemi cutanei, bisogna utilizzare prodotti lenitivi e di origine naturale: per un cucciolo di cane occorre scegliere uno shampoo idoneo alla sua pelle delicata, ad esempio.
Oggi in commercio ci sono tanti prodotti per gli animali che soffrono di particolari patologie dermatologiche.
Non sbaglieremmo mai se chiedessimo sempre al veterinario chiarimenti e delucidazioni: meglio una domanda in più che rischiare di peggiorare la salute del nostro cane.
Qualora il cane fosse affetto da adenite sebacea, perché non vi siano sovrainfezioni, è bene procedere alla cura del pelo dell’Akita con regolarità.
Spazzolandolo spesso toglieremmo il pelo morto sì, ma puliremmo il manto eliminando anche eventuali insetti o corpi estranei che provocherebbero ulteriore infiammazione.
Dalla primavera all’autunno inoltrato, per evitare morsi di zanzare o di insetti, è consigliabile usare dei repellenti da mettere sul cane.
Questo è uno dei modi con cui si cerca di evitare la leishmaniosi nel cane o la filarosi: potrebbero causare danni seri alla salute del nostro Akita.
Una ulteriore accortezza va presa nel modo di alimentare il cane: è sconsigliato che consumi un solo pasto giornaliero.
Non deve arriavare tanto affamato a mangiare: sarebbe troppo vorace ed ingerire grandi quantità di cibo in poco tempo causerebbe una torsione gastrica nel cane.
Fondamentalmente è sempre opportuno puntare sulla prevenzione, come per noi anche per il nostro Akita: solo così si eviterebbero rischi severi per la sua salute.
S. A.
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