Un cagnolino affettuoso che però può avere problemi di salute ereditari: tutto quello che c’è da sapere sulle malattie del Bichon Havanese dai sintomi alle cure.
Che aspettativa di vita ha un Bichon Havanese e a cosa dobbiamo fare attenzione per quanto riguarda la sua salute? In realtà questo discorso vale per tutti gli animali domestici: dovremo prenderci cura di ogni aspetto della loro vita e magari riconoscere in tempo alcuni segnali che ci invia il loro corpo e che possono nascondere alcune patologie: cosa sapere su tutte le malattie del Bichon Havanese.
Bichon Havanese: quanto può vivere?
Chiariamo subito: non si tratta di un animale cagionevole, almeno ‘sulla carta’ ma è fondamentale sapere che ci sono alcune patologie che possono compromettere la sua salute più di altre.
E’ un cagnolino di piccola taglia ma con un’aspettativa di vita media che si aggira intorno ai 13-15 anni. Non lasciatevi ingannare dal suo aspetto e dalle sue dimensioni ‘contenute’: in realtà questa razza è molto forte e non presenta (salvo eccezioni) grandi problemi fisici.
Malattie del Bichon Havanese: quelle oculari
Sebbene sia un esemplare che non soffra di particolari patologie aggressive, la zona degli occhi appare la più delicata. I sintomi più comuni di queste patologie sono:
- arrossamento oculare,
- lacrimazione eccessiva,
- fuoriuscita di secrezioni dall’occhio,
- ammiccamento frequente ed emorragia oculare (nell’uveite),
- prurito,
- gonfiore.
Numerose e di vari livelli di gravità possono presentarsi le patologie oculari che colpiscono il Bichon Havanese e in particolare:
- congiuntivite,
- uveite,
- infiammazione della cornea,
- anomalie di palpebre e ghiandole lacrimali,
- cataratta,
- distichiasi.
Se la congiuntivite canina è un’infiammazione della membrana della mucosa anteriore dell’occhio e della palpebra interna, l’uveite del cane è un’infiammazione dell’uvea appunto.
Alcune razze, come questa, sono più soggette a infiammazioni della cornea dovute a cause esterne (quindi per contatto, trauma etc); mentre una delle anomalie della palpebra più diffuse è quando i normali follicoli piliferi sono rivolti verso l’interno dell’occhio e non all’esterno.
La cataratta nel cane è un opacizzazione del cristallino nell’occhio e, oltre a creare fastidio all’animale, non gli consente neppure di vedere in maniera nitida. Infine la distichiasi prevende una crescita anomala delle ciglia o crescono sul bordo delle palpebre, infiammandole e irritandole.
Cure possibili
Se per la congiuntivite il medico mirerà a risolvere la causa di questa infiammazione con farmaci appositi come: antivirali, antiparassitari, antibiotici (dipenderà dalla causa scatenante), nel caso dell’uveite la cura possibile può essere locale, tramite pomate o colliri, oppure assunta per via orale.
Anche nel caso delle infiammazioni della cornea, a seconda della tipologia, saranno applicati gel e unguenti a base di antibiotici, cortisonici e immunosoppressori, magari più volte al giorno.
Spesso la sola soluzione alla cataratta è quella chirurgica, mentre per la distichiasi, in base alla gravità e alla posizione dei bulbi piliferi, spesso si consiglia l’epilazione delle ciglia ( o la loro rimozione) e la crioterapia.
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Malattie del Bichon Havanese: tutte le altre
Una delle più frequenti patologie a cui è soggetta questa razza e che non interessa gli occhi è la eclampsia puerperale: è una malattia che colpisce sia cani che gatti prima, durante ma più spesso dopo il parto.
E’ una condizione di ipocalcemia: infatti per ‘curarla’ solitamente si utilizzano delle iniezioni endovenose di calcio alla comparsa dei primi sintomi. Se riconosciuta e curata correttamente, magari anche con un’alimentazione ricca di calcio e fosforo, può essere risolta.
Lo Shunt portosistemico congenito comporta un malfunzionamento del fegato, che ha la funzione di filtro per il sangue. La sola soluzione è quella chirurgica, che andrà ad agire sui vasi sanguigni.
Infine può soffrire di sordità congenita, tipica dei cani a ‘mantello bianco’ ed eterocromia dell’iride: tutti questi fattori ereditari agiscono sull’udito del cane e lo rendono soggetto a sordità neurosensoriale.
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