L’istinto materno nei cani: come si sviluppa

L’istinto materno nei cani: come si sviluppa

I cani possono essere ottimi genitori: come si sviluppa questo loro istinto materno nei confronti di umani e cuccioli e cosa c’è da sapere.

Istinto materno cani
Istinto materno cani: come si sviluppa e come si esprime con i cuccioli e gli umani (Fonte: Pixabay)

Le femmine dei cani possono essere delle ottime madri anche tra gli animali. Questo loro istinto materno si sviluppa con i cuccioli, ma anche con gli umani, soprattutto quelli più piccoli. Probabilmente perché hanno l’istinto di protezione ben sviluppato e la capacità di anteporre alle loro esigenze quelle dei figli. Si tratta di un istinto di ogni specie, forse per garantire una certa continuità tra più anziani e cuccioli: se ben accuditi questi ultimi diventeranno adulti e dunque in grado di riprodursi a loro volta. E per proteggere i loro piccoli sarebbero capaci di tutto, anche a difenderli a costo della loro stessa vita. Vediamo come si sviluppa questo loro istinto, i casi in cui è assente e in che modo lo dimostrano.

Istinto materno dei cani: le femmine nel branco

Non dimentichiamo la discendenza dei cani dai lupi: da essi hanno ereditato l’abitudine di vivere in branco. Qui le femmine avevano l’abitudine di convivere con un solo maschio per volta, e solo a fini riproduttivi. Il maschio dominante dunque ha la possibilità di accoppiarsi con tutte le femmine della specie che, una volta fecondate, possono anche cacciarlo per difendere i propri cuccioli dalla violenza del maschio dominante, che può vedere minato questo suo primato. Già da qui è ben evidente il loro istinto materno.

L’istinto non è soltanto tra esemplari della stessa specie, ma anche tra specie differenti, come spesso attestato da bellissimi episodi di cronaca riguardo gli animali. Nei cani questo istinto appare particolarmente sviluppato e si esprime nei confronti dei cuccioli e anche dei piccoli umani, con i quali solitamente si instaurano rapporti e legami per la vita.

Istinto materno nei cani: se non c’è

Come per gli esseri umani, non tutti hanno un istinto di protezione così sviluppato: e ciò può verificarsi anche nei cani. Infatti se si tratta di cagne con grandi problemi di stress, che hanno subito traumi o abusi, oppure che semplicemente non sono mai state abituate alle cure amorevoli della madre potrebbero non averlo. Può capitare che addirittura una cagna, dopo il momento del parto della cagna, si rifiuti di badare alla sua cucciolata: questo si verifica soprattutto nelle cagne che hanno subito un cesareo, perché la sedazione durante l’operazione ha inibito un primo contatto della madre con i suoi piccoli. Alcuni esemplari possono rendersi addirittura protagoniste di atti di cannibalismo nei confronti dei loro cuccioli: solitamente ha una matrice ereditaria.

Il ruolo dell’umano

Cosa possiamo fare durante il ciclo riproduttivo della cagna? E in che modo possiamo accentuare questo istinto materno nei confronti dei suoi futuri cuccioli? Il nostro ‘lavoro’ parte già dalla gravidanza: infatti controllare in che modo la cagna si prepara all’arrivo dei suoi piccoli. Come ogni mamma che allestisce la stanzetta del nascituro, anche la cagna può preoccuparsi del ‘nido‘ che accoglierà i suoi cuccioli (non a caso questi atteggiamenti si indicano come ‘comportamenti di nidificazione’). Potrebbe non essere il posto che noi avevamo pensato per lei: poco male, se lo sceglierà da sola e lì si sentirà sicuramente più a suo agio.

Per allestire il nido potrebbe andare alla ricerca di coperte o altri tessuti per rendere più comodo e caldo il giaciglio. Questi stessi comportamenti possono verificarsi anche in caso di gravidanza isterica nei cani, quando in realtà la femmina non è incinta ma si comporta come se lo fosse, compresi cambiamenti fisici evidenti come rigonfiamento della ghiandola mammaria e persino fuoriuscita di latte.

Istinto materno nei cani: la parola alla scienza

Istinto materno cani
Istinto materno cani: cosa dice la scienza a riguardo (Fonte: Pixabay)

Gli studi e le ricerche scientifiche come si spiegano questo comportamento che in effetti non ha modo di esprimersi prima della nascita dei cuccioli? Parte tutto dall’ipotalamo che, secondo il dottor Nicholas Dodman si sviluppa al momento del parto. E’ in quel momento che la cervice e l’utero si rilassano, mentre il contatto con il cucciolo appena nato incrementa la produzione di ossitocina. Anche l’aumento di prolattina, che aiuta la produzione di latte appunto, fa scattare un istinto di protezione verso coloro che si alimentano dalla cagna stessa. Questo forte desiderio di protezione potrebbe anche scaturire in dimostrazioni violente nei confronti di tutti coloro, animali e umani, che si avvicinano ai piccoli appena nati.

Quanto dura l’istinto materno? Probabilmente tutta la durata della loro vita, ma questa voglia di protezione si affievolisce nel momento in cui i piccoli iniziano ad essere indipendenti. Ciò non vuol dire che non saranno più attenti ai loro bisogni, anzi non mancheranno di nutrirli, di tenerli al caldo e di stare attenti alle loro esigenze fisiologiche.

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F.C.

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