Un disturbo non solo umano ma anche del nostro amico a quattro zampe: come capire se il cane ha l’ADHD e cosa fare dopo la diagnosi.
E’ una condizione estremamente frequente nei bambini ma anche negli adulti, non sempre riconosciuta in tempo. Si tratta, come vedremo meglio in seguito, di scarsa attenzione ai dettagli, difficoltà di ascolto e concentrazione, che spesso hanno come effetti errori nel rendimento. Ma la scoperta è che, secondo alcuni esperti, anche i cani potrebbero soffrirne: ecco quali sono i segnali rivelatori del disturbo da ADHD nel cane e come procedere dopo un’eventuale diagnosi.
ADHD nel cane come negli umani: in cosa consiste
Iniziamo dall’interpretazione della sigla: per cosa sta ADHD? Si traduce con: ‘Attention Deficit/Hyperactivity Disorder’, ovvero un disturbo dell’attenzione e iperattività iperattività. Ma cosa significa? Nei comportamenti si traduce con una scarsa capacità di prestare attenzione a un’attività e da una grande vivacità o impulsività, fattori che ostacolano lo sviluppo e la funzionalità del soggetto.
Potremmo trovarci in una situazione del genere non solo con un bambino ma anche con un cane: se ci troviamo a correre dietro al nostro Fido che non ci ascolta, potrebbe non accadere solo perché è momentaneamente distratto o non educato all’ascolto, ma anche perché potrebbe avere il disturbo da ADHD. Infatti un team di ricercatori finlandesi ha espresso la propria teoria sul Translational Psychiatry sul fatto che i cani, così come gli umani, possono mostrare dei segnali che potrebbero insospettire il padrone e portare a questa diagnosi.
ADHD nel cane: è questione di razza?
Lo studio finlandese è stato condotto su un campione di circa 11mila cani in tutto il mondo: in questo modo si è arrivati a formulare l’idea che anche i cani possano avere questa condizione e in quali tipologie canine è più frequente. Si tratta infatti di esemplari di sesso maschile, giovane e solitamente abituato a stare da solo e non in compagnia dei suoi umani o di altri animali per oltre 8 ore al giorno.
Pare che anche la razza abbia la sua influenza nello sviluppare o meno questo disturbo: pare che tra i cani iperattivi e anche alcuni dediti al lavoro, come ad esempio il Pastore tedesco e Collie e di taglia media. Da non dimenticare che anche l’approccio dei padroni nei confronti dei loro beniamini ha la sua importanza: infatti quelli che adottano cani e che sono alle prime armi optano spesso per esemplari docili e tranquilli, come i Chihuahua (i tipici cani da compagnia insomma) e magari di piccole dimensioni; mentre dalla seconda esperienza in poi tendono ad accogliere cani più dinamici e inclini a sviluppare questo disturbo.
Se vuoi saperne di più, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> Come gestire un cane iperattivo: le cause e i rimedi
ADHD nel cane: i segnali da cogliere per arrivare a una diagnosi
Ma cosa dovrebbe fare un cane per farci pensare che potrebbe soffrire di ADHD? E’ bene specificare che i segnali che andremo ad elencare si manifestano quasi sempre nei primi 2-3 mesi di vita del cucciolo (addirittura si parla di un range temporale che va dalle 6 alle 7 settimane dalla nascita) e si tratta di:
- tendenza a mordere ogni cosa,
- costante stato di irrequietezza e sempre in movimento,
- eccitazione eccessiva e indomabile,
- voracità nei confronti del cibo,
- istinto di esplorare luoghi,
- curiosità costante verso oggetti e luoghi,
- stato di agitazione nei posti che non conosce,
- fastidio ai luoghi silenziosi.
E’ naturale che sarebbe difficile arrivare a una diagnosi senza l’aiuto di un esperto, quindi è bene chiedere consiglio al nostro veterinario di fiducia che, a sua volta, potrebbe indirizzarci verso un esperto di comportamento. Una volta arrivata la diagnosi ci diranno loro cosa è meglio fare per vivere serenamente col nostro cane affetto da disturbo da ADHD e in che modo non farlo sentire ‘diverso’ rispetto agli altri. E’ importante anche valutare un fattore del genere prima di adottare un cane: siamo sicuri che riusciremo a far fronte alle sue esigenze?