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Salute dei Cani

Feocromocitoma nel cane: può essere pericoloso per Fido? Sintomi e terapia

Il feocromocitoma è un tumore raro nel cane, ma quanto può essere pericoloso per Fido? Impariamo a riconoscerne i campanelli di allarme.

(Foto da Pixabay)

Al solo pensiero che il nostro cane possa avere un tumore, chiunque si spaventerebbe. Oggi anche la ricerca veterinaria fa passi da gigante, dunque molti sono curabili. Purtroppo alcuni sono rari, come il feocromocitoma, e danno un’aspettativa di vita incerta per il nostro fedele amico. Sappiamo che l’importante è che un tumore venga preso in tempo. Per questo bisogna sapere quali segnali debbano allarmarci, in modo che non possa risultare pericoloso per Fido.

Feocromocitoma nel cane

Il cane potrebbe accusare, ad un certo punto, un dolore che si estenda dalle costole fino a dietro la nuca oppure a tutto il torace. La cosa più semplice da pensare sarebbe un’indigestione per qualcosa che possa aver mangiato. Ne siamo sicuri?

(Foto da AdobeStock)

Il feocromocitoma fa parte della famiglia dei tumori che colpiscono il surrene del cane, in particolare la midollare: in questo risiede il pro ed il contro della neoplasia.

Se da un lato, infatti, è uno di quei tumori rari, se non per animali già colpiti da scompensi endocrini ed ormonali o per chi ha raggiunto un’età avanzata, dall’altro ha una rapida diffusione nell’organismo a partire dai tessuti circostanti.

Ad essere colpite sono le ghiandole surrenali: si trovano, appunto, sopra i reni e se attaccate da una neoplasia producono eccessivamente cortisolo, catecolamine (adrenalina e noradrenalina), aldosterone, progesterone e pre-ormoni della tiroide.

In condizioni normali è la noradrenalina che inibisce l’enzima tirosina-idrossilasi ed arresta la produzione di catecolamine ma in presenza di un feocromocitoma questo meccanismo di feedback negativo non funziona.

Ne sussegue che le catecolamine in eccesso, attraverso il circolo sanguigno, arrivano ai loro organi bersaglio e si legano ai recettori specifici presenti sulla superficie di tali organi, causandone i segnali clinici (come ad esempio ipertensione e tachicardia per il cuore).

Successivamente adrenalina e noradrenalina vengono trasformate in sostanze inattive da particolari enzimi ed eliminate con le urine: da un esame delle urine si riscontrerebbe una grande presenza di questi metaboliti e dunque si risalirebbe alla quantità prodotta in eccesso.

Il feocromocitoma non è facilmente diagnosticabile perché molti sintomi manifestati dal cane potrebbero essere riferiti ad altre malattie in quanto non hanno specificità.

Ad ogni modo, però, se un cane che soffre di ipertensione arteriosa la manifesta sempre in modo costante, un cane con feocromocitoma presenta ipertensione altalenante, in base alla produzione discontinua delle catecolamine.

Proprio per questo motivo il cane potrebbe manifestare dei malesseri quando è a casa e poi, una volta portato in clinica, non averli più: la pressione arteriosa misurata dal veterinario potrebbe risultare nella norma mentre magari a casa era alta.

È sicuramente un fattore pericoloso perché non permette al veterinario di avere la sicurezza che il cane stia bene solo perché durante la visita non si erano evidenziati sintomi.

Sebbene diagnosticare un feocromocitoma può impiegare molto tempo, bisogna sapere quali segnali potrebbero essere campanelli di allarme:

  • Tachicardia: è un effetto dell’adrenalina in eccesso che va a stimolare il cuore aumentandone la frequenza;
  • Ansia;
  • Stati di agitazione;
  • Inappetenza: vi si associa senso di vomito ed arriva all’anoressia;
  • Aritmia al cuore;
  • Astenia e debolezza: dovuta alla diminuzione del potassio plasmatico;
  • Aumento della frequenza respiratoria (polipnea);
  • Ipertensione: nei casi di ipertensione arteriosa grave si può avere anche ipertensione oculare. Questa potrebbe provocare emorragie e distacco della retina fino a cecità;
  • Contrazioni muscolari incontrollate;
  • Collassi non sistematici;
  • Convulsioni;
  • Schiacciamento del midollo spinale: si verifica qualora il tumore fosse di dimensioni tali da premere sul midollo e causare finanche paralisi.

Se dovessimo osservare nel nostro cane sintomi simili a quelli descritti è opportuno portarlo subito dal veterinario e sincerarsi che magari sia solo un problema lieve.

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Diagnosi e terapia

Purtroppo a volte il feocromocitoma può essere asintomatico e diventare sintomatico quando già ha provocato danni all’organismo del nostro Fido.

(Foto da Pixabay)

Tuttavia può capitare che, portando regolarmente il cane alle visite di controllo, il veterinario palpando il suo addome possa riscontrare una massa incerta su cui andare ad indagare meglio.

Senza dubbio il medico vorrà sapere da noi se avessimo notato qualcosa di strano nei suoi comportamenti, anche alimentari, e da quanto tempo, se soffre di altre patologie, se assume farmaci, se è in regola con le vaccinazioni e se ha mai effettuato almeno una ecografia addominale.

La difficoltà della diagnosi sta proprio nel fatto che qualsiasi sintomo potrebbe essere riferito ad una malattia di cui il cane soffre già o potrebbe soffrirne.

Tuttavia il veterinario dovrà accertarsi e scongiurare il tumore basandosi non solo sulla visita ma anche su:

  • Esami del sangue;
  • Esame delle urine;
  • Ecografia addominale;
  • Radiografia toracica;
  • TAC con contrasto: il contrasto evidenzierebbe le cellule tumorali e dunque l’eventuale presenza di metastasi;
  • RMN;
  • Scintigrafia;
  • Calcolo delle catecolamine eliminate con le urine;
  • Esame istologico con biopsia.

È la tempestività, a volte anche fortunata, nel capire subito che il nostro cane ha un feocromocitoma che sceglie il trattamento da eseguire.

Qualora il veterinario trovasse il tumore nel cane durante una semplice visita di routine, magari basterà soltanto tenerlo sotto controllo monitorando la situazione con esami di sangue ed urine e con un’ecografia addominale.

In questi casi il cane è asintomatico e potrebbero passare anche anni prima che compaiano i primi sintomi preoccupanti: nella maggior parte delle volte sono i cani anziani ad esserne colpiti.

Se, invece, Fido desse già segnali della malattia, inizialmente il veterinario senza dubbio penserà ad alleviarli: la prima cosa da curare è l’ipertensione del cane ed i suoi  problemi cardiaci.

Ad ogni modo il trattamento per il feocromocitoma è l’intervento chirurgico: va ad asportare la massa tumorale ma l’operazione comporta difficoltà per la particolarità della zona colpita e per il rischio di andare ad intaccare i grandi vasi sanguigni adiacenti.

Bisogna anche considerare l’eventualità che si siano sviluppate metastasi: in base allo stadio del tumore potrebbero esser state trasportate dal torrente sanguigno fino a colonizzare tutto l’organismo.

Per questo motivo oltre all’intervento chirurgico potrebbe essere necessaria la scelta di aggiungere la chemioterapia o radioterapia.

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Da tener presente

Non sempre, purtroppo, il feocromocitoma ha una risoluzione positiva per il cane. Soprattutto se si tratta di un cane anziano spesso anche la terapia intensiva è il periodo in cui possono innescarsi i rischi peggiori per Fido.

(Foto da Flickr)

Non sono rare, purtroppo, complicazioni post operatorie che vedono la possibile insorgenza di emorragie e peggioramento delle condizioni cardiache e polmonari.

Certo, se il nostro amico a quattro zampe avesse già patologie pregresse quali aritmia cardiaca o insufficienza respiratoria il suo post operatorio sarebbe più problematico.

Ma, anche se il cane soffrisse di diabete, qualora il tumore asportato fosse stato circoscritto e non ci fossero state metastasi il nostro Fido avrebbe tanto altro tempo davanti da vivere.

Così come per noi, è normale che se un animale avesse una malattia tumorale potrebbe presentare perdita di peso e mancanza di stimoli: il suo corpo sta lottando ed il suo sistema immunitario è messo a dura prova.

Tuttavia una giusta alimentazione per il cane, visite di controllo dal veterinario ed un ambiente sano in cui gioire e divertirsi sono un’ottima prevenzione per qualsiasi problematica di salute possa innescarsi.

Una condizione di stress non farebbe bene a noi e né al cane, sia che stia in piena salute sia che stia attraversando un periodo delicato come la malattia.

S. A.

Stefano

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