E’ un rischio ormai diffuso: la trichinellosi nel cane

E’ un rischio ormai diffuso: la trichinellosi nel cane

Tra le tante malattie una sta dilagando in forma preoccupante: cosa si sa sulla trichinellosi nel cane e perché è coinvolto anche l’uomo.

Carne cruda al cane
carne cruda al cane: così può essere trasmessa la trichinellosi al cane (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Tanti veterinari hanno già fatto scattare l’allarme: la trichinellosi nel cane, così come in altre forme animali e nell’uomo, rappresenta un rischio reale e significativo. Per ‘combatterla’ la prima arma necessaria è saperne di più sulla malattia e sui rischi che comporta, per imparare a riconoscerla in tempo e provare a salvaguardare la salute del nostro amico a quattro zampe.

Trichinellosi (o Trichinosi): che malattia è

I mammiferi sono le sue ‘vittime’ preferite: si tratta di una malattia parassitaria dovuta a vermi nematodi, i Trichinella spp., che vengono ingeriti dagli animali sia carnivori sia onnivori. Attualmente gli studiosi ne hanno distinti otto o nove tipi, che attaccano il corpo dall’interno e che contengono i vermi nella muscolatura.

Cane ha la febbre
Febbre alta nel cane: anche così può manifestarsi la trichinellosi nel cane (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Attraverso l’ingestione di cibi infetti, essi vengono rilasciati nell’intestino tenue, per poi raggiungere la mucosa fino a crescere, diventando larve adulte: sono queste a infestare l’intero sistema linfatico e circolatorio, fino ai muscoli entro qualche mese. Nel cane, così come nel gatto, i sintomi saranno difficili da riconoscere poiché potrebbero anche non manifestarsi. Ma non saranno questi i soli animali a rischio, poiché la malattia può interessare anche suini, equini, ratti, nutrie, orsi e volpi.

La trichinellosi nel cane: come avviene il contagio

Nulla di più semplice: il cane dovrà ingerire un alimento infetto, quindi tramite via orale: per questo è fondamentale che la carne inserita nella dieta di Fido sia stata precedentemente analizzata per il verme nematode già citato. Può spesso trattarsi di carne di selvaggina, quella di cinghiale ad esempio, offerta al cane e non precedentemente cotta o poco cotta.

Il contagio è differente che si tratti di animali selvatici o domestici, poiché è nei secondi (specie nei suini) che l’infezione avviene attraverso gli scarti di macellazione o crudi. E’ molto importante, nel corso della lavorazione, non ‘mischiare’ le carni ma distinguere i singoli animali macellati per evitare appunto confusione e contagi.

Scoprire se è avvenuto il contagio o no potrebbe non essere facile ma soprattutto non immediato: bisognerà controllare le feci una volta espulse e notare la presenza (o meno) di larve e vermi nelle feci del cane. In altri casi i sintomi potrebbero essere simili a quelli di una influenza, quindi con:

  • episodi di nausea, vomito e diarrea,
  • alte temperature,
  • fotofobia canina,
  • emorragia sub-linguale,
  • edema nel muso.

A questi segnali possono seguire complicanze all’apparato respiratorio, a quello renale e disturbi gravi di tipo neurologico. Trattandosi di una zoonosi, essa può essere trasmessa all’uomo e può anche essergli fatale.

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La trichinellosi nel cane: esiste una terapia?

Se arrivare a una diagnosi non è semplice, di sicuro il proprietario saprà se il cane ha consumato carne cruda o poco cotta e dovrà avvertire il veterinario di fiducia, il quale potrà decidere di procedere con esami del sangue, per individuare un aumento degli enzimi muscolari. Ovviamente la cosa più importante è escludere la presenza del parassita, tramite biopsia muscolare con relativo esame istologico.

Cane sta male
Cane sta male: come capire se ha la trichinellosi (Canva-Amoreaquattrozampe.it)

Ma esiste una terapia atta a curare la trichinellosi? Purtroppo, per quanto sia fondamentale una diagnosi precoce, non esiste alcune trattamento specifico di questa malattia virale, tanto che il tasso di mortalità degli animali in generale resta alto. Tuttavia è possibile trattarla con antidolorifici e a base di cortisone.

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