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Salute dei Cani

Cura genica per cani con cecità notturna: ecco la scoperta

Alcuni ricercatori hanno annunciato di aver trovato una cura per i cani che soffrono di cecità notturna e che può essere notevole anche per l’uomo.

(Foto Adobe Stock)

I nostri amici a quattro zampe, proprio come noi, possono soffrire di alcune patologie ereditarie. Una di queste è l’emeralopia, ossia la scarsa visibilità che presenta il cane durante la notte.

In questo articolo tratteremo della recente ricerca che ha evidenziato una cura genica che può aiutare i cani che soffrono di cecità notturna.

Emeralopia nei cani: come curarla secondo i ricercatori

L’emeralopia, cecità notturna o CSNB è una patologia ereditaria che può colpire i nostri amici a quattro zampe.

(Foto Pixabay)

Tale disturbo non permette ai cani di poter vedere in modo chiaro ciò che li circonda durante la notte o in condizioni di scarsa illuminazione, rendendo difficile il normale movimento notturno che presentano la maggior parte dei nostri amici a quattro zampe.

Tuttavia alcuni ricercatori della Scuola Veterinaria Di Medicina dell’Università della Pennsylvania, nel 2015 hanno evidenziato una forte somiglianza tra la CSNB ereditaria dei cani e la cecità notturna degli esseri umani, identificando poi il gene responsabile nel 2019.

Infatti i ricercatori hanno evidenziato che la causa del CSNB nei nostri amici a quattro zampe sono le mutazioni nel gene LRIT3, gene evidenziato anche nella cecità notturna dell’uomo. Tale mutazione colpisce le cellule bipolari ON, ossia un gruppo di cellule presenti in fondo alla retina, senza però colpire quest’ultima.

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Nella recente ricerca, gli stessi ricercatori hanno evidenziato una cura genica che può restituire la visione notturna ai nostri amici pelosi che soffrono di emeralopia.

Durante tale ricerca, è stato iniettato una dose di trattamento genico ai cani che presentavano la cecità notturna, tale iniezione ha reso possibile la produzione della proteina LRIT3 sana nella retina dei cani.

E’ stato dimostrato che i cani riuscivano a camminare in un labirinto in penombra. Inoltre tale trattamento è risultato abbastanza duraturo.

I ricercatori sono riusciti ad arrivare a tale cura grazie all’identificazione di un vettore per il gene LRIT3 sano, che ha permesso al trattamento genico di entrare nelle cellule ON e all’accoppiamento di un gene sano con un promotore, il quale avrebbe agito specificamente sulla cellula.

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Una ricerca abbastanza complessa, che ha potuto “ridare” la vista ai cani che presentavano la cecità notturna e che con uno studio più approfondito potrebbe aiutare a “ridare” la vista anche alle persone che soffrono di CSNB.

Marianna Durante

Diplomata al Liceo Scientifico e iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Le mie passioni più grandi sono la scrittura, la lettura e soprattutto il mondo animale. Amo tutti gli animali, in particolare i cani, i quali solo con la loro presenza ti stravolgono la vita. Come ha fatto il mio amico a quattro zampe, che nonostante la sua età (14 anni) è sempre molto attivo e affettuoso.

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Marianna Durante

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