Tagliare la coda al cane ha una ragione o semplice estetica? Vediamo insieme i motivi, le conseguenze per la salute di Fido e la legalità della pratica.
Tagliare la coda al cane è un’usanza che ha ricordi addirittura nell’epoca di Gesù Cristo. In quegli anni la ragione per cui si tagliava la coda al cane, era che mozzandola si eliminavano anche eventuali vermi bianchi che si trovavano sulla parte posteriore del corpo dell’animale e inoltre si scongiurava che l’animale contraesse la rabbia.
I motivi per tagliare la coda di alcuni cani sono cambiati con il passar del tempo. In passato i proprietari di cani hanno iniziato a tagliare la coda del cane per utilità, così come il taglio delle orecchie al cane, esclusivamente per motivi pratici.
Oggi invece purtroppo nella maggior parte dei casi è per motivi estetici, di seguito un elenco di ragioni per cui in molti usano ancora tagliare la coda al cane:
Tagliare la coda al cane oppure le orecchie è una pratica illegale dal 2010, data in cui l’Italia ha recepito la Convenzione europea per la protezione degli animali di compagnia. Viene considerato maltrattamento di animali, come anche l’asportazione delle unghie, dei denti e delle corde vocali, a meno che queste pratiche non siano condotte esclusivamente a fini terapeutici nell’interesse dell’animale.
Chi viola il divieto di legge infrange l’articolo 544 ter del Codice penale e rischia sanzioni salatissime: nei casi più gravi la multa fino a 30.000 euro alla reclusione fino a 18 mesi.
Esistono delle eccezioni, nello specifico il taglio è consentito se ha finalità curativa, per tutelare la salute dell’animale o impedirne la riproduzione, ma sempre se l’operazione viene effettuata dal veterinario.
Il taglio, soprattutto della coda, è permesso anche quando è finalizzato ad ottimizzare l’attività di caccia sportiva e quindi in riferimento alle razze canine come: il Bracco, il Cocker Spaniel, lo Spinone e il Griffone. Tuttavia chi possiede uno di questi cani può procedere al taglio della coda o delle orecchie solo se l’animale viene effettivamente utilizzato per la caccia e non per compagnia.
Il taglio della coda deve essere eseguito entro la prima settimana di vita del cane e deve essere certificato tramite il documento del veterinario, altrimenti si considera una pratica illegale e quindi sanzionabile.
Siccome il taglio della coda avviene attraverso un intervento chirurgico e utilizzando anestesia, logicamente vi sono alcuni rischi ad essa associati, che possono anche provocare la morte dell’animale, ma bisogna dire che sono anche molto rari ma non impossibili.
A prescindere dall’anestesia nel cane, esiste il rischio che la ferita venga infettata, con conseguenze che possono essere più o meno gravi, ma possono saltare anche i punti avuti in fase di intervento, quindi potrebbe essere possibile far sedare nuovamente l’animale per risolverlo.
La coda del cane o di qualsiasi altro animale è importante perché fa parte del suo corpo, quindi è fondamentale, soprattutto per il cane, il quale necessita della coda per mantenere l’equilibrio. Inoltre, è un complemento del suo corpo che funge da guida quando corre o fa qualsiasi altro movimento.
L’assenza di questa sua parte del corpo e non per cause naturali, creerebbe una mancanza di equilibrio nell’animale, originato dall’assenza di una parte del suo corpo. La coda è un’estensione della colonna vertebrale, è composta da vertebre labili e un osso distale, queste ossa hanno una forma irregolare e sono collegate tra loro.
Le code dei cani variano da una razza all’altra. Il nostro amico a quattro zampe, quando muove la coda in qualche modo trasmette i suoi sentimenti perché si ritiene che muovendo la coda si esprima, sia con i loro proprietari o con altri esseri della stessa specie.
Con la coda, il cane può mostrarsi felice, impaurito, arrabbiato o manifesta la felicità nel rivedere il suo padrone. Tagliare la coda al cane è come togliergli la possibilità di esprimersi. È bene ricordare che il cane è un essere vivente, quindi è necessario considerare gli inconvenienti che questa pratica comporta per il benessere dell’animale e i rischi per la sua salute.
Raffaella Lauretta
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