Leptospirosi nel cane, una malattia comune soprattutto tra gli animali selvatici. Vediamo quali le cause, i sintomi e la cura di questa malattia infettiva.
La malattia, leptospirosi nel cane, è più frequente nei mesi caldi e nei cani maschi, probabilmente a causa dell’abitudine di marcare il territorio, annusare ovunque e leccare l’urina di altri cani, dato che il contagio avviene proprio attraverso questa sostanza.
Causa e contagio della leptospirosi nel cane
La leptospirosi canina è una malattia conosciuta anche come tifo del cane e i ceppi dei batteri responsabili di solito sono i Leptospira Canicola e Leptospira Icterohaemorrhagiae, ma non sono gli unici. Si tratta di una grave zoonosi, ovvero una malattia che colpisce anche l’uomo, potenzialmente fatale se non riconosciuta in tempo.
È una delle malattie per cui annualmente si deve vaccinare il cane. La leptospirosi si trasmette sia per contatto diretto che indiretto. Le principali vie di trasmissione diretta sono il contatto con urina infetta (di cane, di topo) da noi serbatoio della malattia), contatto con sangue o per via transplacentare.
Essendo le acque calde e stagnanti, l’habitat ideale per le leptospire, (mentre le temperature sotto lo O° le uccidono) il periodo più pericoloso per contrarre la malattia è rappresentata dalla tarda estate e dall’autunno.
Ecco perché le principali vie di trasmissione indiretta sono le acque, il terreno, il cibo e le lettiere contaminate. Le leptospire possono penetrare anche tramite le piccole ferite cutanee e graffi: è questo il modo in cui l’uomo contrae più facilmente la malattia, venendo a contatto con le urine infette.
Sintomi della leptospirosi nel cane
Essendo la leptospirosi nel cane, una malattia che varia a seconda degli stadi da lieve ad acuta, anche i sintomi hanno momenti di sviluppo diversi ma in essa riconosciamo comunque sintomi più comuni, come per esempio:
- febbre nel cane;
- gastroenterite;
- vomito e diarrea;
- ittero (colorazione giallo-arancio) caratteristico della leptospirosi, a causa di danni al fegato
- urine scure;
- disidratazione nel cane;
- congestione delle mucose;
- apatia;
- insufficienza renale canina;
- rischio di morte.
Se noti uno o alcuni di questi sintomi, non aspettare a portare il cane dal veterinario, prima inizia il trattamento, più avrà possibilità di guarire e continuare a vivere.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi non sarà facile per il veterinario, in quanto nella maggior parte dei cani, i sintomi non sono così evidenti, quindi procederà con l’analisi del sangue al cane, insieme alle analisi delle urine. Laddove dovesse risultare l’infezione, il numero di proteine ed emoglobina sarà elevato.
Per la diagnosi della leptospirosi viene realizzata un test di agglutinazione microscopica, grazie al quale è possibile identificare il batterio Leptospira. Dopo un periodo di incubazione dai 4 ai 12 giorni, la malattia si manifesta in fase acuta e, se non trattata, può portare alla morte.
Se il cane presenta un’infezione acuta i rischi sono maggiori e la prognosi è riservata. Se si tratta di infezioni subacute e il cane ha un buono stato immunitario, la guarigione è completa, tutto dipende dalle leptospire che hanno provocato l’infezione.
Trattamento della leptospirosi nel cane
Il trattamento deve iniziare il più presto possibile e consiste in grandi dosi di antibiotici: penicillina e streptomicina per 7-10 giorni, in forma iniettabile. Se gli antibiotici non vengono somministrati correttamente, il cane può rimanere come portatore per un periodo da 1 a 4 anni e continuare a eliminare i batteri nelle urine.
In determinati casi sarà necessario il ricovero del cane, per tenerlo sotto controllo con la flebo in modo da ristabilire la concentrazione di elettroliti nel corpo e somministrare siero, trasfusioni di sangue. Alcuni cani guariranno lentamente, ma possono iniziare con piccoli attacchi ricorrenti.
Alla fine, dopo che i batteri saranno escreti nelle sue urine per diversi mesi, il cane tornerà in buona salute, anche se è probabile che rimangano alcuni danni permanenti ai reni. Come sempre, gli esperti consigliano prima di tutto la prevenzione che consiste nel fare i vaccini preventivi insieme agli altri vaccini annuali e nell’eliminare i roditori portatori della malattia.
Nelle aree ad alto rischio il veterinario può raccomandare di ripetere il vaccino ogni sei mesi. Evitare di far bere ai cani da acque non potabili, pozze e sorgenti che potrebbero essere inquinate.
Raffaella Lauretta
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