Profumata e gustosa, ma anche molto pericolosa: cosa fare se il cane ha mangiato l’uva e come riconoscere i sintomi di un avvelenamento.
Un attimo di distrazione e il nostro cane si è avventato sul cesto dell’uva: può capitare, soprattutto nei mesi di vendemmia. Ma questo frutto tanto prezioso e saporito potrebbe avere conseguenze devastanti sulla salute del cane, tanto è vero che si parla di avvelenamento. Vediamo quali sono i principali segnali da riconoscere e cosa bisogna fare tempestivamente per scongiurare il peggio. Se il cane ha mangiato l’uva non tutto è perduto, ma bisogna agire in fretta.
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Sappiamo che i cani non dovrebbero mai mangiare né uva né uvetta, ma perché? Come può un frutto tanto saporito per gli uomini essere così tossico e dannoso per i nostri amici pelosi? Non per tutti è così, ma dipende da caso a caso e dalla quantità di frutto che si ingerisce: per alcuni bastano pochi acini per provocare un’insufficienza renale acuta nel cane.
Una volta entrata in circolo, la sostanza tossica provocherà i sintomi. Infatti oltre all’acqua, vitamina C e antiossidanti naturali contiene anche la micotossina, presente nella buccia dell’acino e non nei semi, come solitamente accade. Gli studi sull’argomento non sono riusciti a confermare se a causare problemi a livello renale sia la buccia o la polpa (Leggi qui: Il cane può mangiare l’;uva e l’uvetta? Informazioni utili su cani e frutta). Anche quando è secca l’uva può causare il medesimo problema e fattori come età, razza e taglia sono indifferenti per la tossicità della stessa.
I segnali preoccupanti potrebbero essere esattamente quelli dell’insufficienza renale fino a creare danni permanenti che possono causare la morte dell’animale. I sintomi da notare sono:
Soprattutto l’assenza di minzione provoca in Fido l’accumularsi di scorie e liquidi (leggi qui: Il cane non fa la pipì: perché e quando è il caso di preoccuparsi).
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Se ci accorgiamo (troppo tardi) che il cane ha ingerito l’uva e non sappiamo neppure in che quantità, è opportuno indurgli il vomito. In questo modo è possibile frenare il percorso della sostanza tossica nell’organismo del cane; bisognerà anche pulire la bocca del cane dai residui di uva, magari aiutandosi con una siringa senza ago, piena di acqua ossigenata. Intanto è opportuno portarlo dal veterinario o al pronto soccorso animale più vicino: lì il medico potrà ritenere opportuno procedere con una lavanda gastrica. In alcuni casi potrà anche somministrare a Fido del carbone attivo, per assorbire eventuali tracce di tossine in circolo.
In una seconda fase, è probabile che il medico faccia delle flebo al cane per ‘restituire’ all’organismo i liquidi persi e gli somministri dei diuretici per riattivare le funzioni renali compromesse. Nel caso in cui l’apparato renale non funzionasse, potrebbe essere necessaria una emodialisi o, nei casi peggiori e disperati, un trapianto di reni.
Francesca Ciardiello
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