L’Ehrlichiosi nel cane, è una malattia causata da batteri trasmessi da zecche. Vediamo quali i sintomi e l’adeguato trattamento di questa patologia.
Questa malattia è diffusa in varie parti del mondo, anche se in Europa, è limitata al bacino del Mediterraneo. Si tratta ancora di una malattia relativamente rara ma molto grave soprattutto per la forma cronica irreparabilmente fatale.
La trasmissione di Ehrlichiosi nel cane è simile a quella della piroplasmosi: il cane viene praticamente morso da una zecca che gli trasferisce i batteri Ehrlichia canis. Questi batteri si trovano nel sangue del cane dove si depositano e poi si moltiplicano.
Nessuna razza di cane è risparmiata dall’ehrlichiosi, ma addirittura pare che i cani di razza siano più colpiti rispetto ai meticci, che si dimostrano ancora una volta più resistenti.
Il Rhipicephalus sanguineus, sembra essere il principale responsabile della trasmissione dell’ehrlichiosi nel cane, sebbene non sia stato dimostrato che sia l’unico. Come abbiamo precedentemente descritto, la trasmissione avviene attraverso il morso di questo piccolo acacnide degli acari.
I batteri, iniettati da questo acaro nel sangue del cane si riproducono, finendo per fare ammalare l’animale. Ciò nonostante ci sono alcuni individui il cui corpo è in grado di resistere, riuscendo a convivere con i batteri nel sangue senza mai avvertire sintomi, o addirittura riuscendo ad eliminarlo e autoimmunizzarsi.
L’ehrlichiosi nel cane non si diffonde da cane a cane allo stesso modo, la salute e la resistenza dell’animale, così come le cure che gli vengono fornite quotidianamente, svolgano un ruolo molto significativo.
I sintomi sono relativi a seconda della fase in cui si trova la malattia, ragion per cui bisognerà, proprio in base ai sintomi riconoscere la fase in cui l’animale sta subendo la malattia. Le fasi si dividono in:
Alla comparsa dei sintomi, anche se non sembrano gravi, il cane deve essere portato dal veterinario per un esame del sangue, quanto prima possibile.
La diagnosi si basa sull’osservazione dello stile di vita dell’animale, sulla presenza di zecche sul corpo dell’animale e sul luogo dove vive il cane. I sintomi purtroppo non sono prettamente specifici e per poter ottenere una diagnosi precisa, devono essere eseguiti esami del sangue del cane, test sierologici e persino test PCR.
In quanto durante la fase di latenza, solo un esame del sangue può rivelare la malattia, poiché è visibile un calo significativo nel numero di piastrine e globuli rossi. Come per tutte le malattie infettive, l’ehrlichiosi nel cane, può essere trattata con antibiotici, corticosteroidi e medicinali indicati per alleviare i sintomi fastidiosi, come il vomito nel cane.
L’animale trattato deve essere separato dai suoi compagni, questo per evitare che le zecche che portano la malattia vengano trasmesse a loro. Tuttavia, questo non è abbastanza dovranno essere sottoposti anche ad esami del sangue, al fine di verificare se non sono già stati infettati da Ehrlichias.
Inoltre, come con tutte le altre malattie del cane, si consiglia vivamente di non provare a curare il proprio animale domestico somministrando farmaci, ma procedere con una dieta leggera e completa, con una buona idratazione del cane, essenziali per promuovere la guarigione.
L’efficacia del trattamento dipende ovviamente dallo stadio di avanzamento della malattia e dallo stato generale di salute del cane. Per quanto riguarda la prognosi, se nella sua forma acuta, l’ehrlichiosi viene trattata molto bene, la forma cronica è invece molto spesso fatale, a meno che non venga rilevata e trattata molto presto.
Va sottolineato che un cane guarito dalla malattia dopo un trattamento adeguato non è immune. Infatti l’animale, può svilupparlo di nuovo in futuro, se viene nuovamente infettato. Può anche diventare un “portatore sano”, vale a dire che ha sempre in sé i patogeni e può trasmettere la malattia, ma senza svilupparla.
La prevenzione rimane quindi l’arma prescelta per combattere questa malattia, dunque evitare le punture di zecche, principalmente nelle aree a rischio, mediante un trattamento antiparassitario adattato e un’ispezione rigorosa del cane dopo una passeggiata.
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Raffaella Lauretta
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