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Salute dei Cani

Disturbi del sacco anale nel cane: cause, sintomi e trattamento

Disturbi del sacco anale nel cane l’inconveniente più comune delle ghiandole anali. Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento.

(Foto AdobeStock)

Avete presente il particolare modo del cane di marcare il territorio? Bene! Partiamo da questo punto. Il cane quando delinea il territorio lo fa attraverso un marcatore olfattivo utile per comunicare con altri cani.

Questo liquido è prodotto dalle ghiandole anali e si ritrova poi a raggiungere le sacche anali dell’animale presenti sia a destra che a sinistra dell’ano.

Esiste però la possibilità che questo liquido venga bloccato da varie problematiche, generalmente dette, disturbi del sacco anale nel cane.

Vediamo quali nello specifico questi disturbi, cosa provocano e come curarli.

Le cause del disturbo del sacco anale

Come abbiamo precedentemente accennato esistono delle condizioni per cui il liquido prodotto dalle ghiandole anali può subire una probabile ostruzione causando disturbi del sacco anale nel cane.

Le cause che possono generare questa condizione nell’organismo dell’animale possono essere le seguenti:

  • Feci in uno stato perennemente morbide;
  • conformazione fisica;
  • allergie;
  • attacco recente di diarrea;
  • costipazione nel cane;
  • tumore della ghiandola anale;
  • eccessive secrezioni ghiandolari;
  • scarso tono muscolare anale.

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Sintomi

(Foto AdobeStock)

Per poter riuscire a capire l’animale di cosa soffre e identificare un’eventuale patologia che lo addolora è importante saper riconoscere gli eventuali sintomi che possiamo riassumere in:

  • prurito intenso nel cane;
  • difficoltà e sforzo per defecare;
  • insegue la coda;
  • scarica dalle ghiandole anali;
  • si lecca continuamente le parti intime.

Davanti a questi sintomi è sempre meglio rivolgersi al proprio veterinario di fiducia, per poter intervenire quanto prima possibile e alleviare il fastidio all’animale che soffre.

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Diagnosi e trattamento dei disturbi del sacco anale

(Foto Adobe Stock)

Per poter stabilire una diagnosi in merito alla patologia che ci preoccupa, il veterinario dovrà venire a conoscenza della storia completa della salute del cane, dell’insorgenza dei sintomi e dei probabili incidenti che potrebbero aver portato a questa condizione.

Dopodiché procederà con un esame delle feci, un emocromo e un profilo chimico e un’analisi delle urine per escludere altre cause di malattia.

Per poi procedere con un esame fisico completo dell’animale. Laddove le sacche anali risulteranno ingrandite saranno facilmente palpabili e potrebbero in caso di ascesso mostrare un liquido rosso-marrone, oltre a mostrare segni di gonfiore, arrossamento o anche rottura.

Mentre in merito alle ghiandole anali, se queste sono state danneggiate allora la normale secrezione chiara o giallo-marrone tendente al pallido si trasformerà in un fluido marrone denso e pastoso.

Innanzi a questo quadro il veterinario potrà solo svuotare le sacche anali del cane e in base alla consistenza, al colore del materiale e alla difficoltà di farlo venire fuori, potrà poi decidere per il trattamento più idoneo da applicare.

Per quanto riguarda quindi il trattamento il medico potrà scegliere se utilizzare solo un cambio dieta con l’aiuto anche di integratori, questo nel caso in cui le sacche fossero piene ma facili da svuotare.

A differenza se la situazione mostra segnali di infezione il veterinario dovrà assolutamente prescrivere l’antibiotico. Se invece si tratta di aperture anormali nelle sacche anali, potrà prescrivere una terapia orale con ciclosporina.

Infine se l’infezione del sacco anale è cronica, potrebbe essere necessario intervenire chirurgicamente sui sacchi anali.

Ciò che gli esperti consigliano è di intervenire in modo rapido e di utilizzare integratori per ammorbidire le feci del cane durante i trattamenti, onde evitare che l’animale possa soffrire nel defecare.

Una volta stabilita la terapia, occorrerà seguire attentamente i consigli del veterinario. Occorrerà portare l’animale a controllo e osservare i movimenti, facendo attenzione che non si lecchi costantemente l’ano.

Laddove si dovesse verificare una situazione incontrollabile è meglio provvedere con un collare elisabettiano. Ricordatevi di non sospendere l’antibiotico se non sotto decisione del medico.

Anche se l’animale dovesse apparire in condizioni ottime, non è possibile interrompere la cura senza averla portata a termine per i giorni prestabiliti.

Se invece le ghiandole anali continuano a drenare (dopo alcuni giorni di trattamento) o se sembrano essere rosse e gonfie, contattare immediatamente il veterinario.

Raffaella Lauretta

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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