L’avvelenamento da topicida nel cane è un incidente abbastanza frequente per i nostri animali domestici. Vediamo quali le cause, i sintomi e la cura.
Spesso succede, a chi possiede un giardino nella propria abitazione o comunquea chi abita in una casa con un terreno adiacente, di poter avvistare dei topi. I topi di solito vivono a terra e nidificano nelle tane, ma sono agili e possono arrampicarsi anche su muri e arrivare dai balconi.
I topi possono arrecare danni anche ingenti alle colture ed alle dispense di cibo, oltre a rendersi vettori di una serie di malattie, come la leptospirosi. Ragion per cui accertata la loro presenza, inizia la caccia al topo.
I gatti potrebbero essere una delle soluzioni da applicare ma un metodo più efficace sicuramente è l’utilizzo di un veleno appropriato, ossia un potente rodenticida anticoagulante. L’unico “inconveniente” che si viene a creare con l’utilizzo di questo rodenticida anticoagulante è un probabile avvelenamento da topicida nel cane.
Anche se non nelle vostre intenzioni, mettere questo topicida in posti che ritieni irraggiungibili per il tuo cane, potrebbe essere una bomba pronta ad esplodere.
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Come abbiamo descritto nel paragrafo precedente, questo topicida tanto utile per l’eliminazione di topi invadenti, è anche tanto pericoloso per i nostri cuccioli e anche per i nostri cani adulti. L’azione di questo veleno è di tipo anticoagulante, possono causare la morte per gravi emorragie anche in seguito a lievi traumi, a distanza d giorni, nei soggetti che lo ingeriscono.
La morte differita è stata elaborata per questi veleno in un secondo momento, in quanto in passato il topicida agiva immediatamente e lo sterminio era fulmineo. Successivamente si è dedotto che il topo è un animale intelligente e vedendo un suo fratello morto, evitava la causa che aveva provocato la morte ad un suo simile.
Ecco perché le case produttrici di questi veleni hanno pensato ad un prodotto che agisse non immediatamente, in modo tale da sterminare più topi in tempi diversi e ingannare il topo furbo.
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I sintomi purtroppo non sono visibili sempre nel momento in cui l’animale lo ingerisce, ma possono comparire anche alcuni giorni dopo l’assunzione del veleno (si va da 3-4 giorni fino ai 15-20 giorni). Il suo modo di agire è quello di ridurre progressivamente la concentrazione epatica di vitamina K nel fegato, fondamentale per il normale processo coagulativo.
A provocare la reazione dell’organismo può essere un qualsiasi trauma: una botta, un’infiammazione, una ferita, una gastrite o anche niente. Successivamente al trauma il veleno inizia a provocare emorragie interne ed esterne ed è possibile notare i seguenti sintomi nell’animale:
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A meno che non si tratti di un avvelenamento fulminante, il veterinario, tramite la storia pregressa del cane e con l’aiuto del padrone, potrà individuare il tipo di avvelenamento nel cane. È molto importante poter determinare il ratticida che ha causato l’avvelenamento per determinare l’aggressività e la durata del trattamento.
Successivamente, il veterinario potrà iniziare ad effettuare trattamenti, che consistono in soluzioni idroelettrolitiche, fattori della coagulazione congelati, trasfusione di sangue, etc. La terapia per combattere l’avvelenamento da topicida nel cane, prevede innanzitutto l’utilizzo di vitamina K1, da somministrare per via endovenosa, ma anche per via orale e se del caso per via rettale.
In seguito ad un trattamento terapeutico appropriato, il cane ha buon recupero fisico e quindi una buona prognosi. Ragion per cui gli tornerà l’appetito e riprenderà a correre per il giardino e ad interagire con l’ambiente e con tutta la famiglia.
Ricordiamoci che il cane ha una natura esplorativa che lo porta ad entrare in contatto più facilmente con sostanze tossiche disseminate nel giardino o in casa. Mai sottovalutare le capacità del vostro cane, anche sopra una dispensa o dietro un mobile, chiuso in un armadietto, il veleno resta comunque potenzialmente accessibile. Motivo per il quale bisogna avere attenzione nell’utilizzo di topicida e altri veleni al quanto pericolosi.
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Raffaella Lauretta
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