Il cane, così come tutti i canidi in generale, può incorrere nell’avvelenamento da salmone: scopriamo sintomi e rimedi della patologia.
Fido può mangiare pesce, che ha molto qualità benefiche per il suo organismo e deve essere sempre presente, nelle giuste proporzioni, nella sua dieta ideale. Tuttavia occorrono le opportune precauzioni, perché il cane potrebbe incappare nell’avvelenamento da salmone, il quale, non curato tempestivamente, può avere perfino esito fatale.
Nonostante la denominazione, in realtà l’avvelenamento da salmone è un’infezione, che può colpire il cane e tutti gli altri canidi (lupi e volpi ad esempio) che mangino del pesce crudo.
Non necessariamente salmone per la verità, ma anche pesci simili.
Questo perché l’infezione è cagionata dal batterio Rickettsia, che alberga in alcuni vermi parassiti che possono infestare l’organismo di alcuni pesci, come appunto il salmone.
Pertanto, se il cane mangia pesce crudo in cui siano presenti tali parassiti, questi ultimi potrebbero attaccare l’intestino del cane, trasmettendogli il batterio responsabile dell’infezione conosciuta come avvelenamento da salmone.
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L’avvelenamento da salmone nel cane presenta alcuni sintomi tipici, non esclusivi della malattia e dunque non facilmente ricollegabili ad essa.
Ovviamente, affinché sorga un sospetto iniziale, che possa indirizzare immediatamente il veterinario verso la giusta strada, è necessario sapere che il cane abbia mangiato, nei giorni precedenti, pesce crudo.
Di solito i sintomi si manifestano entro una settimana, anche se non è escluso un periodo maggiore. All’esordio, di norma, la malattia si manifesta con vomito e diarrea nel cane. Altri sintomi tipici della prima fase della patologia sono la letargia e la diminuzione dell’appetito.
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In presenza dei suddetti sintomi, è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio veterinario di fiducia.
Se siete a conoscenza del fatto che il vostro cane abbia mangiato del pesce crudo, questo va riferito al professionista, in modo tale da accelerare la diagnosi della patologia.
L’avvelenamento da salmone, di norma, viene individuato attraverso l’esame delle feci del cane, che dovrebbero presentare le uova dei vermi parassiti che infestano l’intestino dell’animale. In alcuni casi (il 10% circa) potrebbero essere necessari degli esami più specifici.
Il trattamento terapeutico ordinario prevede la somministrazione di antibiotici, di norma per uno o due settimane, al fine di debellare l’infezione da Rickettsia. Allo stesso tempo, tuttavia, sarà necessario dare al cane un vermifugo per l’eliminazione dei parassiti.
La percentuale di sopravvivenza è molto alta (supera il 90%), purché trattata con tempestività. La migliore arma a nostra disposizione, tuttavia, rimane la prevenzione.
Un regime alimentare sano ed equilibrato per il nostro Fido prevede anche la presenza del pesce, che contiene sostanze benefiche per il suo organismo, su tutte pelle e pelo, cuore ed articolazioni.
Inutile dire che il pesce deve essere sempre cotto, onde evitare il pericolo di avvelenamento da salmone. Al medesimo tempo evitiamo cibi eccessivamente conditi; inoltre è preferibile dargli da mangiare cibo naturale, pulito da lische e spine.
Antonio Scaramozza
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