L’avvelenamento da stricnina nel cane è solito, in quanto è Fido è incline a mangiare cose da terra. Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento.
La stricnina come veleno ha origini storiche, fu usato contro le volpi fino al 1982, come parte dell’azione di prevenzione contro la rabbia. Questo veleno, fino a pochi anni fa era la sostanza preferita da persone malvagie che purtroppo lo utilizzavano per scopi non corretti su gli animali domestici.
Ma l’utilizzo solito di questo veleno invece è come pesticida per il controllo di ratti, talpe, scoiattoli e coyote. E per fortuna al momento non viene più venduta al dettaglio.
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La stricnina è un veleno in forma solida cristallina bianca è possibile reperirla in commercio sotto forma di un sale, in particolare il solfato o il nitrato, che, a differenza della stricnina libera, sono molto diluibili in acqua. In ogni caso tutte le soluzioni che si trovano hanno sapore amarissimo e sono pesantemente tossici.
La causa dell’avvelenamento da stricnina nel cane è la presenza di questo veleno che viene in modo molto rapido assimilato dal tratto gastro-enterico e dalle mucose. La stricnina nel corpo del cane, impedisce l’azione della glicina che è un neurotrasmettitore inibitorio, generando delle alterazioni a carico della muscolatura scheletrica con iperestensione degli arti e rigidità della maggior parte dei muscoli estensori.
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Nell’avvelenamento da stricnina nel cane i sintomi appaiono in breve tempo dal momento dell’ingestione. Infatti, nel giro di 30 minuti è possibile vedere l’animale assumere una postura da fame d’aria con la testa estesa sul collo e il muso, a causa della contrazione della muscolatura facciale e inoltre manifestare i seguenti sintomi:
L’avvelenamento da stricnina nel cane, agisce sul sistema nervoso centrale dell’animale e rientra tra le emergenze in quanto come abbiamo potuto vedere tra i sintomi è possibile il blocco della respirazione e ciò significa che un intervento tardivo può provocare la morte del nostro amico a quattro zampe.
Per poter effettuare una diagnosi corrette, il veterinario avrà bisogno di conoscere la storia pregressa dell’animale e dei sintomi fino a quel momento presenti, ma per avere una certezza si deve ricercare la presenza della stricnina nel contenuto gastrico, nel vomito, nel sangue e nelle urine. Una volta stabilita la diagnosi bisognerà intervenire molto rapidamente.
Il trattamento deve essere concentrato sulla purificazione del corpo dell’animale e quindi una lavanda gastrica per eliminare il contenuto dello stomaco, il controllo delle crisi convulsive, la ventilazione e l’ossigenazione del cane riducendo la contrazione dei muscoli scheletrici e dando le cure di supporto.
Inoltre il veterinario utilizzerà i barbiturici e le benzodiazepine (spesso associati) per ridurre la contrazione muscolare e dare rilassamento. Il cane dovrà essere monitorato per almeno 24-72 ore con dei fluidi e se il cane supera tale fase acuta molto critica ha buone possibilità di salvarsi.
Ma in ogni caso la prognosi dipende dalla quantità di tossina ingerita e dal tempo che è trascorso prima del soccorso all’animale. Perciò se il cane dovesse malauguratamente ingerire della stricnina, contattate subito il veterinario o la clinica più vicina, più tempo si perde più aumentano le possibilità che il cane non possa farcela.
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Raffaella Lauretta
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