Con chi va d’accordo e con chi non dovrebbe mai convivere? Quali sono le razze compatibili con l’Australian Cattle Dog e perché.
Avere un cane in casa non significa solo prendersi cura della sua salute ma anche occuparsi delle sue relazioni ‘sociali’. Per questo è fondamentale sapere (magari in anticipo) quali sono le razze compatibili con l’Australian Cattle Dog e quali invece sarebbe meglio evitare, per non creare appunto problemi di convivenza. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Australian Cattle Dog: i rapporti con gli umani e con gli altri animali
In realtà non si può dire che non si tratti di un esemplare che non ha a che fare con gli altri animali, anzi pare che la sua mansione principale (quella di guardiano e guida del bestiame) lo abbia sempre fatto stare a contatto le mandrie di bovini.
Riesce quindi ad imporre la sua autorità ma in maniera piuttosto ‘pacifica’: infatti l’Australian Cattle Dog non cerca mai la lite e non si impone di prepotenza, ma ciò non vuol dire che vada d’accordo con tutti.
Una vera particolarità di questa razza è che rientra tra i cani che vanno più d’accordo coi cavalli: si può dire lo stesso coi cani?
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Razze compatibili con l’Australian Cattle Dog: quali sono
Grazie al suo carattere poco rissoso e poco litigioso, a cui abbiamo accennato prima, pare che questa razza sia compatibile con tutte le razze di cani ma ad una condizione: che abbiano modo di socializzare fin da cuccioli.
Infatti sperimentare la convivenza prima di ‘imporla’ è sempre un’ottima idea, oltre ad abituare il cane a stare insieme agli altri nelle varie occasioni di incontro, come al parco o in altri luoghi pubblici.
Non si riscontrano dunque particolari problemi di convivenza ma potrebbero verificarsi soprattutto tra cani dello stesso sesso (quello maschile): pare infatti che potrebbero non andare d’accordo perché ognuno tenderebbe ad imporre la sua autorità all’altro.
E con i gatti?
Non è detto che sia impossibile una convivenza, ma è importante che si abituino l’uno alla presenza dell’altro fin da cuccioli e che crescano insieme.
In questo modo non si sentiranno come due ‘estranei’ a cui imporre la propria autorità, bensì come parti dello stesso gruppo familiare (con buona pace del padrone e di tutta la famiglia).
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Antonio D’Agostino