Dogo Canario: cane da presa ti tipo molossoide, caratterizzato da un’ottima prestanza fisica e dal carattere forte e dominante nei confronti di umani e altri simili.
Cane Corso: anch’esso di tipo molossoide, è da sempre utilizzato dall’uomo come protettore della famiglia e cane da difesa della casa e del bestiame. Molto agile, dinamico e coraggioso, questo esemplare è però facile da educare, sebbene la sua indole possa essere quella di un cane dominante.
Segugio maremmano: dal nome si può intuire che abbia una indole coraggiosa e abile alla caccia, soprattutto quella dei cinghiali e proviene dalla Maremma toscana.
Terrier nero russo: si distingue come cane da guardia e da difesa per il suo atteggiamento spesso aggressivo, ma ha un carattere affettuoso verso il padrone e molto diffidente verso gli estranei. Insomma per fare amicizia con lui bisogna pazientare e farsi conoscere bene.
Fox Terrier: la variante a pelo ruvido, è un cane molto dinamico ed estroverso. Si dimostra sempre allegro e affettuoso, e sempre predisposto a fare passeggiate e lunghe corse.
Rottweiler: cane dominante per eccellenza per la sua indole forte e il suo corpo muscoloso e robusto. Incute rispetto e timore, ma non è violento o aggressivo, a meno che non lo si educhi ad esserlo.
Tosa: di origine orientale, e precisamente giapponese, questo esemplare tende ad essere aggressivo e diffidente verso gli estranei, ma non con i suoi affetti più cari.
Razze di cani dominanti: come educarli (o almeno provarci)
Dopo aver letto le caratteristiche di ciascuno, sarà chiaro a tutti che forse educare un cane dominante non è un gioco da ragazzi. Ma soprattutto serve un padrone con pazienza ed esperienza, e non certo uno alle prime armi, che rischierebbe di finire sottomesso al cane. In questo caso i ruoli si confonderebbero e l’umano diventerebbe troppo permissivo e debole nei confronti dell’animale.
Alcuni veterinari consigliano di sottoporre il cane che mostra un atteggiamento dominante a castrazione, proprio per renderlo più docile e ‘addomesticabile’. Infatti con la giusta educazione e pazienza, senza mai utilizzare metodi violenti e urla, si possono ottenere grandi risultati.
A volte bastano piccoli gesti che hanno in realtà un significato enorme agli occhi del cane, come ad esempio quello di uscire dalla porta per primi e poi farsi seguire dall’animale, oppure dargli da mangiare solo dopo che noi umani abbiamo consumato il pasto.
Se tende a non voler ascoltare i comandi, puniamolo privandolo dei suoi giochi o snack preferiti; al contrario bisogna premiarlo quando si comporta bene o esegue i nostri ordini.
Francesca Ciardiello