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Cani

Quanto vive il cane epilettico: cosa è importante sapere

Quanto vive il cane epilettico rispetto ad un cane sano? Sono tante le domande riguardo la sua aspettativa di vita. Vediamo cosa dobbiamo conoscere su questa terribile malattia per poterlo aiutare a vivere.

(Foto Pixabay)

Vedere soffrire improvvisamente e a lungo il proprio amico a quattro zampe è una delle esperienze di vita più brutte. L’amore immenso per fido si scontra, a volte, con la brutale realtà in cui vivono sia lui che il suo padrone umano. C’è una malattia che può colpire fido di fronte alla quale ci si sente impotenti e arrabbiati. Parliamo, oggi, di quanto vive il cane epilettico e di cosa si può fare per aiutarlo.

Quanto vive il cane epilettico: cause e sintomi della malattia

L’epilessia nel cane costringe il suo padrone in un mood emotivo negativo e perennemente preoccupato. La paura per fido epilettico è del tutto normale, ma com’è la vita di un cane con questa malattia complessa? Qual è la sua aspettativa di vita? Scopriamolo insieme.

(Foto Pexels)

Avere un cane che soffre di epilessia significa avere costantemente paura che lui possa avere un attacco, le convulsioni, e si spera sempre che quei pochi minuti strazianti passino il più in fretta possibile, per cercare di tornare ad una normale serenità.

Potrà rassicurare, almeno un po’, che in realtà un cane malato di epilessia può condurre una vita abbastanza normale, l’importante è affidarsi sempre ad un medico veterinario esperto e competente ed imparare a controllare, nel tempo, la delicata condizione di fido.

Ma in cosa consiste una crisi epilettica nel cane e da cosa è causata? Dobbiamo sapere che l’epilessia è la conseguenza di vari fattori e sintomi nell’animale ed in base alla radice del disturbo si può trovare una cura per risolvere, perciò è basilare risalire al disturbo scatenante di questo male.

Le cause scatenanti l’epilessia possono essere un trauma grave subìto alla testa e, quindi, al cervello, oppure deformità cerebrali. L’epilessia può essere provocata anche da altri disturbi, quali:

Le tre fasi della crisi epilettica

Possiamo descrivere la crisi epilettica di fido durante le sue tre fasi. La prima fase è chiamata preictale. All’inizio, il cane tende ad agitarsi e ad ansimare, camminando ed emettendo strani suoni. Di solito, questa fase può verificarsi durante la notte mentre l’animale sta dormendo.

La seconda fase è quella della crisi convulsiva vera e propria. É la fase che spaventa di più, quella in cui il corpo dell’animale si irrigidisce per un breve lasso di tempo (tra i 30 e i 120 secondi circa); una fase delicata in cui il cane perde il controllo di sé, del suo intestino e della sua vescica.

L’ultima fase è chiamata postictale. Questa terza fase può durare pochi secondi oppure delle ore. In questo lungo periodo straziante, il cane è disorientato, agitato ed ansima e in questo stato può addirittura avere una progressiva perdita della vista.

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Sintomi tipici nel cane epilettico

Anche per il cane la crisi epilettica dipende da sintomi ben precisi ed è caratterizzata da spasmi e scatti che possono danneggiare il suo cervello. In pratica, si generano delle crisi elettriche nel cervello, che comportano tremori agli arti e anche perdita di coscienza.

Altri sintomi a cui si deve sempre fare attenzione, sono:

  • Affanno;
  • Il cane è stressato
  • Difficoltà respiratorie;
  • Lamenti insistenti;
  • Pianto;
  • Confusione e panico;
  • Rigidità muscolare;
  • Salivazione eccessiva;
  • Masticazione continua;
  • Letargia.

Non sempre questi sintomi e segnali appaiono subito e insieme. É importante agire in fretta e contattare il proprio veterinario, nel caso si manifestasse uno o più tra questi sintomi riportati, in modo da offrire al cane l’aiuto necessario il prima possibile.

Alla domanda: quanto vive il cane epilettico? Conforterà sapere che la malattia non è mortale, ma per poterci convivere è fondamentale il sostegno di un buon medico e le cure adatte a lui per andare avanti e vivere con noi per più tempo possibile.

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Fido e l’epilessia: cosa fare durante gli attacchi e trattamento

Non è facile occuparsi del proprio cane malato di epilessia e gestire le sue convulsioni. Ma è possibile imparare a controllarle in poche facili mosse e ricordando delle semplici regole per il suo benessere in casa. Vediamo, insieme, come si può aiutare fido e qual è il trattamento previsto per l’epilessia.

(Foto Unsplash)

Trovarsi davanti all’amato fido in preda ad una crisi epilettica è una sensazione molto spiacevole e la paura tende a impadronirsi di qualsiasi padrone. Possiamo fare di più, però, e imparare a controllare le nostre emozioni per aiutare al meglio il nostro animale in casa.

Durante una crisi epilettica che, come abbiamo detto, ha generalmente la durata di qualche minuto, dobbiamo imparare a gestire l’ansia e occuparci subito del cane tremante e in stato di agitazione. Lo portiamo piano piano su una superficie morbida (anche la sua cuccia può andare bene) per distenderlo, evitando angoli e mobili su cui può farsi male.

Appena la crisi convulsiva sarà terminata, il cane riprenderà conoscenza e sembrerà disorientato e stanco. Perciò, fido dovrà avere tutto il tempo di riposarsi tranquillo e riprendersi completamente.

Per quanto riguarda la cura e il trattamento per l’animale, una volta risaliti alla causa scatenante, si prevedono solitamente esami delle feci e delle urine, esame neurologico, cardiaco ed emocromo completo più TAC e risonanza magnetica. Ottenuti questi esami, il medico procederà al trattamento previsto per il suo disturbo.

L’epilessia può essere trattata con farmaci antiepilettici, ma per il dosaggio occorre pianificare e controllare gli effetti durante qualsiasi trattamento a cui verrà sottoposto l’animale, tenendo conto anche di probabili effetti collaterali. La convivenza con questa malattia è possibile, bisogna armarsi di pazienza ed agire in maniera giusta.

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Ilaria G

Ilaria Grimaldi

Ho studiato Editoria e Pubblicistica e ho molte passioni oltre ai cari animali domestici. Mi interesso di poesia, musica e cinema, amo praticare sport e partecipare alle attività culturali. Scrivere mi permette di esprimermi.

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