Emergenza cane? Nessun problema: ecco cosa devi sapere per far fronte a una situazione critica e cosa portare sempre con te.
Avere un cane è sempre una grande responsabilità: è come un bambino che ha costantemente bisogno di noi. Il padrone rappresenta per lui una fondamentale figura di riferimento, dunque noi umani, investiti di questa grande responsabilità, dobbiamo essere sempre pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza. Ma come fare? Ecco una breve guida pratica al pronto soccorso veterinario e in più qualche consiglio per attrezzare al meglio una propria cassetta di strumenti utili in caso di infortunio del nostro amico canino.
Un cane è davvero imprevedibile quindi valutare ‘su carta’ le situazioni di pericolo in cui potrebbe trovarsi è davvero un’impresa titanica. Dalla slogatura alla zampa alla scottatura alla puntura di zecche, il nostro amico a quattro zampe potrebbe trovarsi sempre in condizioni critiche. Sta a noi padroni l’arduo compito di riconoscere innanzitutto i sintomi e cercare di fronteggiare l’emergenza con i nostri mezzi a disposizione e prima che la situazione si complichi ulteriormente, mettendo magari a rischio la vita del nostro Fido. Insomma una bella responsabilità! E’ bene informarsi sui vari modi di procedere a seconda del caso: ecco qualche rapido esempio, dettato dall’esperienza della dottoressa veterinaria Michela Pettorali.
Si tratta di un’interruzione del flusso sanguigno e di ossigeno al cervello e ad altri organi a causa di un arresto del battito cardiaco. Come prima accennato è fondamentale riconoscere i sintomi, piuttosto comuni a tutti gli animali vittime di un attacco di cuore: il respiro diventa affannoso, pupille dilatate e aspetto cianotico. Il cane sembra non reagire a nessuno stimolo esterno e inizia a tremare perché il corpo va in ipotermia. L’arresto del flusso di ossigeno al cervello naturalmente può comportare danni cerebrali permanenti se non si interviene in maniera subitanea. Quindi è fondamentale controllare la propria tensione e procedere con lucidità. Bisogna innanzitutto far stendere il cane sul fianco destro, con gli arti perpendicolari al resto del corpo e iniziamo a fargli il massaggio cardiaco. Mettiamo le nostre mani, una sopra l’altra, sul suo torace e facciamo due pressioni a intervalli regolari di un secondo, per almeno 80-100 volte. Nei cani di taglia piccola invece bisogna prendere tra le mani il suo torace e comprimerlo per almeno 120 volte al minuto. Talvolta nei cani cosiddetti ‘toy’ si dovrà procedere con l’uso delle sole dita. Una volta ripreso il battito cardiaco, passiamo alla respirazione artificiale dell’animale. Gli avremo salvato la vita!
Spesso si verifica dopo un attacco cardiaco: una volta messo in funzione il cuore è necessario indurre il cane a respirare autonomamente. Ciò vuol dire liberare il condotto respiratorio ostruito e procedere con la respirazione artificiale. Una volta assicuratisi che non ci sono ‘ostacoli’ alla respirazione da rimuovere manualmente, si fa distendere sul fianco l’animale e gli teniamo il muso chiuso, stretto in una mano per poter far confluire tutta l’aria dalla nostra bocca alle sue narici. Questa operazione dovrà essere ripetuta per almeno 15-20 volte, sempre tenendo sotto controllo il battito cardiaco e poggiando l’orecchio sui polmoni per sentire se hanno ripreso a funzionare autonomamente.
Se il cane sta per soffocare solitamente assume un colore bluastro e naturalmente inizia ad affannare rumorosamente, oppure ancora ha una tosse particolarmente forte come a voler tentare di espellere un corpo estraneo. Molto dipende dallo stato di coscienza del cane: se è ben sveglio e, comprensibilmente, agitato cerchiamo di calmarlo e di convincerlo a farci guardare l’interno della bocca. A questo punto cerchiamo di rimuovere manualmente, senza movimenti a scatto o violenti, il corpo estraneo. Se invece il cane è in uno stato di semi-coscienza e sembra svenuto, procediamo con la manovra di Heimlich: cane steso sul lato, cinque spinte addominali con la mano posta sulla gabbia toracica. Naturalmente se il cane è di taglia media possiamo anche metterci alle sue spalle e praticargli questa manovra da dietro, con alcuni pugni sull’addome e spingendo verso l’alto. Espulso il corpo estraneo procediamo con la respirazione artificiale poiché non è detto che, una volta liberato il condotto, inizi a respirare autonomamente.
Nel caso in cui il cane fosse rimasto vittima di avvelenamento i sintomi saranno piuttosto vari: convulsioni, spasmi, guaiti di dolore e secrezioni come schiuma bianca dal naso e dalla bocca. Se ci siamo accertati che il cane ha ingerito veleno è importante indurlo a vomitare per liberarsi quanto più è possibile della sostanza tossica. Prima di arrivare dal veterinario si può somministrare acqua ossigenata o acqua salata, nella quantità di un cucchiaino da caffè basandosi sul peso del cane: 1 cucchiaino ogni 5 kg di peso.
In questo caso non c’è molto da fare, o meglio è necessario lasciare il compito al veterinario oppure alla Guardia medica Veterinaria più vicina. Anche nel caso di emorragie, anche in seguito a fratture esposte, il nostro compito deve essere limitato a bloccare l’afflusso di sangue. in caso di epistassi, ovvero sangue dal naso, blocchiamo l’afflusso anche con l’aiuto del ghiaccio.
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Dopo questa serie di sfortunati eventi, non ci è venuta voglia di preparare una cassetta del pronto soccorso da avere sempre a portata di mano? Naturalmente, seppur provvisti di questi strumenti, non potremo mai sostituirci al veterinario professionista, ma potremo iniziare le prime manovre nell’attesa di arrivare dall’esperto. Ecco cosa non dovrebbe mai mancare nel kit di pronto soccorso canino.
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F.C.
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