Tra le storie che amiamo sentire e che non smettono di meravigliarci vi sono le vicende in cui cani, gatti o altri animali smarriti tornano a casa percorrendo anche centinaia di chilometri. Fatti realmente accaduti che dimostrano il forte legame di affetto che si può creare con queste adorabili creature, così diverse dal genere umano, ma altrettanto senzienti. Recentemente ci sono stati il caso del cane di San Diego che ha percorso 55 chilometri per tornare dalla padrona (clicca qui), oppure il cane che a Padova, a distanza di cinque, è andato a fare una visita al vecchio proprietario (clicca qui), fino al trovatello che cammina per due giorni per tornare dalla sua famiglia affidataria (clicca qui).
Insomma, tutte vicende che ci portano ad interrogarsi su cosa spinga e soprattutto come questi animali riescono ad orientarsi e a ritrovare la strada del ritorno.
La prestigioso rivista Time ha riservato un approfondimento sul tema, esplorando i “sistemi di navigazione” degli animali, come ad esempio alcune razze di uccelli e coleotteri si orientano grazie alla posizione del cielo stellato, oppure le tartarughe marine si muovono con i campi magnetici terrestri. Un meccanismo che secondo alcuni ricercatori sarebbe anche impiegato dai gatti.
CANI SMARRITI– Il sito online americano dedicato al regno animali, Thedodo, ha incontrato alcuni esperti per chiarire meglio questo fenomeno. Emily Weiss, vice presidente del centro di ricerca e rifugio per animali ASPCA, ha affrontato il tema all’inverso ovvero chiedendosi come mai molti animali si perdono: “Le storie di cani e gatti che ritrovano la strada di casa sono rare, la stragrande maggioranza di cani e gatti non riescono a tornare”, ha dichiarato Weiss, affermando che il modo in cui gli animali si orientano è comunque sempre affascinante, come per i cani, ad esempio, entra in gioco il loro senso dell’olfatto e i segnali visivi.
Secondo Weiss, il senso di direzione deriva da un comportamento che il cane ha appreso:”Tutti noi ci muoviamo verso le cose che conosciamo, a patto che siano state esperienze positive e ci lontani da quelle che non conosciamo. Questo vale anche per i nostri animali domestici.”
Alcuni casi sono in ogni modo sorprendenti: un gatto è riuscito a rintracciare il suo padrone a distanza di poche settimane dal suo trasferimento in un altro quartiere. Il gatto era rimasto dal vicino di casa, ma evidentemente il legame con il suo padrone era particolare, tanto da spingerlo a fare una cosa molto simile, riuscendo a seguire il proprietario in nuovo quartiere.
Il centro di ricerca ha anche voluto approfondire il modo in cui gli esseri umani si comportano con i loro animali:”La gente non mette i tag sulle fotografie dei loro animali domestici”, ha detto Weiss, sottolineando che per le ricerche degli animali smarriti potrebbe essere utile impiegare un tag ID dell’animale e lo stesso proprietario, oltre ai tradizionali strumenti da intraprendere in caso di smarrimento (clicca qui) dovrebbe iniziare ad impiegare anche questo metodo
CANI CHE NON TORNANO– Un elemento molto significativo che potrebbe aiutare nella ricerca soprattutto nell’universo dei social e della rete. Molti casi di smarrimento accadono durante un incidente come un incendio o il cancello che si rompe. Weiss spiega come nella maggior parte delle situazioni, un animale che si trova fuori dalla sua casa, tende ad andare a cercare i vicini, per cui, a volte, il cane o il gatto potrebbe essere più vicino di quanto si pensi.
Il mondo esterno è pieno di pericoli, ha poi ammonito Weiss, ricordando che l’animale che è sempre stato coccolato incorre in tante minacce, come le automobili o persone ostili che potrebbero interferire sul suo stato emotivo e di riflesso contaminare le sue capacità di orientamento.
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