Quando un cane ha timore generalmente mette in atto quattro comportamenti ben distinti. A volte queste reazioni alla paura possono sovrapporsi, ma è importante saperle riconoscere
Proprio come noi uomini, anche i nostri amici a quattro zampe possiedono le proprie fobie, ansie e paure incontrollabili. Uniche e individuali per ogni esemplare, sono fra le più disparate. In comune hanno però la capacità di scatenare nel cane una risposta sensoriale e psicologica immediata del sistema nervoso.
Le reazioni del cane alla paura cominciano proprio così. A questo punto il corpo di fido viene invaso da potenti segnali di allerta e alterazione corporea. I veterinari comportamentalisti più accreditati schematizzano le reazioni canine alla paura in quattro distinte reazioni.
Conoscerle e riconoscerle ci aiuterà ad entrate più in sintonia con fido ma anche a saper prevedere possibili pericoli.
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Lo stato di allerta che si impadronisce nel nostro cane quando sente paura è in un certo senso congeniale al suo sistema nervoso. Gli improvvisi cambiamenti corporei che subisce servono proprio a proteggerlo dal pericolo che lui stesso ha individuato.
Come prima cosa il cervello rilascia una buona dose di adrenalina, noradrenalina e cortisolo. Subito dopo il battito cardiaco aumenta, la pressione sanguigna si alza, le pupille si dilatano e il processo digestivo rallenta. Ora fido è pronto a rispondere con una delle reazioni 4F: flight (fuggire), freeze (congelarsi), fight (lottare) e fool around (bighellonare)
Se il cane mette in atto la risposta della fuga sta cercando attivamente di evitare di arrivare allo scontro. Lo si percepisce innanzitutto dalle sue reazioni corporee. Anche se legato al guinzaglio, potrebbe infatti tentare di correre, camminare e a volte strisciare via dal pericolo. Magari tende a indietreggiare e le parti del suo corpo si richiudono in se stesse: orecchie all’indietro, corpo abbassato verso terra e coda fra le gambe.
A volte la reazione di flight, fuga, è messa in atto da fido in maniera più psicologica che corporea. In una sorta di fuga mentale il nostro amico peloso potrebbe distrarsi compiendo dei gesti ripetuti, quasi di tipo ossessivo compulsivo che in quel momento lo salvano da una fuga reale che magari non può compiere fisicamente. Alcuni di questi comportamenti sono considerati problemi comportamentali nel cane, ma si possono correggere.
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Generalmente questa reazione deve funzionare da campanello d’allarme. Il cane dopo qualche secondo di totale immobilità si sta preparando a fuggire, combattere o giocare. Ma in quel momento la paura gli sta suggerendo che più tenta di non muoversi e più possibilità ha di non essere scorto dal predatore.
Il corpo del nostro amico peloso durante questa fase appare rigido e totalmente immobile. Sta prendendo tempo, magari aspetta una reazione da parte del predatore o ancora tenta di spiazzare quest’ultimo con una non reazione.
Un cane preferirà sempre decidere di eludere il pericolo piuttosto che di affrontarlo. Ma quando oramai lo stress è salito a livelli troppo alti e i segnali corporei si fanno sempre più intensi fido si sente costretto ad attivarsi. Quando sceglierà di reagire con la lotta lo farà come estremo atto di difesa. Anche se esistono comunque razze di cane di natura più scontrosa.
La minaccia parte con il cambio di postura che appare più attivo. Orecchie diritte e tirate all’insù proprio come la coda e i peli che si mostrano rialzati su collo e dorso. Facciamo attenzione, la posizione della coda di un cane ci svela i suoi stati d’animo. Avvicinandosi all’oggetto che gli incute timore prenderà a ringhiare, mostrare i denti e procedere per balzi. Potrebbe persino tentare di morsicare, anche se l’entità dell’effettivo morso potrebbe essere di gradi differenti.
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L’ultima reazione del cane quando ha paura è forse la più spiazzante. In inglese questo stadio viene definito come fidget, fool around. Tutti termini che rimandano a una sensazione di irrequietezza e disagio. Fido in questo caso reagisce cercando di confondere il proprio avversario al fine di instaurare un rapporto più rilassato e giocoso ed evitare lo scontro nuovamente.
In poche parole tenta di fare un pò lo “schiocchino” nascondendo il suo disagio con un’intesa iperattività. L’iperattività nel cane è considerata una patologia e se non si limita a essere occasionale, come in questo caso, va seguita e contenuta. Sembra spesso distratto, annusa intorno, ansima, si lecca eccessivamente o salta. Allo stesso tempo però i segnali che lancia il suo corpo sembrano mostrare una progressiva distensione.
Le orecchie tendono a rilassarsi e indietreggiare con naturalezza come quelle di un cucciolo e magari scappa anche uno sbadiglio, segnale che la fase di pericolo si sta allontanando.
C.F
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