Paolo Caldora: cosa significa la distinzione delle razze dal punto di vista di un addestratore

Paolo Caldora: cosa significa la distinzione delle razze dal punto di vista di un addestratore

Allevamento Lake Wolf

L’incontro con Paolo Caldora fu del tutto casuale quando, nel corso di una torrida estate, venne trovato un cane, un meticcio, potremmo dire, un po’ “schizzato”. Un cane da caccia, iperattivo che guaiva e ansimava sempre, abbandonato a ridosso della stagione venatoria, perché probabilmente, come venne scoperto in un secondo tempo, il cane era letteralmente terrorizzato da qualsiasi “botto”, tanto da gettarsi da una finestra al primo piano di una casa.

Il problema che si è presentato a persone inesperte era quello di tranquillizzare il cane, di riportarlo ad un equilibrio e capire il modo di interagire con lui e d’insegnare ad un cane adulto, da caccia e spaventato, alcuni comandi di base come anche ad andare al guinzaglio. L’incontro con Caldora è avvenuto in modo del tutto naturale e si è rivelato essere una persona franca e schietta che da anni svolge un lavoro difficile, trovandosi a combattere ogni giorno non solo con cani di un certo tipo ma soprattutto con i proprietari e una mentalità contemporanea mirata non tanto al rapporto con il cane ma all’immagine che ne deriva. Tutto diviene una passerella: il cane di razza o il trovatello traumatizzato, il tipo di addestramento, lo psicologo, il comportamentista. Insomma, nuove figure professionali che spesso si sono insinuate nel legame “uomo-cane” a volte in maniera pretestuosa più che in modo costruttivo. In tal senso, con Caldora, scoprimmo che il problema era il padrone e di certo, ammettere alcune cose di se stessi non è mai gradevole e come sempre si preferisce che sia l’altro, in tal caso il cane, ad essere problematico e per questo spesso si ricorre a metodi, a volte anche assurdi, per correggerlo, peggiorando solo la situazione, oppure mettendola a tacere e non risolvendola.
Caldora, titolare della Scuola di addestramento Stella Grigia, con la quale porta avanti anche il Progetto Cane Lupo che come viene scritto “prevede la formazione di una coscienza il più possibile conforme alla linea di pensiero di questi Animali”, ci porta alla scoperta di alcune differenze, spiegandoci perché è importante conoscere le caratteristiche delle razze e soprattutto quanto sia necessario ponderare diversi fattori nella scelta di un cane.

L’ADDESTRAMENTO DEL CANE

Di cosa si occupa, in cosa consiste il suo lavoro?
Mi occupo di insegnare ai componenti del “Branco-Famiglia umano” quali sono le caratteristiche generali dei Cani, quella della razza di appartenenza (o se sono meticci delle specifiche di razza presenti e di come tra di loro si possono combinare) e poi nel particolare del loro Cane. Cerco di spiegare perché non si possono equiparare i Cani agli esseri umani, quali sono le differenze di intelligenza, emozioni, stati d’animo, apprendimento; spiego che le definizioni dal “nostro punto di vista” sono sbagliate, di far capire che un Animale non può essere buono o cattivo, non può essere frustrato o depresso, non può avere autostima o essere ossessivo compulsivo o iperattivo … queste “patologie” appartengono solo all’unico animale imperfetto: l’uomo. Il Cane si comporta in modo istintivo ed è un eterno infante che ha bisogno di qualcuno che lo guidi e lo accudisca per tutta la vita. Il mio lavoro consiste nel migliorare la comunicazione e di conseguenza il legame tra noi e i Cani. Senza i presupposti della conoscenza delle motivazioni da cui scaturiscono i comportamenti del Cane non comincio mai un percorso addestrativo; facendo questo lavoro spinto dalla passione non addestro mai meccanicamente per risolvere i problemi pratici del proprietario perché essi scaturiscono sempre da un disagio creato da noi e che nuoce per prima cosa al Cane … in sintesi non si devono mai curare gli effetti di un problema senza cercare di rimuoverne la causa.
Qual è la differenza tra educare, addestrare e recuperare un cane da un trauma?
L’educazione è ciò che avviene in famiglia, è una delle espressioni dell’Attaccamento; ha inizio dal primo momento in cui il cucciolo viene al mondo e, con il passare dei giorni, si amplifica nelle forme; l’educazione che la Mamma dà ai suoi Figli, dovrà essere poi portata avanti dalla nuova famiglia, possibilmente, creando la stessa sintonia sociale/familiare che esiste nel Nucleo Naturale.
L’addestramento è l’insegnamento di una serie di esercizi e di comportamenti che trovano ragione come completamento dell’educazione, ma non la sostituiscono.
Il recupero comportamentale è l’individuazione di ciò che ha creato la condotta errata, e, nello studio dei vari effetti, ricreare la serenità nel Cane.

DIFFERENZA DELLE RAZZE DEI CANI

Allevamento Lake Wolf

Si sente parlare oggi giorno di razze difficili e pericolose. E’ vero secondo lei?
Per prima cosa dobbiamo chiarire il concetto di nascita del Cane: al tempo antecedente la domesticazione, il Cane non era sulla nostra Terra. Alcuni soggetti di Lupo, di ‘’n’’ sottospecie, allontanatisi dal Branco, o perduto il Branco, o semplicemente curiosi, si sono avvicinati all’uomo; fra i due, nacque una sintonia e nel tempo divenne vera e propria collaborazione. L’uomo, cominciò a selezionare i soggetti che più si addicevano alle varie mansioni e piano piano diede vita alle razze. Se guardiamo bene tutte le varietà che oggigiorno abbiamo a disposizione, è facile notare quali differenze fisiche abbiano fra loro a seconda del lavoro per cui, al tempo della selezione originaria, furono evidenziate. Esempi se ne possono portare tantissimi ma per fare in un lampo, un minimo di chiarezza, racchiudiamoli facilmente in Cani da caccia, da guardia, da gregge, da grembo … questi quattro esempi ci fanno pensare subito a Cani particolari, tutti diversi fra loro, e se il lavoro li vuole diversi fisicamente, non possono non esserlo psicologicamente. Dire perciò che tutti i cani sono uguali, dal punto di vista comportamentale è sciocco. Un Chiuahua potrà mai fare il mandriano? Un Rottweiler potrà mai essere un Cane da grembo?
Ogni razza ha la sua peculiarità e il comportamento che assume è dettato da quella peculiarità, per cui, come vale per noi la regola delle specializzazioni, vale anche per loro: un trapezista non potrà mai essere una persona con un fisico da lottatore di sumo, e se permettete, l’indole di un acrobata, non può essere uguale a chi della lotta ha fatto il suo indirizzo di vita. Un matematico, difficilmente sarà un bravo scrittore e viceversa!
Per ciò che riguarda i ‘’non blasonati’’ i comuni bastardini, la realtà non cambia, anzi direi quasi che diventa un pochino più complicata, perché un bastardino non rispecchia le caratteristiche di una singola razza, ma, in maniera più o meno evidente, quella delle varie razze che ha dentro.

Molti paesi hanno vietato queste razze. Secondo lei quale sarebbe una via di mezzo?
In quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale ci sono molte restrizioni relative ad alcune razze da presa: pitbull, amstaff, dogo, cane corso, rottweiler, bull terrier, american bulldog etc. ; vanno dal divieto di allevamento e vendita al patentino obbligatorio a seconda delle razze e dei paesi. Il problema è che ci vorrebbe un’autorizzazione preventiva che valuti le conoscenze, le capacità, l’equilibrio dell’acquirente. Passata questa valutazione ci vorrebbe l’esame della struttura dell’abitazione, la valutazione del nucleo familiare e del tipo di vita che si svolge nella casa. Superato tutto ciò dopo l’acquisto si dovrebbe essere seguiti da un professionista che si assuma la corresponsabilità della gestione del cane.

Qual è il problema fondamentale in Italia in merito a queste posizioni?
In Italia la situazione è abbastanza deprimente … il decreto Sirchia, che pur con dei limiti oggettivi nella sua stesura e nel numero delle razze, aveva tracciato una strada per affrontare il problema delle aggressioni ed è stato buttato tutto al vento dopo 4 anni con il decreto Martini. Mi permetto di citare un estratto della suddetta ordinanza: “Come confermato dalla letteratura scientifica di Medicina Veterinaria, non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza ad una razza o ai suoi incroci”… basterebbe conoscere le leggi della fisica per capire che a seconda della conformazione della mandibola e della mascella e in relazione alla grandezza del cranio e alla potenza muscolare, la forza del morso (calcolata in Kg. per cmq) varia da razza a razza. Nelle razze da presa si va dai 138 Kg. del bull Mastiff ai 324 Kg. del Kangal turco. Consideriamo che il morso di un Labrador è pari a 60 Kg. e possiamo trarne le dovute conseguenze! Dire che la differenza di pericolosità non la fa la razza è come dire che una lanciarazzi da barca è pericolosa quanto un mitra …abbastanza inverosimile. Quindi il problema fondamentale in Italia è che le associazioni animaliste hanno detto dopo il decreto Martini:“Finalmente tutti i cani sono considerati uguali!”. Quel che è peggio è la credenza che qualunque cane cresciuto in maniera dolce e amorevole da una persona buona non sarà mai pericoloso.

RAPPORTO CANE UOMO

Quale sarebbe il suggerimento che darebbe a qualcuno che vuole prendere un cane. Ovvero come indirizzerebbe una persona a scegliere un cane?
La prima cosa da fare è mettersi davanti allo specchio e chiedersi: perché voglio accompagnarmi ad un Cane? Perché voglio dividere la mia vita con un Cane? Sono una persona equilibrata che conduce una vita equilibrata? Sono in grado di educare un altro essere vivente? Mi prenderò sempre cura del Cane? La vita che conduco è idonea ad un Cane? Sono in grado di rinunciare ad alcune cose della quotidianità per far spazio ad un’altra Vita? Una volta preso l’impegno, lo porterò a termine? Vedo l’impegno di un Cane come sacrificio o come un legame?
In base alle risposte che la persona si dà davanti allo specchio, deve poi esaminare/studiare le varie tipologie di Cane, perché, come abbiamo già spiegato, ogni razza o mix di razza, sono diversi. Utile forse sarebbe studiare la teoria neotenica di Lorenz, molto più affidabile di tante storie che si raccontano in giro.
Secondo lei si è perso qualcosa nella relazione con gli animali? Ovvero, le ricerche e gli studi di oggi portano a scoprire molti elementi del sistema cognitivo del cane per migliorare la comunicazione con l’uomo. Lei cosa ne pensa?
Ritengo che negli ultimi anni si siano usate molte definizioni e parole complicate appiccicate a studi scientifici che inneggiano a nuovi metodi addestrativi ( clicker training – nient’altro che l’evoluzione moderna degli esperimenti di Pavlov, addestramento in shaping – tradotto dall’inglese modellando, luring – tradotto dall’inglese adescando, e potrei andare oltre per una decina di minuti) basati sull’insegnamento di tecniche da applicare a tutti i cani… Queste tecniche vengono insegnate attraverso corsi per educatori in gran parte teorici o addirittura online. Molte delle persone che si iscrivono a questi corsi non hanno nemmeno un cane! Io penso che tanti anni fa le tue “competenze” , per usare un termine di moda oggi, te le creavi negli anni con la gavetta, l’esperienza e tanto duro lavoro; si cominciava a pulire i box, a cercare di capire le compatibilità per formare gruppi per far stare insieme … altro che addestramento! Dopo qualche anno di queste mansioni e contemporaneamente qualche anno di addestramento con il tuo cane, cominciavi i primi passi di questo lavoro. Adesso dopo 180 ore di corso educatori già si comincia ad addestrare! Io penso che ci sono troppi pseudo professionisti in giro e questa è una delle cause maggiori dell’aumento esponenziale dei problemi comportamentali dei cani.

Che cosa può donare un cane nella vita di una persona? Qual è il suo messaggio in merito?
Cito testualmente una frase rubata a mia moglie che è anche la mia Maestra: “Le grandi meraviglie del Creato sono i Bambini e gli Animali, perché nessuno come loro, sa guardati nel cuore, e nessuno come loro sa liberarti dalle tenebre senza il bisogno che l’Alba si accenda.”
Ciò che accomuna il Bambino e il Cane è la comunicazione attraverso gli stati d’animo; comunicazione tramite la quale viene a crearsi una interazione unica nel suo genere, fondata sulla consapevolezza di essere si diversi ma uniti nella comprensione e dal piacere di stare insieme.

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