Mi capisce anche quando parlo in un’altra lingua? A quanto pare alcuni studi hanno dimostrato che i cani sono poliglotti: tutto sulle loro capacità.
Alla base del rapporto tra cane e padrone vi è sicuramente la comprensione dei comandi di base e del linguaggio umano, ma per quanto riguarda l’idioma possiamo affermare che i cani sono poliglotti? A quanto pare l’argomento ha suscitato anche l’interesse degli esperti, che hanno approfondito la questione della comprensione di più lingue da parte dei nostri amici a quattro zampe: ecco cosa hanno scoperto.
Il cervello del cane funziona esattamente come il nostro! Uno studio ha dimostrato che impiega l’emisfero destro per comprendere le parole e quello sinistro invece si focalizzerebbe sul tomo della voce che usiamo per pronunciarle. Quindi se qualcuno ‘osa’ ancora prenderci in giro perché parliamo col nostro amico a quattro zampe, basterà mostrargli lo studio pubblicato su Current Biology.
Quest’ultimo dimostra che i cani comprendono non solo i suoni ma ma addirittura parole e intonazioni: questo è quanto emerso da un esperimento condotto dai ricercatori David Reby e Victoria Ratcliffe su un campione di 250 cani. A questi animali sono stati posti al centro tra due altoparlanti che emettevano parole in lingue diverse: le stimolazioni dunque ‘arrivavano’ a un orecchio ma venivano elaborate dall’emisfero opposto del cervello.
I cani che crescono in una famiglia sono ‘abituati’ ad ascoltare un determinato idioma, ma riuscirebbero a comprenderne anche un altro se si trovassero uno ‘straniero’ a casa? Di sicuro riuscirebbero ad abituarsi a lingue che per noi (e per loro) sono estranee ma all’improvviso non riuscirebbero a capirci se adottassimo altre parole per indicare oggetti o se ci rivolgessimo a loro con un idioma diverso da quello che conoscono.
I cani capiscono l’intonazione e il significato delle nostre parole e possono anche da adulti abituarsi a una nuova lingua, soprattutto perché riusciranno a capire ‘in fretta’ quando ci si riferisce a oggetti che a loro interessano, come ad esempio il guinzaglio per uscire. Molti padroni decidono di parlare al cane come a un bambino, ovvero con una esagerata prosodia, per farsi comprendere meglio e in effetti funziona, ma che succede se usiamo parole diverse per indicare medesimi oggetti e concetti?
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Quale migliore occasione per promuovere uno studio sulla comprensione delle lingue da parte di un quattro zampe proprio quando se ne presenta l’occasione? Pare infatti che l’etologa Laura Cuaya si sia trovata a porsi queste domande quando, per ragioni di studio e lavoro, si è trovata a trasferirsi a Budapest, portando con sé il suo amico a quattro zampe Kun-Kun.
Il povero animale si è trovato dunque improvvisamente circondato da persone che parlavano in ungherese, si è trovato inizialmente spiazzato nella nuova situazione ma impegnandosi a superare l’incomprensione della lingua straniera. Infatti questo esemplare insieme ad altri 17 cani sono stati monitorati mentre ascoltavano la lettura de ‘Il piccolo principe’ sia nella lingua natia (lo spagnolo) sia in ungherese.
Pare che gli animali riuscissero a capire perfettamente che non si trattava dello stesso idioma e, quando ascoltavano quello a loro non familiare, attivavano diverse aree del cervello: lo stesso meccanismo lo attuano i bambini che non hanno ancora imparato a parlare.
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