Negli ultimi anni si sono diffusi numerosi metodi di addestramento, grazie anche al web e ad alcuni canali televisivi. Tra questi il più noto, Cesar Milan, lo psicologo per cani, che ha spopolato per un paio di anni con il reality show Dog Whisperer .
In questo settore, come riporta Margherita D’Amica, in un articolo di Repubblica, vi è anche un giovane spagnolo, trainer di cani da compagnia e di terapia assistita, di nome Teo Mariscal, nonché direttore della Fundacion Bocalan che si occupa, dal 1992, anche di progetti internazionali mirati allo scambio fra cani e persone afflitte da handicap o malattie, come ad esempio il monitoraggio di persone con diabete.
Mariscal prenderà parte, il 5 e 6 settembre, all’inaugurazione di un ciclo di corsi, al Dog Park di Ottaviano a Napoli, promossi dal centro nazionale di educazione e formazione cinofila Enci. In vista di questo appuntamento la D’Amico ha intervistato Mariscal che ha illustrato il suo approccio con l’universo cinofilo.
Partendo da una distinzione tra l’addestramento che agisce per ottenere prestazioni a beneficio dell’uomo e l’educatore al contrario mira ad insegnare comportamenti adatti per una reciproca convivenza. Mariscal ha voluto sottolineare di appartenere al regno degli educatori, sostenendo di essere fermamente convinto “nel rinforzo positivo, ovvero di premiare il progresso anziché rimproverare l’errore”.
“Ma non è la definizione che ci rende migliori: metodo, mentalità e atteggiamento fanno piuttosto la differenza”, ha aggiunto Mariscal.
La Fondazione Bocalan ha avviato una collaborazione con l’Enci in Italia per la formazione di educatori e addestratori cinofili, mirata alla preparazione degli operatori nel rieducare cani problematici come esemplari colpiti da stress, ansia, aggressività da paura. Patologie comuni a molti cani che hanno avuto esperienze traumatiche per cui il metodo di Mariscal intende portare questi cani a vivere meglio la loro situazione, favorendone anche le adozioni.
Tra le altre attività promosse dalla Fondazione Bocalan vi sono anche l’addestramento dei cani per attività investigative, di salvataggio per forze dell’ordine e unità di soccorso, pratiche sportive come l’agility dog ma anche per persone con handicap, come diabete o autismo. Vi sono anche casi in cui il cane è fondamentale come ad esempio per giovani emarginati con storie travagliate di droghe o violenze.
Ecco perché il cane che deve accompagnare questi individui deve essere equilibrato e non serve la punizione: “Qualche volta mi è capitato di punire: non solo mi sono sentito a disagio, ma ho verificato che non funzionava in modo duraturo. Mi sono perciò profondamente convinto della strategia opposta”.
Mariscal evidenziando il confine tra sfruttamento e benessere dell’animale, ha spiegato che l’educazione dei nostri 4zampe deve avvenire senza traumi e “gratificando i progressi, gli apprendimenti saranno utili anche al cane”. In tal modo, sottolinea Mariscal, l’animale imparerà a giocare e a divertirsi nel rispetto delle sue esigenze biologiche.
La Fondazione opera anche per il recupero degli animali esotici, prigionieri negli Zoo, per la formazione del personale e dei veterinari che deve puntare ad un’interazione positiva con l’animale in condizioni di cattività: “Premesso che nessun tipo di reclusione è giustificabile, con interazione, gioco e rinforzo positivo, rendiamo più varia e sicura la loro vita, formando in tale direzione il personale e i veterinari delle strutture”.
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