In cosa consiste il Mantrailing e in che modo il cane si rende utile con questa attività? Tutto quello che c’è da sapere su questa disciplina sportiva canina.
Probabilmente ne avremo sentito già parlare: il Mantrailing si associa sempre alla figura del cane segugio, spesso impegnato nelle unità cinofile delle Forze dell’Ordine. Questa affascinante disciplina infatti educa i nostri amati amici a quattro zampe alla ricerca delle persone scomparse, seguendo il percorso effettuato da quest’ultima sulla base di alcuni indizi. Ma cosa sappiamo su questa attività e quali sono i cani più adatti a questo tipo di educazione cinofila?
Il cane è davvero il miglior amico dell’uomo e, con questa disciplina che appartiene all’ambito degli sport cinofili, lo dimostra ancora una volta! Essa infatti consente a Fido di cercare (e spesso ritrovare) persone scomparse. Infatti l’etimologia del nome stesso ci suggerisce questa ricerca: ‘Man-Trailing ovvero ‘seguire il percorso dell’uomo’. Fin dagli esordi i cani specializzati in questo tipo di ricerca avevano lo scopo di ritrovare pericolosi criminali, secondo alcuni indizi che gli erano stati forniti. Infatti il cane Mantrailer riesce a distinguere i vari umori ed odori umani e li segue istintivamente, ricercandoli con il suo potente senso dell’olfatto. Infatti grazie al suo naso, questo cane riesce a distinguere le tracce odorose nell’aria, anche se questa è stata ‘contaminata’ dalla presenza di altri umani. Questo perché non si basa sulle tracce lasciate nel terreno, bensì sulle molecole disperse nell’ambiente. La capacità di ricerca è davvero sorprendente, e in grado di funzionare anche all’interno di grandi ambienti popolosi come aeroporti, centri commerciali, ferrovie etc. Non a caso i cani Mantrailer sono utilizzati dalle forze di Polizia, Carabinieri, Soccorso Alpino e la Protezione civile.
Il cane Mantrailer si distingue da quello di ricerca in superficie poiché se il primo riesce a distinguere i vari odori umani e seguirne uno istintivamente, il secondo si mette alla ricerca di qualsiasi odore umano. In un Team specializzato in ricerca l’ideale è avere entrambe le tipologie di cane, aumentando così la percentuale di successo.
Dagli USA arriva l’attività di ricerca, finalizzata inizialmente al ritrovamento di persone evase dal carcere o scomparse: al giorno d’oggi il suo utilizzo si è espanso in tutta Europa, anche come attività di affiancamento alle unità cinofile della Polizia. Come può un cane riuscire a ricercare un odore tra miliardi di molecole di esseri umani che si sprigionano nell’aria? Questa potente capacità, finalizzata al ritrovamento di una persona scomparsa, si svolge in fasi. In quella iniziale al cane sono sottoposti alcuni oggetti, accessori e affetti personali della persona da ricercare: vestiti, scarpe, capelli etc. Da questi elementi il cane assimilerà le tracce per seguirne la scia.
Il cane Mantrailer inizialmente dunque segue la scia di odore distinto, segnala all’umano che lo accompagna la direzione della scia di odore. Alla fase della ricerca segue quella della qualificazione, in base al raggiungimento o meno del risultato. Il titolo conseguito specifica il grado di certificazione del cane, specializzato in quel determinato tipo di ricerca. Il cane, dopo aver superato delle prove sportive però non è ancora pronto per essere inserito nell’unità cinofila della Polizia, ma la certificazione attesta che il cane è in possesso di ottimi requisiti per affrontare ulteriori prove.
La razza per eccellenza scelta nell’attività di Mantrailing è quella del Bloodhound, anche se possono essere impiegate in questa attività diverse razze. Ogni cane quindi può mettere alla prova la sua abilità nel seguire una traccia e identificare una persona nell’ambito dell’area prevista. La razza del Bloodhound dimostra spesso ottime capacità e attitudine in questo lavoro ma, oltre alle doti naturali, si impegna nella ricerca ed è instancabile fino al conseguimento del risultato. Noto anche col nome di cane di Sant’Uberto, il Bloodhound appartiene a una razza canina di origine belga, che fin dal Medioevo veniva impiegata nella caccia di selvaggina.
Le aree su cui si esercitano sono sempre conformi al regolamento e secondo alcuni parametri standard. Non a caso il Bloodhound è definito il cane ‘segugio per eccellenza’, poiché ha un elevato numero di recettori olfattivi (ben 4 miliardi) e una particolare conformazione cranio-facciale. Vi è dunque una predisposizione di razza ma qualunque cane si può cimentare in questa prova di abilità.
Le attività di ricerca dei cani segugio portano spesso ad ottimi risultato perché , quando non riescono a ritrovare la persona scomparsa, almeno allertano l’accompagnatore su quale sia la pista da seguire. Ovviamente più tempestivo è l’intervento, maggiori saranno le probabilità di successo: generalmente dopo le 48 ore, la probabilità di ritrovare una persona scomparsa si riduce del 60-70%. Anche le condizioni ambientali esterne possono inficiare o meno l’esito della ricerca, poiché modificano la resistenza della traccia. Non seguendo la traccia visibile sul terreno, essi si concentrano sulla scia che il decadimento cellulare della persona ha lasciato nell’ambiente.
Avete deciso di mettere alla prova le abilità di ricerca del vostro cane? Ecco cosa serve per iniziare ad esercitarsi sulle piste: un collare, una pettorina, una lunghina di 5 metri e il suo snack preferito da usare come ricompensa. Inoltre serve avere tanta pazienza per non affrettare i tempi.
Una persona disposta a fare da figurante si posizionerà di fronte al cane e al suo conduttore. Il figurante stimola il cane, attirando la sua attenzione magari porgendogli lo snack e poi lascia cadere un suo oggetto col suo profumo naturale per poi scappare a nascondersi. Il cane, indossata la pettorina e la lunghina, memorizza l’odore dell’oggetto per poi seguirne nell’aria la scia.
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F.C.
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