Vorreste insegnare al cane a rimanere fuori dalla stanza, ma non sapete da dove cominciare? Ecco qualche consiglio utile da mettere in pratica.
Si sa, a volte Fido può essere un po’ invadente, specie quando si mette in testa di seguirci proprio dappertutto (bagno compreso, e nei momenti meno indicati!). Tuttavia ci sono buone notizie: è possibile insegnare al cane a rimanere fuori dalla stanza. Con qualche piccola accortezza (e molta pazienza) potremmo ottenere il risultato sperato. Scopriamo insieme qualche consiglio da mettere in pratica.
Quando Fido ci segue dappertutto
Con Fido condividiamo molti momenti della giornata, e molti posti della casa: magari accoccolati davanti alla tv a guardare un film sul sofà, oppure sul divano a fare un riposino.
Tuttavia, a volte, Fido potrebbe essere un po’ invadente. Il problema sorge nell’ipotesi il cui il cane ci segue dappertutto, come fosse un’ombra.
In cucina, mentre preparate il pranzo, o in salotto, cercando di studiare, e perfino in bagno. Le ragioni potrebbero essere differenti. Certamente è un modo con il quale il cane ci può dimostrare il suo affetto, oppure è un comportamento con il quale ci sta chiedendo qualcosa (gioco o cibo).
Altre volte può nascondere perfino un problema di salute, di natura psicologica: il cane è stressato oppure soffre l’ansia da separazione appena uscite dal suo campo visivo. Oppure, più semplicemente, il cane vi segue ovunque semplicemente perché è abituato a farlo.
Quando Fido assume una cattiva abitudine, il responsabile principale è sempre da identificarsi nel proprietario, che ne ha permesso il consolidamento nel corso del tempo. Tuttavia è possibile insegnare al cane a rimanere fuori dalla stanza.
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Insegnare al cane a rimanere fuori dalla stanza: come fare
Ebbene fare una piccola premessa. Per insegnare al cane a rimanere fuori dalla stanza (od ogni altro comportamento voluto), occorre tempo e molta pazienza.
Inutile abbattersi dopo appena qualche tentativo fallito; altrettanto inutile sgridare il cane perché non comprende cosa vogliamo da lui.
Pazienza, dunque: ma allo stesso tempo dobbiamo essere decisi ed inflessibili, senza cedere alle richieste di Fido. Come sempre, nell’addestramento del cane saranno degli alleati utilissimi gli snack o biscotti che possiamo dargli in premio ogni volta che esegue il comando alla perfezione (il tutto senza esagerare, altrimenti a risentirne sarà il peso).
Prima di tutto occorrerà scegliere una parola chiave, ovvero il termine da utilizzare ogni volta che vorremo che Fido rimanesse fuori dalla stanza. Non si deve trattare di una frase, ma di un termine, da utilizzare solo ed esclusivamente per quel contesto (si pensi alla parola “fuori”).
Quando il cane si trova nella stanza da cui vorremmo uscisse fuori, occorre utilizzare la parola prescelta, in modo chiaro e preciso. Ovviamente, le prime volte, Fido non capirà cosi gli stiamo chiedendo: occorrerà accompagnarlo fuori, con un gesto dell’indice che indica la porta di uscita (difficilmente eseguirà agli esordi dell’addestramento) o fisicamente.
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Quando eseguirà spontaneamente il comando, premiatelo con un gustoso snack; l’obiettivo è quello di associare all’esecuzione del comando innescata dalla parola prescelta un ricordo positivo. Una volta che il cane abbia appreso il significato della parola “fuori” (o dell’espressione prescelta), applicatela anche al caso in cui voglia seguirvi in una camera (ad esempio il bagno).
È molto più difficile insegnare senza un contatto visivo, ma è possibile puntare sul fatto che il cane abbia imparato il significato della parola. Se tuttavia Fido si dispera e guaisce dall’altra parte della porta, rimanete impassibili: non cedete alle sue richieste, altrimenti ciò che gli insegnerete è soltanto che il suo comportamento, alla lunga, paga.
Limitatevi ad ignorarlo: col tempo il cane capirà che si tratta di uno sforzo vano e tenderà ad allentare questa sua cattiva abitudine. Se non riuscite ad insegnare al cane a rimanere fuori dalla stanza, ci si può sempre rivolgere ad un veterinario comportamentalista; fondamentale è comprendere la causa alla base del comportamento del cane.
Antonio Scaramozza