Quasimodo è una cagnolina di 10 anni che per via del suo aspetto inconsueto è stata eletta il cane più brutto del mondo.
Una “vecchiotta” di 10 anni di nome Quasimodo ha strappato lo scettro del cane più brutto del mondo allo storico quanto bizzarro concorso annuale che si svolge a Petaluma in California. Scopriamo di più su questo evento così originale e sulla storia di questo quattro zampe tanto simpatico e particolare.
Non sempre la bruttezza è un difetto di cui vergognarsi. A dimostrarlo, ci pensa Quasimodo: il cane più brutto del mondo.
Questa anziana pelosetta di razza Pastore Tedesco si è portata a casa, oltre all’ambito titolo, anche un assegno di 1500 dollari.
I suoi padroncini, fieri della vittoria, hanno raccontato che “quando la gente vede il loro cane, pensa di avere davanti una iena o un Diavolo della Tasmania. Poi, però, lui conquista tutti con il suo carattere”.
Il nome della cagnolina fa riferimento al personaggio del romanzo “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo.
Il suo aspetto è frutto di una malformazione alla colonna vertebrale, che con molta probabilità è stata la causa per cui da cucciola venne abbandonata in un rifugio per cani.
Ecco perché i suoi umani del cuore hanno poi voluto ricordare che solo grazie a Quasimodo sono diventati degli ambasciatori della tolleranza: “Non si può giudicare un libro dalla copertina. Se un animale o una persona sembrano differenti, ciò non significa che hanno bisogno di meno amore!”
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Scopriamo di più sulla bizzarra gara che ha visto la cagnolina Quasimodo trionfare come cane più brutto del mondo.
Si tratta di una rassegna che si svolge ogni anno a Petaluma, in California. I criteri di valutazione dei partecipanti sono molto rigidi.
I giudici, infatti, si basano su parametri come inestetismi, bruttezza naturale e carattere dell’animale.
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L’intento dell’evento non è affatto quello di sbeffeggiare l’aspetto dei pelosetti meno fortunati.
Al contrario, la competizione serve a portare l’attenzione sulla necessità di salvare e adottare cani tolti dalla strada e con particolari patologie, che spesso precludono loro la possibilità di essere adottati e amati come meriterebbero.
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