I cani soffrono l’inquinamento in maniera particolare, il recente studio ha evidenziato qualcosa di mai notato prima
In questi ultimi anni il cambiamento climatico è un tema davvero centrale, ne sentiamo parlare ogni giorno e tra i rischi che questo comporta ci sono anche le estreme difficoltà partite dagli animali, anche se tra questi di sicuro nessuno ha mai immaginato che potessero comparire anche i cani. A quanto pare però il caldo e l’inquinamento hanno una grossa incidenza sull’indice di aggressività dei cani, questa la scoperta fatta all’università di Harvard che sta facendo parlare in questi giorni, ma quali sono i motivi di tale irrequietezza?
Il caldo da alla testa, ma non solo agli umani! 11% di attacchi in più nelle giornate calde e inquinate
Alcuni studi scientifici sono davvero particolari e quello portato avanti dal team di ricerca coordinato dal professor Clas Linnman, poi pubblicato dalla Harvard Medical School, è senza dubbio tra questi. Il team di ricerca in questo caso ha esaminato i dati sui morsi registrati tra il 2009 ed il 2018, parliamo di circa 69.500 annotazioni per una media di più o meno 3 mesi al giorno. Un campione ben fornito che i ricercatori hanno deciso di mettere in associazione con i dati sulle temperature e sull’inquinamento delle giornate incriminate e quel che è venuto fuori è un dato che per gli scienziati non può essere causale.
Nelle giornate con l’indice UV più elevato gli attacchi sono aumentati del ben 11%, del 3% nei giorni con livelli di Ozono aumentati e diminuito leggermente nei giorni con precipitazioni. È pur vero che dietro il morso di un cane possono esserci diversi altri fattori da considerare, e che durante le belle giornate gli incontri con questi animali sono favoriti dalle uscite più frequenti, ma già in passato uno studio simile aveva evidenziato risultati simili.
Anche in passato si era infatti spesso sottolineata l’associazione ad un aumentata aggressività dei cani in concomitanza con giornate calde ed inquinate, associazione che però non è vera solo per questi animali. Anche l’uomo, le scimmie e i ratti hanno dimostrato di non essere insensibili a questi fattori,possiamo dunque affermare che quando si dice che “il caldo dia alla testa” non ci si sbaglia poi molto. Di sicuro combattere l’inquinamento è un obbligo morale e farlo per contrastare i morsi dei cani non sarà il primo motivo a spingerci in questa direzione, ad ogni modo come i fattori ambientali alterati contribuiscano negativamente su tanti aspetti, anche i meno comuni, sembra sia confermato, un motivo in più per ooerare scelte green con sempre maggiore assiduità.