Ci sono molto pregiudizi sui canili e che limitano le adozioni: scopriamo insieme quali sono i miti da sfatare su queste strutture.
Ancora oggi, al di là della passione per alcune razze di cani, quando una persona valuta di prendersi un amato compagno a quattro zampe, chissà come mai, raramente pensa di recarsi al canile o a cercare tra gli annunci dei cani in adozione. La ragione? Grande responsabilità è anche dei miti da sfatare sui canili: scopriamoli insieme.
Spesso e volentieri ci sono numerosi pregiudizi riguardo ai rifugi e ai piccoli pelosi ospitati nei centri.
Eppure, ci si dimentica che a volte, alcuni di questi straordinari cuccioloni, passano la vita dietro le sbarre, magari, dopo essere stati accolti da cuccioli o addirittura essere nati in un canile.
Pensare che queste tenere creature siano discriminate in base a preconcetti è molto triste. Ecco allora un piccolo elenco con il quale sfatare i miti riguardo ai cani ospiti dei rifugi e dei canili:
Si tratta di uno dei luoghi comuni più diffusi e dei miti da sfatare più importanti sui canili.
Per questo, è bene ricordare che contrariamente a quanto si pensa che nei canili ci sono solo cani anziani.
Secondo alcuni dati di associazioni animaliste, la maggioranza dei cani presenti nelle strutture arrivano a malapena ad un anno di età.
Molto spesso, la gente tende ad abbandonare cagne in gravidanza per disfarsi del problema alla radice.
Oppure dopo aver cresciuto un cucciolo quando questo cresce e diventa ingombrante non riescono a prendersi la responsabilità di portarlo avanti tutta la vita.
Anche in questo caso, si tratta di un mito sui canili piuttosto difficile da sfatare.
Nella maggior parte dei casi, i cani approdati nei canili non sono stati maltrattati o hanno subito delle violenze.
Si tratta di animali abbandonati dai proprietari che hanno deciso di cambiare vita. Animali che ad un tratto sono stati privati del loro benessere, a causa di un comportamento irresponsabile.
Per cui non si tratta di cani che hanno subito dei traumi provocati da abusi, ma bensì di delusioni profonde da un punto di vista emotivo.
Inoltre, anche se il cane ha avuto una brutta esperienza passata, ciò non significa che non sarà un buon cane. Anzi al contrario, dimostrerà ancor più riconoscenza a colui che verrà a salvarlo da dietro le sbarre di un rifugio.
Un ulteriore mito da sfatare riguarda le persone che spendono il loro tempo libero e le loro energie all’interno dei canili.
Molte persone sono prevenute sul comportamento protettivo dei volontari nei riguardi dei cani accolti nei rifugi, per cui molto spesso si pensa che sia difficile adottare un cane e che successivamente saranno oggetto di un monitoraggio ossessivo da parte del canile.
Si tratta in realtà di un sistema di precauzione mirato alla tutela dell’animale.
Considerando che si tratta di animali salvati, abbandonati e bisognosi d’amore, prima di un affidamento, i volontari si accertano che il cane non subisca più traumi di quel tipo e che abbia una situazione ideale per il suo benessere.
Il monitoraggio consiste in un controllo pre-affido e post-affido, durante il quale chi è in buona fede non dovrà di certo temere nulla.
I cani accolti nei rifugi sono già vaccinati e con microchip per cui sono in regola.
Infine, i cani ospitati nei canili hanno determinate caratteristiche e comportamenti diversi che devono essere valutati al momento dell’adozione in base al tipo di famiglia o persona che lo vuole adottare.
Ovvio è che un canile non è di certo un negozio o un allevamento dove andare a comprare un oggetto.
Si tratta di un luogo dove per gli animi sensibili è difficile entrare, in quanto avranno centinaia di occhi puntati addosso, desiderosi di tanto amore.
Nella maggior parte dei casi, però, i responsabili dei canili tentano di accontentare i padroni in cerca di un cane.
Inoltre per chi è indeciso tra due razze, ci sono più probabilità d’incontrare il meticcio ideale, nato dall’incrocio di quelle due razze desiderate!
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Anche questo si rivela un mito da sfatare sui canili.
I cani aggressivi non possono essere dati in adozione a cuor leggero a una nuova famiglia.
Per questo, tali animali vanno incontro a un percorso di riabilitazione e correzione del comportamento.
Se si è disposti ad accompagnare un quattro zampe nella fase di rieducazione ben venga, ma non c’è l’obbligo di accogliere nella propria casa pelosetti con traumi e problemi del comportamento.
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Un altro mito da sfatare sui canili riguarda le condizioni di salute sui suoi ospiti.
Si tratta di un pregiudizio che non rappresenta la realtà in quanto tutti i cani ospitati nei rifugi sono stati sottoposti a visite e cure mediche e nell’arco della loro permanenza vengono regolarmente controllati.
Inoltre, nel caso dei cani meticci, la mescolanza genetica rafforza la salute di un cane che sarà meno fragile rispetto ad un cane di razza.
In ogni modo, ammonisco gli esperti, qualsiasi cane un giorno potrebbe avere dei problemi di salute che dovranno essere risolti!
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