Urlare per sgridare il cane aumentano l’ormone cortisolo e lo stress a lungo termine
Arriva l’allarme degli esperti riguardo ad alcuni metodi educativi dei cani che potrebbero in realtà essere controproducenti.
Secondo una nuova ricerca condotta da un gruppo di studiosi della Università di Porto, in Portogallo, il rimprovero “violento” nel cane avrebbe effetti negativi a lungo termine.
Lo studio, caricato sul server di pre-print BiorXiv in attesa della peer-review, è stato coordinato dalla biologa Ana Catarina Vieira de Castro, prendendo in esame 42 cani, provenienti da tre scuole di addestramento che usano metodi basati sul “rinforzo positivo” e 52 cani di quattro scuole di addestramento che applicano metodi più aggressivi come cui urlare sui cani, manipolarli fisicamente o tenerli al guinzaglio.
I ricercatori hanno incentrato lo studio sull’ormone cortisolo, detto anche “ormone dello stress“. Viene prodotto dalle ghiandole surrenali, Si tratta di un ormone di tipo steroideo, che deriva dal colesterolo.
Ai cani che sono stati sottoposti a tre sessioni di una durata di 15 minuti sono stati prelevati dei campioni di saliva per comparare i livelli di cortisolo prima e dopo l’addestramento.
I risultati sono stati alquanto evidente e sorprendenti. I cani con un addestramento più aggressivo hanno mostrato comportamenti legati allo stress come “sbadigli” e avevano livelli di cortisolo più alti rispetto agli altri.
Per verificare gli effetti a lungo termine, i ricercatori hanno effettuato un altro esperimento a un mese di distanza con 79 dei 94 cani presi in esame precedentemente.
I cani sono stati addestrati ad associare la presenza di una ciotola in una stanza a uno snack a base di carne.
Dopo l’addestramento, i ricercatori hanno spostato le ciotole in posizioni diverse, “neutre”, per studiare la velocità con la quale i cani andavano a cercare la ricompensa.
“Questo studio conferma che dobbiamo cambiare i metodi di addestramento, evitando quelli basati sulla punizione”, ha commentato Marc Bekoff, biologo all’Università di Colorado a Boulder.
La ricerca ha confermato l’ipotesi che l’addestramento punitivo ha degli effetti sulla psicologia dei cani a lungo termine. Per questo viene suggerito di evitare qualsiasi addestramento basato sulla dimensione della dominanza.
“L’apprendimento che si basa sulla ricompensa dura nel tempo. Inoltre il cane non vive nella paura o con lo stress in modo costante”. Hanno concluso i ricercatori.
Urlare o gridare sul cane ha un effetto negativo sull’animale. Dovrebbero essere pertanto vietate punizioni troppo violente o forti.
Al contrario è suggerito creare un rapporto e un’interazione con il cane che sia partecipe alla vita quotidiana del padrone e che si fonda sul condividere le passeggiate, le attenzioni, cure e il gioco.
Non a caso, questo tipo di ricerca si ripercuote in diversi ambiti, così come ricordato dall’addestratrice Kay Roberta Vaccaro.
“Sull’aggressività del cane o nelle sue azioni compulsive e autolesioniste – cani che si rincorrono la coda e poi la mordano. Comportamenti di stress che causano disequilibri molto forti come è possibile notare nei cani nei canili, che corrono avanti indietro nel box dal muro alla rete. Comportamenti che fanno vedere quanto la loro psiche sia ormai stravolta da uno stato chimico del corpo”.
La Vaccaro ha poi ricordato che nel caso di cani aggressivi è fondamentale effettuare i test di cortisolo, prima di qualsiasi altra valutazione comportamentale.
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“Il livello di cortisolo è importante per vedere se le azioni del cane in determinati momenti siano condizionate da uno stato di stress ormai cronicizzato”, spiega la Vaccaro.
Tuttavia, prosegue l’addestratrice, “non è facile far scendere il livello di cortisolo nei cani”, ricordando che ci sono due tipi di stress: “Quello positivo che deriva semplicemente dall’eccitazione del cane, dalle sue emozioni positivi come ad esempio la gioia di vedere tornare il padrone a casa e l’altro stress, negativo, collegato ad emozioni negative come paura, angoscia, dolore fisico o ansia”.
Purtroppo, la Vaccaro ha spiegato che è molto difficile far scendere il livello di cortisolo nei cani che si stabilizza.
“Ad ogni livello in cui scende, è sufficiente che il cane abbia un’emozione negativa per far risalire in modo esponenziale il livello di cortisolo a livelli anche superiori a quelli da cui era partito. Ad esempio- spiega Vaccaro- se il livello era 10 e il cane è sceso a 4, di fronte ad un’emozione negativa, potrebbe risalire in un istante a 12”.
L’aspetto più triste è che il cane non riesce mai più a riportare a zero il livello di cortisolo che continuerà a salire. Più sale e più il cane non riuscirà più a smaltirlo dando vita a una condizione di stress cronicizzato.
Come dimostrato da diversi studi, un cane diventa aggressivo e mordace per timore e paura. In tal caso, uno dei primi segnali da valutare, è proprio il livello di cortisolo.
Inoltre, prosegue l’addestratrice “un cane che ha uno stress cronicizzato ha anche un sistema immunitario più debole, soggetto in tal caso a problemi fisici, infezioni. Accade soprattutto nei cani in isolamento sociale”.
“Più si condiziona la psiche del cane e più si condiziona il suo corpo”, ha ricordato l’addestratrice.
Per ridurre il livello di cortisolo è fondamentale il riposo, la fase Rem del cane. “E’ uno dei metodi naturali. Per questo è sempre consigliato di non svegliare un cane quanto dorme. Soprattutto quando il cane è cucciolo. Il sonno del cucciolo è importante perché in quella fase produce i suoi ormoni della crescita”, conclude Vaccaro.
Leggi–> Sgridare il cane: è sbagliato o serve a educarlo?
C.D.
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