Alcune malattie infettive si rivelano fatali per i cani, alcune sono molto più diffuse
Fin da cucciolo, il cane è esposto a pericolose malattie infettive che possono rivelarsi estremamente contagiose. Malattie che sono anche fatali se non vengono prese in tempo. A volte è sufficiente il vaccino per proteggere il cane da questi virus pericolosi, in altri casi, saranno necessari cure e trattamenti farmacologici che non sempre salvano l’animale e che dovranno essere somministrati al cane per tutta la vita.
Tra le malattie più pericolose, vi sono le patologie infettive contagiose, epatite, leptospirosi, parvovirosi, cimurro, rabbia e tosse canina. Alcune di queste malattie sono molto altamente contagiose, come il cimurro, il coronavirus e il parvovirus. Altre malattie possono essere fulminanti e portare il cane al decesso nell’arco di poche ore dopo aver contratto il virus. Alcune malattie provocare da parassiti hanno invece un decorso più lento per cui i primi sintomi possono apparire solo dopo diversi mesi.
Tra queste anche numerose malattie infettive trasmesse dalla zecca al cane e che sono contagiose e pericolose anche per l’uomo.
Le vaccinazioni e la prevenzione con somministrazione di antiparassitari efficaci accompagnati da controlli frequenti presso il veterinario contengono il rischio contagio e diffusione delle malattie.
Inoltre, nel caso di malattie infettive trasmissibili tramite insetti o zecche, ci sono alcuni accorgimenti da tenere presenti nelle stagioni e nei luoghi più a rischio, come campagne o zone umide come le località di mare o i boschi e zone paludose con acque stagnanti.
E’ sempre suggerito in tal caso evitare di portare a spasso il cane nelle ore più a rischio in cui vi è una maggiore concentrazione di zanzare o pappataci come l’alba e il tramonto.
I cuccioli sono protetti dagli anticorpi che hanno ricevuto dalla madre durante la gravidanza e il periodo di allattamento. Tuttavia, venendo alla luce dovrà sviluppare un sistema di difesa immunitario proprio. Si tratta di una fase delicata soprattutto per i cuccioli nati da randagi o all’esterno, esposti a numerosi rischi di contagio.
Non a caso, è sempre suggerito tenere a casa il cucciolo prima delle vaccinazioni e del richiamo, che accelerano il processo del sistema immunitario.
Le vaccinazioni obbligatorie sono mirate proprio a contenere il rischio di alcune malattie infettive comuni e diffuse come il cimurro, epatite infettiva, leptospirosi, parvovirosi, e tracheobronchite o tosse canina.
In base al luogo in cui vive il cane, magari esposto a zone infette da zecche o zanzare e pappateci, è possibile vaccinare il cucciolo contro altri tipi di batteri virali estremamente pericolosi e letali, quali la leishmaniosi.
A differenza di un cane adulto, queste malattie infettive sono più letali. Alcune, possono uccidere il cane giovane nell’arco di poche ore.
L’intervento deve essere immediato per intraprendere una terapia che non sempre porta alla guarigione dell’animale. Spesso, infatti, ci sono delle conseguenze sulla salute del cucciolo con effetti collaterali sul funzionamento degli organi, dell’apparato digestivo o sul sistema nervoso stesso.
E’ necessaria una prevenzione accurata, soprattutto con antiparassitari per i cani più esposti che vivono all’esterno o nelle campagne e in alcune zone in cui vi è una maggiore diffusione di queste malattie infettive.
Alcune malattie infettive sono anche facilmente trasmissibili all’uomo e devono pertanto essere intraprese dei provvedimenti per evitare il rischio contagio come ad esempio l’isolamento del cane.
Il cimurro e la gastroenterite virale sono le malattie infettive più temute dai volontari e nei canili. E’ infatti frequente il salvataggio di cucciolate abbandonate o di randagi nelle campagne che sono portatrici di questi virus. Questo può provocare delle vere e proprie epidemie nei canili e nei rifugi gestiti da volontari o associazioni.
Non solo il dramma di cuccioli salvati in extremis ma anche quello di dover assistere al loro decesso senza poter curarli da queste malattie.
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Tra le malattie più note e più diffuse, vi è il cimurro. Si tratta di una patologie infettiva che colpisce l’apparato respiratorio del cane, quello gastroenterico e il sistema nervoso centrale.
La malattia è estremamente contagiosa e si diffonde attraverso le secrezione del cane infetto come saliva, urina, escrementi, sangue. L’infezione può essere contratta sia con il contatto diretto con l’animale infetto che attraverso oggetti o luoghi da lui contaminati come vestiti, scarpe, l’erba di un prato, ciotole per il cibo, cucce ecc.
I sintomi del cimurro sono svariati e possono essere di natura fisica che neurologica.
Tra gli altri sintomi che possono essere rilevabili, l’ispessimento del naso e dei cuscinetti plantari.
Purtroppo si tratta di una patologia virale difficile da debellare che va controllata tramite un trattamento farmacologico. Tra i trattamenti previsti, la somministrazione di liquidi, per reidratare il cane, antibiotici e farmaci per controllare i sintomi nevosi.
Nella maggior parte dei casi, i cuccioli non sopravvivono al cimurro. Il cimurro porta alla morte il cucciolo anche nel giro di poche ore o in diverse settimane.
La diffusione del virus è rapida così come il progresso e lo sviluppo della malattia nel cane. Ecco perché è necessario intervenire prontamente. Anche in caso di guarigione, sono piuttosto frequenti conseguenze neurologiche irreversibili che si potranno presentare anche sotto forma cronica come epilessia, convulsioni o paralisi.
Si tratta di una delle malattie più pericolose e per questo è sempre suggerito di non portare i cuccioli all’esterno, prima delle vaccinazioni.
Il modo migliore per prevenire il cimurro è infatti la vaccinazione che non è pericolosa per il cucciolo e che fa parte delle vaccinazioni obbligatorie del cane.
Fortunatamente, il cimurro non può essere trasmesso all’uomo o al gatto.
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La parvospirosi o gastroenterite virale è una delle malattie infettive più temute per i cuccioli al pari del cimurro. Si tratta di un virus che colpisce soprattutto i cuccioli e spesso, si rivela fatale, come il cimurro.
I sintomi sono evidenti:
La malattia è estremamente contagiosa e si trasmette attraverso le feci del cane oppure entrando in contatto con oggetti infetti.
I cuccioli colpiti dalla parvospirosi non solo sopravvivono ma devono essere curati tempestivamente e messi in isolamento. Il processo e lo sviluppo della malattia è molto rapido e porta i cuccioli ad una forte disidratazione. I cuccioli tra le 6 e le 20 settimane sono i più colpiti dalla gastroenterite virale.
I cuccioli potrebbero essere colpiti da un attacco cardiaco che precede una morte rapida.
La terapia consiste nel controllare la disidratazione del cane, reidratandolo con fluidi. Inoltre, nei casi più gravi sarà necessario un trattamento antibiotico.
Il decorso della malattia dura circa una settimana ma non è sempre sicuro l’esito della guarigione. L’intervento tempestivo aumenta le probabilità di successo della terapia.
Purtroppo, non ci sono mezzi per neutralizzare il virus e pertanto il trattamento mira a contenere le infezioni secondarie, la disidratazione e le emorragie gastrointestinali. I cuccioli che sopravvivono tendono a riportare problemi digestivi per tutta la vita.
Come nel caso del cimurro, per evitare i rischi di contrarre la parvospirosi esiste la vaccinazione. Il cucciolo tra le 6 e le 8 settimane dovrà essere vaccinato con successivi richiami annuali.
Non si tratta di un’infezione trasmissibile all’uomo o al gatto.
La leptospirosi è malattia infettiva causata dl batterio Leptospira, che può colpire anche l’uomo.
E’ estremamente contagiosa e pericolosa. Si diffonde tramite le urine di un animale infetto che potrebbe aver inquinato un terreno o dell’acqua stagnante o magari l’erba di un prato. Questo batterio viene trasmesso dai ratti o dai topi. Per cui, il cane è a rischio entrando in contatto con un luogo contaminato.
Il batterio può entrare nel cane entrando in contatto con il suo organismo, attraverso la pelle, il naso, gli occhi o ferite anche lievi.
Come indicato dagli esperti, i sintomi sono difficili da individuare e sono simili a diverse patologie. Per questo, la patologia tende poi a diventare cronica.
La leptospirosi si può presentare sotto tre forme cliniche.
La prima quella gastroenterite emorragica è detta anche morbo di Stuggart o tifo canino. E’ spesso associata ad una forma di gastroenterite con vomito emorragico, profusa diarrea, insufficienza renale acuta.
La seconda forma di leptospirosi, ovvero la forma itterica, provoca problemi digestivi, con vomiti e diarree, associati ad un ittero di color giallo arancio e sindrome emorragica con piccole macchie rosse sulle mucose.
Infine, la terza forma di leptospirosi, chiamata nefrite leptospirosica provoca lesioni renali e provoca una sindrome uremica acuta.
Come nel caso delle altre malattie infettive, la cura consiste nel reidratare il cane e un trattamento farmacologico a base di antibiotici. Purtroppo, la prognosi è sempre riservata in base a quanto sono stati attaccati i reni. Le possibilità di guarigione son piuttosto rare e spesso, la leptospirosi ha degli effetti collaterali che graveranno per sempre sulla salute del’animale che per tutta la vita dovrà essere sotto controllo con somministrazione di farmaci e terapie.
Esiste un vaccino che per i cani più esposti. Ad esempio, per i cani da caccia è suggerito ripetere almeno due volte l’anno.
Per evitare il contagio con l’uomo, è necessario con toccare indumenti o spazi che sono stati contaminati.
Per approfondimento –> Le Leptospirosi canine: diagnosi, cure e terapie.
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La leishmaniosi è una della malattie infettive più letali e pericolose per il cane. Ci sono varie forme di leishmaniosi, alcune delle quali mortali.
La malattia si trasmette attraverso la puntura di insetti, simili alle zanzare, chiamati flebotomi o pappataci. Si tratta di una patologia diffusa in zone umide o paludose, con acque stagnanti, diffusa in alcune regioni come la Liguria, le regioni costiere e il Centro Sud Italia. Per evitare i rischi al cane è preferibile nelle stagioni calde evitare di portarlo a spasso in orari come il tramonto.
E’ difficile individuare la leishmaniosi tramite i sintomi. Ci sono alcuni elementi che potrebbero tuttavia indicare la presenza di questa infezione.
La malattia non è facile da debellare e nella maggior parte dei casi richiede un trattamento farmacologico per tutta la vita del cane con la quale tenere sotto controllo il virus e i sintomi collaterali.
In molti casi, la leishmaniosi è letale per il cane e lo porta alla morte come nei casi di leishmaniosi fulminanti con emorragie interne.
Per approfondimento–> Prevenire la Leishmaniosi: la malattia infettiva più temuta nel cane
La Rickettsiosi del cane è una malattia infettiva che viene diffusa da batteri di tipo Rickettsia rickettsii e Rickettsia conori, responsabili della febbre bottonosa del Mediterraneo. Malattia infettiva trasmissibile anche all’uomo.
Viene trasmessa attraverso le zecche, acari, pulci e pidocchi.
I sintomi della Rickettsiosi possono essere confusi con altre patologie infettive. Il periodo di incubazione è piuttosto breve ed è di circa una settimana.
Ecco alcuni sintomi da non trascurare:
Possono essere anche presenti anche altri sintomi da non sottovalutare come tosse, dispnea e problemi respiratori, ma anche sintomi legati a problemi neurologici quali deviazione della testa, andatura in circolo e crisi epilettiche.
La terapia consiste in un trattamento antibiotico e deve essere intrapresa alla comparsa dei primi sintomi e portata avanti per almeno 21 giorni.
Nelle forme più gravi il trattamento antibiotico potrà essere mirato anche ad eliminare i disturbi secondari come dolori articolari e gastrointestinali.
Essendo una malattia pericolosa anche per l’uomo è fondamentale la prevenzione con copertura dell’animali tramite antiparassitari efficaci contro pulci e zecche. In alcuni casi, è necessario anche l’isolamento del cane e un’igiene accurata degli ambienti.
L’Anaplasmosi è un’altra delle malattia infettiva trasmessa dalle “zecche del bosco” (Ixodes ricinus). Ovvero zecche che si trovano nelle aree rurali e boschive. Il batterio colpisce i globuli bianchi e provoca nel cane danni progressivi che portano a dolori cronici agli arti e in casi rari, danni neurologici ma anche ai reni e all’intestino.
In generale la malattia si manifesta dopo quindici giorni di incubazione del batterio.
I sintomi si possono manifestare all’improvviso e i più comuni possono essere confusi con quelli legati ad altre patologie trasmesse dalle zecche ai cani.
La progressione della malattia porta a carenze di piastrine e di globuli bianchi, dolore articolare cronico e in rari casi anche a sintomi neurologici.
La diagnosi è possibile tramite un semplice prelievo del sangue. Una diagnosi precoce permette d’intervenire velocemente, arrivando alla completa guarigione del cane con una terapia corretta.
Il problema maggiore legato a questa malattia infettiva è il pericolo delle coinfezioni che potrebbero scaturire da altri parassiti. Inoltre, è sempre suggerito verificare se il cane affetto da anaplasmosi non abbia anche altre malattie legate alle zecche come leishmaniosi o la filariosi.
Si tratta di una della malattie infettive trasmissibili dalle zecche. Inizialmente, colpiva soprattutto i cani che vivevano lungo le coste nelle località di mare, per poi estendersi nell’entroterra. Il batterio Ehrlichia si annida nei globuli bianchi mononucleari. Il cane infettato può diventare un portatore permanente, in quanto la zecca è solo il veicolo e quindi diventare lui stesso la causa di diffusione del virus.
L’ehrlichiosi si presenta sotto diverse forme cliniche.
L’evoluzione di questa malattia porta all’inesorabile decesso del cane. I primi sintomi si manifestano tra i 10 ai 20 giorni dopo la puntura della zecca.
Nei cuccioli si arriva a scompensi nervosi con ingrossamento della milza aggravando la malattia fino al collasso dell’organo e alla morte dell’esemplare.
Nell’adulto si possono sviluppare invece delle forme croniche quali sindrome emorragica diffusa, edemi, febbre, emorragie oculari e anemia.
La terapia può essere sviluppata solo dopo una diagnosi effettuata dal veterinario di fiducia tramite diversi accertamenti che rilevano la presenza dei parassiti nel sangue. Addirittura in alcuni casi, può essere necessario un ago aspirato polmonare, in quanto questo organo è ricco di monociti.
Il trattamento farmacologico consiste prevalentemente nella somministrazione di antibiotici efficaci anche nelle forme più acute. Anche se, per quanto riguarda le forme croniche, la prognosi resta riservata e si può verificare il decesso del cane.
Si tratta di una malattia infettiva estremamente contagiosa che colpisce gli esemplari che non sono vaccinati e i cuccioli. Nella maggior parte, esemplari custoditi nei canili, dove vi è maggiore concentrazione di animali, recuperati vaganti o randagi.
La tosse del canile colpisce le vie respiratorie, ma fortunatamente è possibile curarla. Tuttavia se non viene presa in tempo può trasformarsi in polmonite e rivelarsi fatale per il cane, portandolo al decesso per complicazioni.
I sintomi della tosse del canile
Il trattamento consiste in una cura a base di antibiotici ed è preferibile tenere il cane in isolamento.
Come per le altre patologie infettive vi è un vaccino che andrebbe somministrato nel cucciolo.
La piroplasmosi è una malattia infettiva che viene trasmessa dalla zecca. Si tratta di una malattia letale per il cane che colpisce i globuli rossi.
Fortunatamente esiste una cura contro la piroplasmosi che va stabilita dopo una diagnosi del veterinario. L’importante è la diagnosi precoce per stabilire il più rapidamente possibile una cura. Il cane può guarire del tutto.
Per contenere il rischio di contagio, è importante tenere lontano le zecche dai cani, con antiparassitari efficaci. In alcuni casi, si potrà ricorrere anche ad un vaccino piuttosto costoso e che però non è sempre efficace.
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Una malattia piuttosto poco nota che può essere trasmessa tramite le zecche. E’ un’infezione pericolosa che se non viene curata può colpire gli organi vitali del cane come reni e il cuore, ma anche la pelle e portare l’animale al decesso. Infatti, nella maggior parte dei casi è irreversibile.
Dopo una diagnosi del veterinario, questa malattia può essere curata tramite una terapia a base di antibiotici. In generale, la terapia va portata avanti per 4 settimane. Il miglioramento è evidente. Tuttavia, in alcuni casi, il trattamento, come per la leishmaniosi dovrà essere somministrato al cane per tutta la vita.
Non esiste ad oggi un vaccino per questa malattia infettiva. L’unico modo più efficace è la prevenzione, con antiparassitari contro zecche ed evitando di portare il cane in zone a rischio, infestate da zecche.
Nell’arco di 18 ore, la zecca può trasmettere l’infezione al cane.
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Si tratta di una malattia infettiva estremamente contagiosa che attacca il fegato dei cani, soprattutto gli esemplari più giovani. Si diffonde per contatto orale o nasale. I cuccioli una volta contratto il virus possono morire nell’arco di poche ore.
I sintomi sono simili alle altre patologie infettive.
La terapia andrà stabilita con il veterinario in base ad una diagnosi. L’indice di mortalità è molto elevato negli esemplari più giovani. Il cane ha comunque possibilità di guarigione.
Il trattamento è a base di antibiotico, associato a farmaci mirati a ridurre i sintomi, come diarrea, vomito, insufficienza epatica e problemi di coagulazione del sangue. In alcuni casi è necessaria una dieta mirata per l’insufficienza epatica.
La malattia tende a ricomparire in forma più grave. Per cui è suggerito evitare al cane di fare attività fisica anche se sembra essere guarito.
La malattia riduce anche la capacità del fegato di eliminare i farmaci. Per questo, sarà necessario variare la terapia, riducendo il dosaggio o intervallando la somministrazione del farmaco.
Da un punto di vista preventivo, è possibile vaccinare il cane contro questa malattia infettiva.
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Si tratta di un’altra malattia mortale per il cane, chiamata anche dirofilariosi, provocata da un parassita, un verme denominato Dirofilaria immitis. Un parassita che può infettare anche altri animali come gatti, volpi e lupi che non ne sono immuni. Questo parassita viene trasmesso dalle zanzare in alcune stagioni dell’anno.
Da quando l’animale è stato infetto, i primi sintomi possono apparire anche dopo diversi mesi.
Tra i quali:
Il trattamento consiste nella somministrazione di farmaci mirati ad uccidere il parassita. Inoltre, vengono associati dei farmaci anticoagulanti per prevenire il rischio di trombi.
Prevenire è meglio che curare. Come in altre malattie infettive trasmesse dalle zecche, è importante proteggere il cane con un antiparassitario efficace, tutto l’anno o nelle stagioni più a rischio. E’ anche suggerito di evitare di portare il cane in zone umide nelle ore in cui si concentrano le zanzare come l’alba e il tramonto.
Una malattia infettiva che colpisce l’intestino tenue. I cuccioli sono più a rischio di contrarre questa malattia che quando si associa al parvovirus è mortale per i cani. Il principale canale di diffusione e di trasmissione del virus avviene tramite il contatto con le feci di cani infetti. I cuccioli non vaccinati sono più a rischio di contrarre questo virus così come gli esemplari che vivono in luochi sporchi dove c’è una scarsa attenzione all’igiene.
I sintomi principali sono simili alle altre malattie infettive, legate all’apparato gastrointestinale.
Una diagnosi precoce contribuisce a salvare la vita del cane. Spesso viene confusa con il parvovirus per questo sono necessari accertamenti più mirati fino a quando non viene isolato il virus.
Il trattamento per il coronavirus vaira in base alla gravità dei sintomi. Potranno essere necessari un ciclo di antibiotici, farmaci per vomito e diarrea e una terapia per i soggetti disidratati.
E’ importante che il cane sia sotto controllo durante il trattamento e raccogliere le sue feci per evitare di contagiare altri esemplari.
Il miglior modo per prevenire il coronavirus è il vaccino che protegge il cane anche da altri virus della stessa famiglia.
Nonostante sia totalmente debellata in Europa, non è raro incontrare casi di rabbia.Infatti, dal 2008, sono comparsi alcuni focolai di rabbia nell’arco alpino orientale, in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, dove ci sono stati casi soprattutto nelle volpi, ma anche nei cani.
Il virus Rhabdovirus è anche trasmissibile all’uomo e colpisce il sistema nervoso.
Il virus viene trasmesso attraverso contatto con la saliva o tramite un morso.
Dal momento in cui il cane contrae la rabbia, l’incubazione varia dalle due settimane ai sei mesi. Purtroppo si tratta di una virus che porta alla morte il cane.
Da un punto di vista preventivo, il rischio può essere contenuto solo attraverso un vaccino.
Oltre alle malattie virali letali, ci sono numerose altre patologie che si possono rivelare mortali per i cani. Tra queste ovviamente, il cancro è una malattia che spesso colpisce i cani anziani, al di sopra dei 10 anni. Nei cani anziani aumenta per tanto la possibilità di essere colpiti da un tumore.
Ci son diversi tipi di tumori, solo alcuni sono mortali per il cane.
Il linfoma rappresenta il 20% di casi di cancro nei cani e può colpire a qualsiasi età.
Segue l’emangiosarcoma, un tumore delle cellule endoteliali, ovvero le cellule che coprono i vasi sanguigni. L’emangiosarcoma colpisce i cani adutli e di qualsiasi razza. Inoltre, la stessa milza viene spessa colpita con l’insorgenza di questa forma tumorale.
Tra gli altri tipi di tumore, il carcinoma mammario è quello più comune e diffuso tra gli esemplari femmine non sterilizzate e che si sviluppa in qualsiasi ghiandola mammaria. Nella maggior parte dei casi si tratta di un tumore maligno per il quale è preferibile un intervento chirurgico.
Infine, anche il melanoma, mastocitoma o l’osteosarcoma sono tumori che si possono rivelare letali per fido.
Il rene è un organo vitale del cane. L’ insufficienza renale cronica di solito che appare negli esemplari adulti e anziani è una perdita delle funzioni renali per cui nella maggior parte dei casi provoca il decesso del cane.
Tra i sintomi più comuni:
Il trattamento stabilito dal veterinario dopo una diagnosi della patologia non porta il cane alla guarigione, ma bensì terrà sotto controllo i sintomi collaterali e la progressione della malattia.
In questa fase, è importante il tipo di cibo. Ci son diete mirate a basso contenuto proteico e di sodio. Mentre nei casi di osteodistrofia, dovrà essere ridotto l’apporto di fosforo nell’alimentazione del cane.
Il cane dovrà invece avere sempre a disposizione acqua.
C.D.
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