Tra le tante razze canine che abitano le case degli italiani, quella più diffusa ed anche maggiormente apprezzata in tutto il mondo è il pastore tedesco. È un cane davvero versatile; infatti, è ben integrato sia in ambito familiare quindi tra le quattro mura della propria abitazione sia come cane da lavoro, ricordiamo che proprio questa razza risulta essere quella prediletta per affiancare il lavoro della Guardia di Finanza.
Ciò che rende il pastore tedesco così camaleontico nella vita dell’uomo sono le sue caratteristiche fisiche ma soprattutto quelle caratteriali che, difatti, lo distinguono da tante altre razze canine. Prima di continuare, per rimanere sempre aggiornati, è bene consultare https://www.subito.news/protezione-animale/. Addentriamoci nella storia di questa particolare razza.
La nascita di questa razza affonda le radici in tempi non lontani; infatti, si è sviluppata nel corso dell’Ottocento per poi essere definita e riconosciuta sul finire del secolo stesso. Secondo uno studio italiano, pare che il pastore tedesco discenda da altre razze datate tra il 1859 e il 1867, questo è stato constatato da alcune somiglianze fisiche.
È stato definito “pastore” proprio perché riflette l’influenza di un cane da bestiame che, probabilmente, si era diffuso nell’Europa Continentale. E proprio da questo, si sarebbe originato il pastore tedesco. Se volessimo tracciare con precisione la linea cronologica per risalire al primo esemplare di questa razza, sarebbe un po’ difficoltoso.
Questo perché è difficile stabilire l’antenato principale dato che il Pastore Tedesco come lo consociamo noi oggi, ovvero come quello che ha riempito per tanto tempo il piccolo schermo: il Commissario Rex, in realtà è frutto di “esperimenti” da parte di allevatori.
Difatti, un cane simile all’odierno Rex, considerato poi il primo esemplare, si chiamava in origine Hektor Linksrhein, ribattezzato in seguito come Horand di Grafrath. Gli esperimenti condotti negli anni passati erano volti alla creazione di un cane che avesse dei requisiti specifici soprattutto per svolgere la mansione di “pastore”, diventati oggi gli standard di riferimento della razza.
Le caratteristiche principali del pastore tedesco dovevano essere la forza, l’intelligenza strettamente legata alla reattività ed uno spiccato senso dell’olfatto. Tutte peculiarità che col tempo, dopo che i cani venivano accuratamente selezionati, si sono raggiunte.
Durante un’esposizione canina, Max von Stephanitz notò un cane, nato da diverse generazioni di selezione, che lo colpì particolarmente perché sosteneva che aveva tutte le “carte in regola” del pastore tedesco; lo acquistò, lo ribattezzò come Horand di Grafrath e, in seguito, avviò la standardizzazione della razza tramite proprio la fondazione dell’Associazione per il Cane da Pastore Tedesco (Verein für Deutsche Schäferhunde, denominazione comunemente abbreviata in SV).
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, il pastore tedesco venne denominato “Cane lupo alsaziano” in Inghilterra. Questo perché si aveva il timore che proprio l’appellativo “tedesco” avrebbe potuto essere invalidante nella diffusione della razza e, ancor di più, nel suo acquisto.
Nel 1977, però, la stessa denominazione è stata abolita perché creava confusione nell’identificazione della razza; quindi, per volere di gran parte degli allevatori è stato deciso di eliminare questa dicitura e introdurre nuovamente quella originale.
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