In vista del Natale, si moltiplicano le iniziativa mirate a contenere il fenomeno del traffico illegale degli animali e nello specifico dei cuccioli (clicca qui).
Purtroppo, la magia delle festività porta a fare follie e tra le cose più meravigliose vi è un cucciolo, sempre desiderato, con il fiocco rosso che attende di essere solo coccolato davanti all’albero di Natale. In questo periodo ovviamente aumentano come sempre casi di illegalità nel commercio e quello del settore degli animali in special modo. Tanto che recentemente si sono registrati numerosi casi di sequestri di cuccioli.
PERICOLI PER I CUCCIOLI– Ecco perché, tra le varie iniziativi, anche l’Ordine dei veterinari di Milano ha lanciato un appello nel quale raccomanda ai cittadini di fare massima attenzione nell’acquisto di cuccioli di cane e gatto durante il periodo natalizio: “Non comperate cuccioli del traffico illegale”, è il monito dei veterinari, ricordando che “spesso si tratta di creature che non hanno neanche completato lo svezzamento”.
Animali fragili con una salute precaria che rischiano di non sopravvivere, dopo aver viaggiato in condizioni precarie e igenico sanitarie disastrose, molti dei quali affetti da patologie e disturbi comportamentali provocati da un allevamento non a norma in cui il benessere dell’animale passa in secondo piano rispetto al profitto e soprattutto da una precoce separazione dalla madre e dai fratelli che impedisce uno sviluppo equilibrato nel fase più delicata dell’animale, ovvero quello dell’apprendimento alla socializzazione.
MERCATO INTERNAZIONALE ILLEGALE– Ogni anno migliaia di cuccioli di cane e gatto sono vittime di un traffico illegale, provenienti nella maggior parte dei casi dai paesi dell’Est europeo, dove vengono acquistati a pochi euro e rivenduti in Italia a cifre che possono toccare i 1500€, a seconda della razza. Un business stimato in circa 300 milioni di euro all’anno.
“Il percorso che porta un cucciolo dal luogo di nascita, in cui le madri vengono sottoposte ad uno sfruttamento massivo e costante, alle case degli italiani è tanto redditizio per i trafficanti e le realtà conniventi quanto dannoso, se non letale, per i cuccioli stessi. Acquistati per pochi euro nei paesi di origine e rivenduti in Italia a un prezzo medio di circa 700€, i piccoli vengono strappati alle madri molto prima della fine dello svezzamento e affrontano lunghi viaggi stipati in luoghi angusti e in condizioni igieniche disastrose. I sopravvissuti al viaggio saranno, nella maggior parte dei casi, esemplari sofferenti, deboli e con disturbi comportamentali. Dal punto di vista della salute potranno sviluppare gravi malattie infettive come cimurro e gastroenterite o presentare infestazioni di parassiti. Tutte conseguenze del mancato svezzamento e dei trattamenti farmacologici a cui vengono sottoposti prima che il loro sistema immunitario si sia correttamente formato”, ha dichiarato Carla Bernasconi, presidente dell’Ordine dei Veterinari di Milano.
SCELTA RESPONSABILE – L’invito è dunque quello di una scelta responsabile, affidandosi ad esperti del settore, oppure valutare anche l’adozioni di un cane, un gatto o un cucciolo ospitato nei canili: “Non sempre la scelta di un pet cucciolo è la scelta più opportuna: un esemplare adulto ha carattere e sistema immunitario pienamente formati e un operatore esperto o un medico veterinario potranno consigliare al nuovo proprietario l’animale più adatto, evitando spiacevoli sorprese e l’alimentazione del traffico illecito internazionale. Inoltre, adottando un animale, si contribuisce a migliorarne lo stato di benessere”.
APPELLO LAV– Il presidente della Lav, Gianluca Felicetti si è spinto oltre, chiedendo un divieto della vendita di vendita di animali da compagnia, o un decreto di emergenza per il periodo di Natale, ricordando che si tratta di “uno scandalo alimentato da un commercio che è quindi sia illegale che legale. L’acquisto di un animale andrebbe per noi vietato per legge. Contro l’acquisto facile alimentato anche dal Natale, ci dovrebbe essere un provvedimento d’emergenza, perché causa randagismo e anche aumento dei costi per le amministrazioni comunali, che si occupano della custodia degli animali abbandonati. Se non si vuole intervenire per questioni di etica contro questo commercio, lo Stato dovrebbe intervenire per motivi economici. Non si può pensare che sia colpa solo del consumatore, della famiglia, che deve essere informata in primis dai Comuni che sul proprio territorio è possibile fare una doppia buona azione: adottare un cane e sgravare il Comune da un costo”.
Una linea che sicuramente sta incontrando molto interesse in Francia, dove recentemente è stata introdotta una norma che regolamenta la vendita dei cuccioli sulla rete (clicca qui).
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