Cosa rischia il proprietario di un cane che scappa? Scopriamo insieme quali sono le possibili conseguenze in cui può incorrere.
Adottare un animale domestico comporta l’assunzione implicita di alcuni doveri. Tra essi, ovviamente, quello della custodia del quattro zampe. Se il cane scappa, infatti, il proprietario rischia di doverne rispondere a norma di legge. Scopriamo insieme quando accade.
L’adozione di un animale domestico è una delle migliori scelte che si possano fare. Dal nostro amico a quattro zampe, infatti, riceveremo affetto incondizionato per tutta la durata della loro vita. È chiaro, tuttavia, che prendere con sé un animale d’affezione comporta altresì delle responsabilità.
Il proprietario, infatti, è responsabile del suo benessere psicofisico: deve provvedere ad alimentarlo, a predisporre un ambiente idoneo alle sue caratteristiche etologiche, nonché a monitorarne costantemente lo stato di salute, intervenendo alla bisogna.
E, va da sé, tutto ciò è possibile solo avendo l’animale sempre con sé, ovvero provvedendo alla sua custodia. Anche quest’ultimo è un dovere che grava sul proprietario, e la cui violazione è punibile a norma di legge.
In particolare, da un punto di vista penale, il proprietario di un cane che scappa rischia di dover rispondere del reato di abbandono di animali. Niente paura, tuttavia: non è sufficiente che Fido scappi; affinché si configuri la fattispecie penale è necessario che si ponga in essere una condotta passibile di sanzione.
La Cassazione ha stabilito che risponde del reato di abbandono il proprietario che non si attivi nel ricercare il proprio animale smarrito, indipendentemente dal fatto che il cane si sia smarrito da solo.
Insomma, il reato si integra non soltanto nell’ipotesi in cui il colpevole si attivi per disperdere l’animale (ad esempio abbandonandolo in un luogo lontano dall’abitazione, affinché non riesca più a trovare la strada del ritorno), ma anche laddove la condotta sia realizzata con una omissione.
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Il fatto che non si configuri alcun reato non significa che il proprietario non possa essere chiamato a rispondere di sanzioni di altro genere.
Insomma, anche un proprietario sbadato potrebbe dover mettere mano al portafoglio. La fattispecie è disciplinata dall’art. 672 c.p., rubricato come “Omessa custodia e mal governo di animali“, oggi tuttavia depenalizzato e costituente soltanto un illecito amministrativo.
Il proprietario che lascia libero, o che non custodisce con le dovute cautele un animale pericoloso, è punito con una sanzione pecuniaria che va dai 25 ai 258 euro.
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Egualmente è punito chi affida la custodia dell’animale ad una persona inesperta. Affinché scatti la responsabilità, è necessario che l’animale sfuggito al controllo possa essere qualificato come pericoloso.
Sul punto, tuttavia, la giurisprudenza ha un orientamento poco restrittivo: si pensi che la Cassazione, ai fini dell’applicazione della suddetta norma, ritiene come pericoloso anche il cane da guardia, come ad esempio il Pastore Tedesco.
Le stesse sanzioni si applicano anche a chi ha in custodia l’animale, senza essere proprietario.
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