Cosa rischia chi non mette il microchip al cane? Vediamo cosa stabilisce la legge sul punto e le eventuali sanzioni che commina al trasgressore.
Sulla persona che ha appena adottato un cane gravano vari obblighi imposti dalla legge; obblighi di carattere burocratico, imposti dalle normative a protezione prima di tutto del cane, favorendone la tracciabilità e il controllo dello stato di salute. Il microchip è uno degli strumenti deputati allo scopo. Cosa rischia chi non mette il microchip al cane? Scopriamolo insieme.
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Obbligo microchip sì o no
Esiste l’obbligo di mettere il microchip al cane? Assolutamente sì, ed è sostanzialmente tra i primi oneri che il proprietario deve affrontare dopo l’adozione del cane. Si tratta sostanzialmente di un obbligo da adempiere per la tutela e la salute del cane, prima di tutto; obbligo inscindibile (e che va di pari passo) alla registrazione del cane nell’anagrafe canina
Che cos’è l’anagrafe canina
L’anagrafe canina non è altro che un registro nazionale nel quale registrare l’identità del cane e quella del proprietario. E’ molto semplice procedere alla registrazione: l’anagrafe canina è organizzata su base regionale, dunque dovrai rivolgerti a quella di competenza territoriale.
Sarà sufficiente recarti presso la Asl territorialmente competente entro 60 giorni dalla nascita del cane o 15 dalla sua adozione (i termini possono variare da regione a regione). Il personale addetto, verificata la tua identità, accertato lo stato di salute del cane, provvederà a registrare l’animale nel relativo registro. Non prima tuttavia di aver installato il microchip sul corpo del cane.
Le caratteristiche del microchip
L’addetto procederà quindi all’inoculazione del microchip, che viene messo normalmente sull’orecchio del cane. Niente paura, si tratta di un’operazione di routine e assolutamente indolore. Al microchip corrisponderà un numero identificativo, che sarà collegato per sempre al tuo cane.
Posto il microchip, il veterinario provvederà alla registrazione vera e propria, inserendo i seguenti dati:
- Numero identificativo
- Data di inoculazione del chip
- Dati identificativi del cane (Sesso, razza, taglia, colore, età e nome)
- Dati identificativi del proprietario (generalità, codice fiscale, residenza, contatto telefonico)
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L’importanza del chip
Il microchip nel cane è fondamentale, per assicurarne sempre in ogni momento la tracciabilità, e sapere dunque dove il cane risiede abitualmente e chi lo detiene e se ne prende cura. Ma ovviamente il microchip è altresì fondamentale nel caso di smarrimento del cane.
Infatti, laddove si trovi un cane vagante, è possibile risalire all’identità del cane (e del suo proprietario), procedendo semplicemente alla lettura del microchip del cane abbandonato (o semplicemente disperso).
Questo chiaramente facilita il ricongiungimento di Fido con la sua famiglia legittima, nel caso in cui il cane sia scappato; d’altro canto scoraggia fortemente il fenomeno dell’abbandono di animali.
Le conseguenze giuridiche
Cosa rischia materialmente chi non mette il chip al proprio cane? Una multa saluta, che varia da regione a regione. Infatti, la 241/1991, ovvero la Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, delega alle regioni l’attuazione della materia: obbligo di microchip per il cane compreso.
Pertanto dovrai consultare la legge con la quale la tua regione di residenza disciplina la materia. A titolo esemplificativo, chi trasgredisce l’obbligo in Lombardia incorre in una sanzione che vai dai 40 ai 240 euro; in Puglia dai 77 ai 140 euro; nel Lazio il tetto massimo tocca i 1540 euro.
Non dimenticare di comunicare eventuali variazioni di residenza e/o domicilio. Andrà comunicato altresì il decesso del cane, con conseguente disinstallazione del microchip e cancellazione dal registro dell’anagrafe canina.