Essere sfrattati per via di un animale domestico è realmente possibile? La legge parla chiaro, potrebbe succedere questo
Sono tantissime le persone che pur volendo prendere con sé un animale domestico evitano di farlo, per il semplice fatto di non avere una casa di proprietà. La convivenza con un animale domestico in una casa in affitto è proprio per questo stata da sempre argomento molto caldo, esistono infatti numerosi aspetti, legali ed etici, che implicano un’attenta riflessione.
La legge italiana è chiamata a gestire questa tematica e lo ha fatto diverse volte stabilendo quali siano i diritti ma anche i doveri dei proprietari di casa in relazione alla presenza di animali domestici nelle abitazioni in affitto. Esistono casi in cui un proprietario di casa non può fare niente per cacciare un inquilino che ha deciso di prendere un animale, in altri casi, tuttavia, questa decisione potrebbe essere motivo di sfratto, ecco quando.
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Le dispute tra vicini di casa o tra proprietari ed affittuari sono all’ordine del giorno ed uno degli argomenti di litigio sempre attuale è proprio la presenza di animali domestici. Accogliere un cane in una casa che non sia di nostra proprietà può non essere una scelta saggia, questo però solo se vi sia un regolamento specifico e dichiarato apertamente che vieta la presenza di animali domestici.
La decisione di un proprietario di casa di vietare la presenza di animali domestici nei suoi appartamenti in affitto, dunque, è una decisione legittima, purché questa venga specificata nel contratto di locazione. Questo divieto deve essere espresso in maniera chiara altrimenti l’inquilino avrà diritto di tenere con sé animali domestici nell’abitazione.
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In assenza di divieti specifici sul contratto non vi sono vincoli nel detenere animali domestici in casa, la responsabilità civile e penale di tale atto è tuttavia espressamente stabilità nel codice civile italiano, per cui il proprietario sarà responsabile delle azioni del suo cane, di eventuali disturbi troppo accentuati o dagli odori sgradevoli che la cattiva gestione dell’animale può comportare. In caso si violino tali norme di gestione, dunque, l’allontanamento dallo stabile potrebbe essere previsto nonostante il divieto a detenere un animale domestico non fosse esplicitato nel contratto.
Ovviamente tale responsabilità è ancor maggiore negli ambiti condominiali, dove lo stretto contratto tra vicini di casa favorisce ancor di più le liti per via della gestione incauta dei propri animali domestici. Fondamentale sarà il rispetto delle libertà reciproche di tutte le parti in causa, l’appartamento in affitto non dovrà dunque essere leso dalla presenza del cane, così come non dovrà essere lesa la civile convivenza con i vicini.
Anche se le norme sono chiare e stabilite per bilanciare sia i diritti degli inquilini che quelli dei proprietari, la chiarezza contrattuale è fondamentale così come lo è il rispetto reciproco. In questo contesto è dunque ancor più importante la responsabilità individuale e l’elasticità mentale per una convivenza serena di tutte le parti coinvolte.
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