Qualche mese fa a Iakoutsk in Siberia è stata ritrovata la carcassa di un cane risalente al periodo del Pleistocene, 12 mila anni. L’esemplare chiamato Thuma era perfettamente conservato e a metà marzo, l’animale è stato sottoposto ad un’autopsia condotta dal professore sudcoreano Hwang Woo-suk, specializzato in cellule staminali.
Su youtube è stato condiviso un breve filmato dell’autopsia nel quale si può notare lo stato di conservazione del corpo, dal muso alla coda, anche durante la quale sono stati prelevati campioni di tessuto, muscoli, cartilagine delle orecchie e dell’intestino. Soddisfazioni espresse dai ricercatori che hanno confermato le ottime condizioni del cervello: “La carcassa è perfettamente preservata e anche il cervello”, ha dichiarato il professore russo Pavel Nikolsky, ricercatore presso l’Istituto geologico di Mosca, spiegando che la carcassa ha un grado di conservazione che spazia dal 70 all’80%.
Il processo di mummificazione sarebbe avvenuto in modo naturale. In base alle ipotesi dei ricercatori l’animale sarebbe stato sepolto da uno smottamento di terreno.
I ricercatori intendono analizzare anche i componenti presenti nell’intestino per studiare i tipi di batteri, come anche la possibile presenza di parassiti come pulci o zecche.
Scetticismo espresso da alcuni studiosi americani sulla qualità del Dna di questo esemplare. Daniel Fisher, dell’università del Michigan ha spiegato che “nel caso dei tessuti preservati in condizioni di permagelo, il problema risiede nel fatto che il Dna è frammentato. Il permagelo non offre condizioni di freddo ideale per la conservazione di tessuti freschi che con molte probabilità non sono gelati quando l’animale è morto, per cui è forse impossibile fare un clone”.
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