27Il linguaggio canino, ovvero la capacità di comprendere e riconoscere vocaboli, varia da esemplare a esemplare quante parole conoscono i cani? Lo studio.
E’ bello comunicare col nostro amico a quattro zampe, sebbene non possiamo ricevere da lui una risposta a parole. Eppure l’importante è che ci capisca quando ci rivolgiamo a lui e sappia cosa intendiamo pronunciando i nomi di determinati oggetti e cose. Ma quante parole conoscono i cani e da cosa dipende questa capacità canina? Ecco uno studio che ha rivelato la risposta possibile.
Non usa le parole ma sa farsi capire benissimo, ma come riesce Fido a farci capire le sue emozioni e in quale stato si trova, soprattutto quando ne ha bisogno? Il nostro amico a quattro zampe sa utilizzare benissimo il linguaggio del corpo e sta a noi padroni interpretare i segnali che ci invia. Ma noi invece come possiamo farci capire da lui?
Il cervello canino rielabora non solo i singoli vocaboli ma anche l’intonazione che utilizziamo nel pronunciarli: più enfasi mettiamo nella voce, maggiore (e più evidente) sarà il risultato sul nostro Fido che sta ad ascoltarci. In più, essendo abituati a vivere in casa e dunque a sentir parlare tra loro i membri della famiglia, sono anche inclini a collegare a una parola il suo significato in base a come è stata detta.
Infatti se gli facciamo un complimento e lo facciamo con un tono di voce enfatico ed entusiasta, sicuramente il cane sarà più felice perché si sentirà più gratificato.
Non è possibile dare una risposta oggettiva e unica a questa domanda perché non tutti i cani riescono a imparare lo stesso numero di parole e a capirle dunque quando le pronunciamo. Secondo alcuni vi sono esemplari più intelligenti di altri e addirittura razze di cani più intelligenti secondo la scienza, tanto che si potrebbero anche definire ‘geni’.
Pare che alcuni cani riescano a imparare fino a 100 vocaboli, e lo fanno spontaneamente senza alcuna educazione particolare: i padroni stessi si sono resi conto che capivano alcune parole perché ricevevano in risposta un comportamento preciso. Poiché si tratta spesso di nomi di giocattoli, gli umani ricevevano dal loro cane quello corrispondente al nome del gioco che avevano pronunciato.
Se comunque parlare ai cani come ai bambini fa bene al loro intelletto, sussiste tra essi una differenza fondamentale: i piccoli umani impareranno a parlare, gli animali no. Ma gli scienziati hanno approfondito la ricerca in alcuni studi: nel lontano 2004 i ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology in Germania hanno affermato che un Border Collie, Rico, era in grado di comprendere ben 200 parole.
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L’ungherese dott. Shany Dror, sulla base dello studio del 2004, ha condotto numerosi approfondimenti alla ricerca di un cane che, come Rico, possedesse le medesime abilità linguistiche. Ma dapprima è andato incontro a una serie di fallimenti poiché dopo circa 3 mesi di esperimenti, il campione di cani selezionato non era stato capace di memorizzare neanche 2 parole di due giocattoli.
Allora gli è venuta l’idea di lanciare una challenge, in cui i proprietari di cani particolarmente intelligenti, mettevano alla prova i loro beniamini a confronto con altri cani particolarmente dotati e brillanti. I 41 vincitori appartenevano non solo a razze diverse ma avevano anche nazionalità diverse (da circa 3 continenti).
La maggior parte di essi era, come Rico, appartenente alla razza del Border Collie. Questi cani erano in grado di capire fino a 29 parole per i giocattoli e il vincitore assoluto tra essi ne capiva ben 86. Alcuni padroni sostenevano che avessero impiegato solo 5 minuti per memorizzare la parola nuova del giocattolo. Con l’andare avanti dell’età, anche i cani anziani erano in grado di continuare ad apprendere e dunque ad arricchire il proprio vocabolario personale.
Secondo gli esperti non è solo una questione di razza ma anche di ambiente dove sono stati allevati, oltre naturalmente a delle doti innate. Inoltre pare che tale propensione innata appartenga in modo particolare ai cani da lavoro, allevati ed educati per essere cacciatori e pastori. Naturalmente le ricerche continueranno affinché il linguaggio dei cani abbia sempre meno segreti per l’uomo.
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