I cani hanno il senso del tempo: gli studi lo confermano. Ecco come sviluppano questa capacità
I cani hanno davvero la percezione degli orari e del tempo che scorre? A quanto pare sì. Di certo non sono in grado di leggere l’orario di un orologio ma hanno a disposizione ben altre risorse per associare delle situazioni ai vari momenti della giornata. L’uomo negli anni ha sentito l’esigenza di ‘controllare’ il tempo attraverso gli orologi appunto e la suddivisione di esso in anni, mesi, giorni e ore. Per i cani il discorso appare molto più semplice: loro sanno cosa sta per accadere in determinati momenti della loro giornata. Inoltre hanno una vera e propria ‘arma segreta’ che li rende infallibili: l’olfatto. Con questo senso particolarmente sviluppato, i cani si accorgono facilmente del mutare delle situazioni intorno a loro. Odori, rumori, luce esterna ma anche fattori interni, quali la fame e la stanchezza, sono per loro degli ottimi indicatori del tempo che passa. Quando la giornata si presenta regolare fino a costituire una routine, il cane sa perfettamente quando è ora di uscire per la passeggiata mattutina, oppure avverte un languore allo stomaco e capisce che è arrivata l’ora della pappa.
E’ facile notare che i cani sono piuttosto abitudinari e seguono un ritmo quotidiano standard: mangiano, dormono e fanno i bisogni quasi sempre alla stessa ora. Il loro associare ‘evento’ e ‘momento’ della giornata crea in loro il senso del tempo attraverso il cosiddetto ‘ritmo circadiano‘. E’ fondamentale per i nostri amici a quattro zampe osservare il comportamento dell’uomo e la sua routine: ognuna delle nostre azioni è associata a una successiva. Dunque il cane sa perfettamente che è il momento di uscire di casa quando vedrà il padrone indossare il cappotto o quando sentirà il rumore delle chiavi in tasca.
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Non bisogna dimenticare che il senso dell’olfatto nei cani è particolarmente sviluppato, e anch’esso è associato agli umani che vivono con lui nella stessa casa. Ci sarà capitato di certo di essere ‘annusati’ dai cani che hanno una particolare propensione a riconoscere gli odori dei loro simili e ad incamerare quello del loro padrone. Infatti la nostra pelle, i nostri abiti rilasciano un odore che per il nostro cane risulta inconfondibile: quando usciamo l’odore in casa persiste ma si affievolisce man mano che il tempo passa. Quindi un odore forte vuol dire che è passato poco tempo da quando la persona è andata via. Quando invece l’odore si fa più debole significa che l’umano è uscito molto tempo fa: ciò potrebbe costituire motivo di gioia per il cane in quanto sta per avvicinarsi il momento del ritorno del padrone. E’ ovvio che un tempo prolungato di assenza può far nascere nell’animale il senso di abbandono, oltre che la noia e la tristezza. Spesso al senso di abbandono è associata un’ansia da separazione, che si esprime attraverso urla, guaiti e mugolii. Ma può risolversi con l’abitudine: se notiamo che il nostro cane ‘soffre’ particolarmente la nostra assenza, sarà buona norma abituarlo alla nostra assenza per un periodo via via sempre più lungo, evitando di mancare per troppo tempo nei primi tempi.
Sulla base dello straordinario senso dell’olfatto dei cani, l’esperta cinofila americana Alexandra Horowitz ha parlato della loro capacità di ‘annusare’ il tempo. Ne ha parlato ampiamente nel suo libro, dal titolo molto esplicativo: ‘Una questione di naso. Essere un cane in un mondo di odori’. Secondo i suoi studi, il cane riesce a percepire il movimento dell’aria nella stanza e percepisce i vari momenti della giornata.
Altrettanto validi gli esperimenti condotti dall’esperto di neurobiologia della Cornell University, Daniel Dombeck sul cervello dei cani. Il professore e il suo team hanno focalizzato i loro studi sulla corteccia entorinale mediale del cervello canino: questa corteccia si trova nel lobo temporale associato alla memoria e il movimento. L’animale associa lo spazio in memorie episodiche: il ricordo di qualcosa che è accaduto è associato ad un determinato spazio. Come fanno i cani a rendersi conto del tempo che passa? Quando devono misurare un intervallo tra un’azione e la seguente. Proprio quando è in attesa che accada qualcosa nel suo cervello si attivano dei neuroni, che di fatto ‘misurano’ il tempo.
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F.C.
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