I cani sanno di non sapere: anche Fido è consapevole di non avere informazioni a sufficienza per vederci chiaro su una certa situazione.
Questa massima socratica può essere incredibilmente applicata anche ai nostri amici a quattro zampe: i cani sanno di non sapere. A svelarlo è stato un affascinante studio condotto da un team di ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Human History di Jena, in Germania.
Essere consapevoli del fatto che non si hanno informazioni a sufficienza per prendere decisioni o conoscere approfonditamente una data circostanza è essenziale ai fini dell’apprendimento.
Infatti, si tratta di una consapevolezza che ci spinge a reperire i dati mancanti, spingendoci ad informarci sull’argomento.
Incredibile ma vero, questa facoltà di pensiero non appartiene solo a noi esseri umani e ai primati: secondo un team di ricercatori dei DogStudies Lab, infatti, anche i cani sanno di non sapere e si adoperano per colmare le loro lacune conoscitive.
Si tratta di abilità tutt’altro che scontate, note come “metacognitive”, perché consentono di distinguere quello che si conosce e ciò che ai fini della nostra conoscenza rappresenta ancora un mistero.
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Per individuare questa incredibile capacità di Fido, gli scienziati hanno condotto un test a cui hanno partecipato 50 volontari a quattro zampe.
Durante l’esperimento, hanno nascosto una ricompensa (del cibo o un gioco, a seconda dei casi) dietro uno di due paraventi.
In alcuni casi, ai cani è stato concesso di vedere dove fosse posizionato il premio; in altri, invece, no.
Nel secondo caso, non avendo tutte le informazioni a disposizione, i pelosetti hanno messo in pratica un comportamento differente rispetto a quando sapevano esattamente dove si trovava la ricompensa.
Infatti, i cani hanno controllato più spesso attraverso la fessura tra le due barriere, per cercare di carpire informazioni in più.
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Come fare, però, a dimostrare che i partecipanti al test stavano ispezionando con maggior dovizia l’area proprio nel tentativo di aumentare le loro conoscenze?
Per raggiungere questo obiettivo, gli studiosi hanno aggiunto un ulteriore step all’esperimento, sfruttando il cosiddetto “effetto passaporto”.
Si tratta di un fenomeno per cui quando si è in cerca di cose molto importanti si investono un maggior numero di energie e impegno nella ricerca.
Differenziando il tipo di ricompensa tra cibi meno allettanti e pappe più allettanti, questo fenomeno non si è verificato: i quattro zampe hanno sempre risposto allo stesso modo.
Con i giocattoli, invece, la situazione è cambiata: i pelosi hanno messo in campo un’attenzione diversa a seconda dei passatempi da loro preferiti.
I risultati, quindi, appaiono essere contrastanti e necessitano di ulteriori approfondimenti scientifici per dimostrare una volta per tutte che anche i cani sanno di non sapere.
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